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Dalla prefazione di Paolo Di Paolo

[…] Ah, il vento nei film di Fellini! Ho sempre pensato che richiedesse un affondo enciclopedico, ma a Francesco Cosenza bastano due versi per dire quasi tutto. La sua voce è appassionata – dico letteralmente: di chi è mosso o acceso da passione; da – direbbe Peter Handke – appetito per il mondo. «Spostare Settembre sui palmi», chiedersi in quale stanza dormisse D’Annunzio; ciò che legge, ascolta, ama – da iperlettore, da cinefilo, da essere umano che fa spazio alle arti – si impasta a ciò che vede; ne risulta una matassa inestricabile di vita vissuta dal vero e vita vissuta per interposte parole note immagini; un colloide di fatti e sensazioni e nebbia e «alfabeti capo volti». Trasforma la nostalgia e trattiene respiri di scorta. Apre una playlist e ascolta le colline parlare. È una poesia lieve, nobilmente, ed è una poesia ricca: dà a ogni verso la sensazione (maestosa, salvifica) che ci si perde parecchio, a non vivere.>>

La panchina della sera

Qui sono al sicuro
è dove gli alberi parlano
contorni ritorni di volti
e l’odore azzurro degli anni.
Mi vengono a trovare
le campane delle sei
e parlano colori pastello
tra l’Inghilterra e il viale
linee memorie e pareti di cuori
concerti pieni
al crepuscolo.
Qui è dove gli occhi
hanno imparato a sentire
fondali toccati nei suoni
tra l’immaginazione e le pietre
Warhol e Fellini
e il sorriso del sacrestano
che apre e poi chiude
quel cielo guardato
e Titina che passa
a salutare le stelle.

Lettera da una goccia

Ho sporcato il White Album
soffiato piano sul lino
della stanza numero 236
piove sempre quando passo
sul viale delle corse capovolte
dove veloce ho chiuso le mani degli alberi
per non giocare coriandoli
di flash ad elastici
sulle sedie del cinema
e poi il tornare a cercare
raggi nell’ombra è cosa da retorici
amanti di dolori da fiction
dove tutto finisce bene
del passato amo solo
il finale di fuga di mezzanotte
e quella musica verso la Grecia
e tutto il futuro lanciato
sul vetro di una macchina ferma.

Sonno

Ho voglia di dormire con te
un sonno pulito
senza sogni
di due corpi e uno solo nel giorno
che inizia piano
lontano dalle cose
senza una parola.


Francesco Cosenza è nato a Potenza dove vive e lavora. Giornalista, pubblicista ha collaborato con numerose testate giornalistiche locali ed è membro del comitato di redazione della rivista scientifica trimestrale di varia cultura Leukanikà. Collaboratore del “Premio Letterario Basilicata”, ha pubblicato le raccolte: Passaggi, Blue, Insight, polaroid40.

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