Forse la poesia
è coraggio mancato
ammutolito dalle convenzioni
che prende altre strade
l’alta marea delle parole
in cui si inabissa
per riemergere purificato
e baciare la verità.


[Da Memorie di una Janara – Delta 3 Edizioni 2024]

Me lo racconta la pelle d’ambra
braciere a incendiare la sacra betulla
malia a colare sul profilo d’estate
rinnegando lunari dimenticanze
chi era il contadino di questa terra

Gemma a rinnestare tempeste
sul filo teso dell’insolenza
sciolte le timidezze a posarsi
su frescure di rugiada
diventasti casa
nei diluvi sapidi e dolci al puntale

E poi vennero sorrisi a rinnegare i pianti
coriaceo perdersi per ritrovarsi
curva di lingua errante
silenzio nelle pieghe umbratili
disseccasti in armistizio la paura
trasparente e coraggiosa in slancio
inquilina nell’iride che blu langue

*

Eclissi e fumi di ginepro
risvegliarono echi di risacche
croste di salsedine e coralli
seni turgidi e caprifogli
nel ventre del mio abisso
i carnali misteri che offristi all’altare
annegarono al tramonto
assioma di lapislazzuli e cremisi

Case disabitate i nostri baci
perimetri di rivoluzioni e stasi
Ora s’annoda stretta
la ragione ai pensieri
rinnega il calice del miraggio
lacera speranze tra pelle e destino

Da luce a ombra il ripiego dell’errore
divenne turbine che taglia la quiete
prese il mio amore per farne pianto
e nugolo di calabroni
cielo storto di un oracolo muto
Le parole che non pronunciai
sparse hanno senso del suono
nel sepolcro di quest’assenza
…non tarderà la tramontana
a ubriacarmi


Poesie inedite

Tornerà la pioggia
avrà gli occhi verdi di settembre
spighe di grano a sfilarsi dorate
tra le braccia umide d’agosto
Faremo pane d’attesa
nei sentieri che portano all’autunno.
Assenze a chiamarci per nome
nel viatico dei venti

*

Quanti inganni nelle tue ciglia
di lacrime aliene
aprirono le mie sofferenze
come pomodori maturi
da seccare al sole.
Dissimulai il canto
per arginare nugoli di moscerini
e la mia scorza si indurì
nel cipiglio delle malelingue
Mai veramente assaporasti
ciò che ero
mutando come avvenne
per i terremoti di questi anni.
da pianura a collina

*
Lascia che io t’ami
nel silenzio di pietra bianca
come muschio che prende dimora
all’ombra del glicine
Ti te mi è compagna
l’assenza

*
Sappi…
c’è un momento
che pende dalle labbra
prima che la bocca si tuffi
nella dimenticanza
Luccica rubino
smarrito l’accento
nessuno lo cerca
È fenice intrappolata
nella cenere fredda
Se nessuno
morderà il pane
muffa sprofonderà nella mollica
Se nessuno
innaffierà la radice
il disseccamento tirerà le somme
sulle cuoia dell’albero
Se nessuno
incendierà le sterpaglie
il raccolto soffocherà nella gramigna
Ma primavera
salirà come primula
a innestarsi nei piedi
…se ora mi baci


Emanuela Sica, Avvocato cassazionista, giornalista pubblicista, scrittrice. Collabora con diverse rubriche su quotidiani/Tv nazionali e provinciali. Insignita di innumerevoli premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali per l’opera sociale, letteraria e culturale. Spazia dalla poesia alla narrativa, ricordiamo: “Anatomia di Anime”; “Assolo”; “L’Ultima Luna”; “La ragazza di Vizzini” (con M. Vespasiano); “Il caso Antigone” (con L. Anzalone); “Una storia senza fine”; “Il sogno di Edipo e mitici amori”; “Storia di una Violetta”; “Rosso Vdg Antologia sulla violenza di genere”; “Io sono la Rosa”; “Canne al vento” (Curat. con L. Anzalone ); “Il diario segreto di Giulietta” (Trad. in inglese a cura di A. Anzalone); “Heroides” (Curat. con M. Consiglia Alvino); “Io sono la Rosa”; “Radacina Regretuli” (La radice del rimpianto – Plaquette poetica bilingue italiano – rumeno). È Direttrice Artistica del Festival delle Radici; Destination Manager della DMO Irpinia APS; Direttrice della Glocal Com e della Collana Editoriale Plenilunio. Tiene corsi di scrittura creativa.


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