
Dalla prefazione di Anna Maria Curci
<<Sono molte le immagini evocate dal neologismo Tenebrezza, scelto dall’autore Davide Cortese come titolo di questa raccolta; sono immagini volutamente contrastanti, giacché alla tenerezza dello sfogo del cuore e dell’effusione si affianca la “triste tenebra” della malinconia, della mestizia che offusca lo sguardo, dall’interezza del dire non è disgiunta l’ebbrezza della luce sorgente di amore. È in questa varietà di immagini, suggestioni e sentimenti opposti e complementari che si manifesta uno dei tratti più importanti di Tenebrezza. Allo stesso tempo, c’è un tratto che conferisce unità a questa varietà, vale a dire la costante presenza di un alter ego, di un’altra dimensione, di una qualità o un’entità che è il rovesciamento, il contrario, il “compagno segreto” di ciò che di volta in volta si palesa (l’io lirico, l’interlocutore) o viene posto all’attenzione … Il tu al quale l’io si rivolge è così presente nei testi di Tenebrezza, da avere il potere di occupare la coscienza e di concedere la grazia di un sorriso, temporanea interruzione al flusso del dolore. Eppure l’io prosegue nel definirsi in risposta, talvolta anche in contrapposizione al tu. Se quest’ultimo muta – amante, madre, terra natia (la Sicilia) o straniera (la Namibia di un componimento), l’io e il suo alter ego restano un elemento costante, prospettiva sul mondo, ponte, mano tesa per la preghiera, l’aiuto, il perdono, il bene operoso>>
Ti guarderò nel mattino
gettare lontano uno sguardo.
Verrò a darti l’addio
senza dirti addio mai.
Cadrà un tuo sorriso
che raccoglierò piano.
Una briciola che stringerò
prima di spiccare il volo.
*
Mi soqquadra
il tuo sguardo.
Dice un blu
che cielo dopo cielo
è stato azzurro
e bianco nuvola
per tornare blu
fino a me.
E i miei occhi nero rondine
ti volano dentro.
*
Cade dentro me il tuo nome
quando lo dico.
Come un seme
di cui io sarò il fiore.
*
Crollano l’una accanto all’altra
tutte le estati segate dalle cicale
*
Le fiamme che bruciarono
il libro dell’innocenza
non erano che gigli
guardàti attraverso la carta rossa
di una caramella.
Davide Cortese (Isola di Lipari, 1974) ha pubblicato la sua prima silloge poetica, Es, nel 1998. A questo libro sono seguite le sillogi: Babylon Guest House, Storie del bimbo ciliegia, Anuda, Ossario, Madreperla, Lettere da Eldorado, Darkana, Vientu (poesie in dialetto eoliano), Zebù bambino. Nel 2015 ha ricevuto in Campidoglio il Premio Internazionale “Don Luigi Di Liegro” per la Poesia. Nel 2023 ha ricevuto a Firenze il “Premio La Chute alla Poesia”. È autore del romanzo Tattoo Motel, di due raccolte di racconti: Ikebana degli attimi e Nuova Oz, della monografia I Morticieddi–Morti e bambini in un’antica tradizione eoliana e della fiaba Piccolo re di un’isola di pietra pomice. Ha curato l’antologia-evento Young Poets * Antologia vivente di giovani poeti al Teatro Aleph di Roma, Gioia. Antologia di poeti bambini (con fotografie di Dino Ignani) e Voce del verbo vivere – Autobiografie di tredicenni. Malizia Christi è il suo ultimo lavoro edito Croce Libreria, 2024.
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