capone

dalla prefazione di Massimiliano Bardotti

Per fede il poeta si fa terra di campo

Sono sempre rimasto estremamente affascinato dalla relazione fra poeta e poesia. una relazione misteriosa, indicibile, sacra. Sarà indubbiamente noto come in certe tradizioni orientali il simbolo della poesia siano le foreste di bambù. Quando soffia il vento le canne emettono suoni meravigliosi. Chiunque abbia assistito a tale spettacolo usa sovente la parola miracolo. Le canne di bambù sono il poeta, il vento è l’ispirazione, la musica è il miracolo della poesia. Le canne senza il vento non possono emettere alcun suono, ma anche il vento, che soffia dove vuole e quando vuole, ha bisogno delle canne per cantare il suo canto.
Ecco perché i versi di Eleonora, la prima volta che li ho letti, mi hanno tremendamente colpito, per la chiarezza con cui dichiara il suo servizio. Il poeta è un fingitore, scriveva Pessoa. No, non credo, il poeta è un servitore, serve così profondamente e completamente da scordarsi chi è, o chi vorrebbe essere, per diventare quello che la poesia ha bisogno che sia. Ecco allora che se la poesia nasce solamente nel campo, e lo fa come fiore spontaneo, allora non ha altra via la poetessa che farsi terra di campo. […]

VI

Dal giorno in cui tu sei venuto
tutti i cieli sono fatti cieli delle stelle
e fino a questo giorno solamente
avevo io saputo solo il buio.

XIII

Il mattino chiama gli uccelli
ed io insieme a loro mi aduno
insieme mangiamo alla mensa del Cielo.

XVIII

Quando nulla mi viene chiesto e nulla io chiedo
e nulla esiste tranne l’aria che mi ama tutta attorno al viso
è pronta la mia anima bambina a farsi grande.

XXVI

Entro nel fiume con le gambe nude
con le vesti arrotolate fino al ventre
affinché ogni parte mia si bagni
e di me ogni parte incontri l’acqua e la conosca
e l’acqua riconosca me in ogni mia parte.

LV

Che la bocca del Cielo ci baci la mente
così che noi siamo gli amati del Cielo
così che noi siamo gli amanti del Cielo
come un minuscolo uccello che in volo
onora l’immenso.


Eleonora Nitti Capone ha conseguito la laurea triennale in Lettere Classiche presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna dove frequenta attualmente il corso di laurea magistrale, ha pubblicato Maria dei Meschini (Oltretuttolibri 2018), Primo Fuoco (Musicaos editore 2019) e La Parola Buona (Animamundi 2020).
Ha partecipato alle raccolte poetiche Sulla Paura – parole in soccorso ai tempi del coronavirus (Animamundi 2020) e I cieli della preistoria – antologia della nuovissima poesia pugliese (Marco Saya 2022).
Ha partecipato alla scrittura del brano De Finibus Terrae per il disco Leuca di Rachele Andrioli. È stata ospite in vari festival di poesia come l’International Poetry Festival of Smederevo in Serbia (2023) a seguito del quale alcuni suoi testi sono stati tradotti e pubblicati in serbo. Dal 2019 porta in giro spettacoli di musica e poesia; lavora con il teatro ed il canto. È nata nel 1998 e vive tra il Salento e Bologna.

 

https://www.italicpequod.it/books/per-fede-essi-chiusero-le-fauci-dei-leoni/


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