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La silloge «La strada verso il canto», articolata in tre sezioni (Buio e aritmie, Fantasmi e presenze, Canto e speranza) si configura come uno scandaglio che dopo aver toccato il fondo dell’animo e aver raggiunto l’intima verità delle cose, lentamente riporta a galla tale verità e la traduce in strumento di rivelazione e di conoscenza. Appare evidente che le tematiche aff rontate dall’autrice, riconducibili ad un viaggio che, traendo spunto da concrete occasioni di vita come lo sradicamento dalla terra natìa, la natura illusoria
dell’amore, il rischio della perdita d’identità, il dolore, le sventure, prendono forma nel linguaggio della poesia, elemento non solo di catarsi, ma addirittura di un autentico strumento terapeutico che induce a considerare le sorprendenti analogie tra la parola let
teraria e la parola nella psicoanalisi, come osserva Mengaldo (P.V. Mengaldo, Storia della lingua italiana. Il Novecento, cit.).

(Dalla prefazione di Maria Allo)

(Dalla sezione “Buio e aritmie”)

Così la cataratta della notte
che ricopre le piaghe
ridà conforto al mio tozzo scavato
e dolcemente il verbo
lo avvolge nel suo verso

E al di là dei margini
dalle sfumature sfiorite
io sento – sicura solo allora
la mia intima presenza
farsi avanti tra i tormenti

a ricomporre il mosaico
della mia figura
sparpagliata al suolo
in grandi architetture
composte di suoni e di parole

*

Farfalla

Una mano forte ti colse
quand’eri farfalla
appena dischiusa
fremente
in mezzo alle vibrazioni
dell’aria frizzante
Un tocco di roccia friabile
ti spinse su in alto
ti rese più abile
poi finì col bloccarti
al suolo
e in un cupo assolo
ti spappolò le ali

(Dalla sezione “Fantasmi e presenze”)

Ricordando la Madre

Ancora oggi – lo sai ?
quando imbianca nuovamente la neve
il suolo di Parigi,
ripenso a te – Madre
che mi chiamavi con la gioia pronta
urgenza d’affetto per tutte le cose
le piccole cose che amavi
pazientemente ricominciate
– come la neve sulla collina
o l’alba primigenia sulla riva

Ti rivedo nella gonna di velluto
mentre balli ardente di gioventù
fino all’ultimo autunno
e vado per sentirti – Madre
come ad ogni stagione
dimentica di questo inganno
Ma tu ingiustamente
hai dovuto lasciare il cammino
tracciato tra il cielo e le piccole cose
– come la neve sulla collina
o l’alba primigenia sulla riva

Non ti ha salvato la tua gioia pronta
l’appello dell’alba e de’colli innevati
Non ti ha salvato la terra
dal profumo di zagara

né il suo mare che riporta ogni cosa
– a ogni estate ricominciato
Non ti ha soccorso quel Dio
che fida in fine imploravi
La Morte – Madre – non sa
che farsene dell’albore delle stelle

*

Soliloquio

Se tu sapessi dirmi,
con un rigurgito di voce
ancora dirmi: che c’è ?
Potrei non ricadere
se non nel fondo del tuo suono
Se tu potessi urlare
almeno urlare : perche ?
Potrei ancora udirti
poi potrei dirti : guardami
Ti porgerei la mano
adesso sì adesso : che temi ?
Ma non sai più vedere
se non l’ombra o la mia assenza
Da questa assenza io ci provo
ci riprovo : se lo vuoi
Ché è già di nuovo estate
e presto – molto presto
credimi – arriverà l’inverno

(Dalla sezione “Canto e speranza”)

Il lato bello delle cose

E’ di nuovo mattina :
frammenti d’illusione
scompaiono nelle nebbie
della coscienza assopita

Sprazzi tenaci di quarzo
infiltrano i vetri
spezzano la penombra
scolando sul falso gelsomino

E’ di nuovo mattina :
l’alba eroica ancora per un po’
illuminerà a giorno
il lato bello delle cose

*

Figlia del canto
Sono figlia del canto di maggio
un canto libero che si dirama
in ogni gemma sbocciata
e poco dopo piega

Sono figlia del canto di madre-coraggio
un canto che m’insegnò
nel suo grembo vernale
a sfiorire per poi rischiudersi


Rossana Jemma vive e lavora a Parigi, ma ha sempre mantenuto un forte legame professionale con l’Italia. Docente di francese e italiano, traduttrice e operatrice culturale, ha tradotto e/o collaborato con diversi artisti, drammaturghi e poeti ( Ricci/Forte, Randazzo, Ceresoli, De Novellis, L. Prosa, T.Zinna, Maffei, Badea, Pollina, ecc).
In qualità di traduttrice e studiosa di poesia, ha collaborato a molte pubblicazioni (su Caproni, Pascoli, Marinetti, Pozzi, Buzzati, Zanzotto, Bontempelli, ecc..) e a diversi incontri culturali sulle letteratura italiana. Ha collaborato alla pubblicazione del doppio volume di prose e poesie inedite di G. Caproni « Caproni a 100 ans » con traduzioni di M. Rueff, R. Jemma e J.P. Ferrini (edizioni Po&sie n. 137-138) e partecipato a diverse rassegne e festival internazionali ( «Les Italiens à Paris » ; « Festival del libro e della cultura italiani » ; « Poésie et Littérature. Six poètes italiens contemporains se racontent » (ideato da G. Raboni e « Premio Grinzane Cavour »); « Visages et visées de la littérature italienne contemporaine » presieduto da C. Ossola ; « Canzoni & Parole », ecc.).
Nel 2021 ha ottenuto la menzione d’onore al Mediterranean Poetry Prize. Sue poesie sono state lette in occasione di performance e reading poetici in Italia e in Francia : « Dona una parola », « Bad Time Story », « La terra è casa », « Le Printemps des poètes », « La settimana della lingua italiana », e pubblicate in diverse riviste e anthologie di settore, quali VersoLibero, Circolare poesia, Trasitipoetici, Capoverso, Nova, L’irregolare, Fare Voci, Le città al tempo del coronavirus, Versi di Pace (ed. VdJ ), SignorNò (ed. Pellicano Libri), I luoghi della memoria (Bertoni ed.), Lo specchio (Bertoni éd. Per SalTo 2023), ecc.
A maggio del 2023 è uscita la sua silloge d’esordio La strada verso il canto (RPlibri, coll. Poesia) che ha già attirato l’attenzione di molti critici e poeti. Ha in preparazione una nuova raccolta per il 2024.


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