*

Progettiamo, anche per questo giorno,
anche stupidamente, con grande sforzo
di distrazione, mangiando il pezzo di pane
che è rimasto, utilizzando il cucchiaio sporco,
guardando la fungaia gigante sotto la betulla,
progettiamo, anche se gli edifici rimarranno
luridi, verso nord, nella cinta che fu una volta
operaia, e che oggi non è più nulla, campo
di concentramento del non lavoro,
delle giornate uguali, lunghissime,
a inventarsi come stare ancora in piedi,
come se niente fosse, progettiamolo
qui, noi, nel quartiere cinese,
tra una piazzetta e l’altra, e dentro casa,
e sul balconcino, magari, che anche
oggi, anche oggi noi non moriremo,
né tu né io, e nessuno dei vicini,
né i gatti né gli invisibili insetti
che cercano sentieri nelle crepe,
nelle fessure, il progetto oggi,
anche oggi, come nuovo,
è non morire.

*

Tutti questi anni per capire questo,
tutti assortiti dolori colori paesaggi,
ora finalmente come una risposta:
l’ordine è invertito, la massima in bocca
è vetrosa, variano come libellule gli occhi
incapaci di fissare
dove metti i piedi per terra

se hai messo i piedi a terra, questo basta,
cammina, non c’è alcuna ragione,
cammina, quello che hai fatto
saprai disfare

*

Scrivi, mano esitante,
una data, stendi le cifre,
poni il tratto tra giorno
e mese, poi tra mese
e anno, e chiuditi
pugno adesso
che il tempo è convocato
e attendi tu, ombra
seduta, contorno,
soffio che sfugge
da un corpo e vi ritorna.

Attendi il lusso
di avere spessore
e volume: un nome
legato a dei nomi, in un luogo
legato a dei luoghi, una rete
dunque
che ti tenga da qualche parte
sospeso
ancora un poco
lontano dal vuoto.

*

Sei nella colonna vuota, in caduta.
Passi i piani della memoria
finché ricorderai non ciò che vedevi
con imprecisi contorni e richiami,
ma lo spessore di tavoli e sedie,
l’impugnatura dei recipienti,
le piastrelle scalfite, le materie
coese o sabbiose, i detriti, le lane,
ogni nuova insondabile pelle,
ed altre tattili inezie che sotto
le dita non hai percepito
nell’urgenza di tanto sognare.

*

Non accade. E intanto passano
le minuscole cose, e ad esse
ti attieni, spiando gradazioni
infime di colore, infami, vuote.

Non giunge. L’equilibrio è buono,
aprendo la bocca l’aria vi entra,
respiri, guardi lontano, fermo
sulle due gambe, e le muovi.

Non avviene. Intanto vanno,
di ora in ora, con un delicato
meccanismo di strazio, i giorni:
siedi e ti alzi, cambi di tasca
le chiavi, perché non scavino
dentro la tela, passi la spugna
sul tavolo, rivolti una maglia,
guardi ad uno ad uno i gradini
o in alto la flessione dei rami
con l’ultima luce e sembra
il raggio fare di ogni fine
una cosa solenne. Non era questo.

Ma quelle storie monche,
rade, filtrate in inverno
attraverso muri e pareti,
hanno a lungo preparato
un sogno: verrà l’unica viva
sorte a devastare di nuovo,
verrà guastando ogni misura
di calma e di conforto,
per ricomporre il piccolo vivere nostro
dentro i ferocissimi mali
del mondo. E sentiremo, quel giorno,
ampio come un pianeta l’attimo
e il passo, e la difficoltà
ad ogni metro di non cadere.

*

Andrea Inglese, La distrazione, Luca Sossella editore, 2008

Andrea Inglese è nato a Torino nel 1967 e vive nei pressi di Parigi. È scrittore, saggista e traduttore. Insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Ha pubblicato in poesia: Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 1998), Inventari (Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001), La distrazione (Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009), Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato (Italic Pequod, 2013), La grande anitra (Oèdipus, 2013), Un’autoantologia. Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017), Il rumore è il messaggio (Diaforia, 2023). In prosa: Prati, in Prosa in prosa (Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020), Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001 (Camera Verde, 2011), Commiato da Andromeda (Valigie Rosse, 2011; Premio Ciampi, 2011), I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto (La Colornese-Tielleci, 2013), Ollivud (Prufrock spa, 2018), Stralunati (Italo Svevo, 2022); i romanzi Parigi è un desiderio (Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017), La vita adulta (Ponte Alle Grazie, 2021). Per la saggistica: L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003), La confusione è ancella della menzogna (Quintadicopertina, 2012),  La civiltà idiota. Saggi militanti (Valigie Rosse, 2018). Tra le traduzioni, Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo, per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.

Foto di Mylène Sarant


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