arianna

Dalla prefazione di Imma Guarasci

<<Chi è Arianna? È una figura mitologica, una donna realmente esistita o il frutto della fantasia? Un corpo, un’anima, la eco di una o più donne, che tentano di attraversare i vicoli ciechi di ogni tempo e di ogni spazio, cercando di sciogliere i propri nodi e di riavvolgere le proprie matasse intricate. Il filo delle parole di Doris Bellomusto, le splendide illustrazioni acquerellate e i collage di Tiziana Tosi, ce lo raccontano. Arianna assume le sembianze dei nostri mostri interiori, delle vergogne, delle ferite di abbandono e della paura della morte. Il suo “dono” è quello di condurre gli altri fuori da quel labirinto e forse anche da sé stessa. Ha perso l’orientamento, nei vicoli della propria Anima, per salvare Teseo e ora non sa bene quale sia la sua casa e se valga ancora la pena di amare … Arianna rinnega il suo stesso nome e si veste di abiti e di oggetti contemporanei che sono l’ombra e la proiezione del suo passato. Arianna sono l’Io di ieri, di oggi e di domani. Indossa qualsiasi nome… Le pagine di Doris Bellomusto e Tiziana Tosi rivivono e attualizzano una figura mitologica che attraversa il tempo e gli spazi geografici, generando nel lettore una catarsi: il lamento di Arianna abbandonata, il suo urlo disperato, trasmutano il presagio di morte in eco di speranze d’amore e vita.>>

Io sono Arianna, ho un nome aperto come il mare che circonda Creta. Di me
non sapete niente e sono qui per svelarmi, spogliarmi, offrirmi ai vostri occhi,
senza inganni.

*

La conoscete tutti la storia del labirinto e del Minotauro e di Teseo che
finalmente uccide il mostro e trova l’uscita grazie a me che gli porgo il filo.
Quel che non sapete è chi era davvero il Minotauro.

*

Amore è quasi anagramma di mare.
Forse quel che mi manca non è l’amore.
Forse a me manca semplicemente quel mare sconosciuto che mi strappava a
Creta, alla colpa, all’appartenenza.
Forse, quando muore un amore, quel che manca è l’illusione, il gioco, il sogno,
l’ignoto, la via di fuga che l’amore, quando è ancora immaginato, sembra
poterci dare.
Da qui non posso più scappare.
Da qui devo ricordare chi sono e devo saper tornare al mio indirizzo.
Devo tornare a casa.

Dalla postfazione di Silvia Turci

<<Un filo rosso. Una caverna. Un ventre comune che crea connessioni indelebili e viscerali, quelle di Arianna e il Minotauro. Un’appartenenza che trova voce solo attraverso il perdersi e il ritrovarsi. Al di là della dualità. Disidentificarsi nel volto dell’altro, quello di Teseo, per rinascere a sé in nuova forma. Completa. L’Amore. La storia di Arianna, così come ogni vicenda mitologica, apre lo spazio a diversi sguardi e chiavi di lettura trasversali alle vicende umane di tutti i tempi, a partire dal luogo catartico in cui si svolge il nucleo della vicenda, il labirinto. Tortuoso e difficilmente praticabile, questo dedalo è prima di tutto rappresentazione di un mondo emozionale complesso, aggrovigliato, percepito molto spesso come un posto angusto e inaccessibile, dal quale sembra non esserci via di uscita. Un luogo simbolico iniziatico che chiede di entrare in profondo contatto con la nostra parte istintiva, con le nostre ombre, col Minotauro che vive nei nostri abissi e che necessita di essere riavvicinato per sublimarlo e ritornare ad a-mare. Amare, partendo dalla propria origine, dalle acque primeve, dal centro della nostra Essenza, da quel grembo che ha dato la vita per rinascere a noi stesse integrando luci e ombre, istinto e ragione, cuore e scelte. Arianna -dal greco “ariadne”, casta, pura, molto sacra- e il fratello Minotauro, metà uomo metà bestia. Due facce della stessa medaglia unite da un filo, un principio divino. Quel bandolo della matassa che ci può portare fuori dalle vie tortuose della mente solo se accettiamo la sfida di abbracciare ogni sfumatura del nostro Essere. Ma questa storia ci narra di una fanciulla, volto di tante donne e dell’umanità intera separata dal suo femminino sacro, dall’Io Istintuale, racchiuso e fatto prigioniero nelle profondità della psiche>>


Doris Bellomusto si è laureata in lettere classiche presso l’Università della Calabria, insegna materie letterarie presso il “Liceo G. Pascoli” di Barga (LU), dove vive dal 2011. Non ha mai dimenticato né i suoi studi classici né le sue radici meridionali. Dalle sue inestinguibili nostalgie sono nate le raccolte di poesie Come le rondini al cielo (edizioni Tracce, Marzo 2020); Fra l’Olimpo e il Sud (Poetica edizioni, Luglio 2021); Nuda (Ladolfi editore, Giugno 2022). Per la casa editrice Le Pecore Nere ha scritto Ti abbraccio, Teheran e A corpo libero. Direttrice della collana “Foglie” per la stessa casa editrice è arrivata seconda al Premio Nabokov e al Premio Le Ragunanze.

Tiziana Tosi (illustratrice libro), insegnante di italiano e arte nella fascia d’età 6-10 anni. Laureata in Scienze dell’Educazione. Un’unica grande passione: l’illustrazione e l’ideazione di storie per bambini e adulti. Ha illustrato per la casa editrice Indomiti pensieri differenti il testo Orso Palloncino. Pubblicato dalla casa editrice La strada per Babilonia Nalin e le cinque saggezze di cui è coautrice e illustratrice. Con Voglino editrice sono usciti gli albi Un mostro piccolo, piccolo e Chi salverà il Natale? Nel 2023 Il pescatore di nuvole in italiano e inglese con La strada per Babilonia e La mamma è mia e Ti trovo per la casa editrice La fabbrica dei segni. Nel 2024 ha illustrato Ti abbraccio, Teheran per Le Pecore Nere.

https://www.lepecorenereeditorial.it/?product=arianna


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