Dalla prefazione di David La Mantia

<<Emanuela Mannino ha oggi raggiunto ormai una cifra stilistica chiara, riconoscibile. Dopo le esperienze etiche di Sole ribelle e quelle appassionate di Eppure, questi Movimenti certificano la consacrazione definitiva di una fragilità inquieta, una fragilità, che, ossimoricamente, trova il coraggio di sfidare la morte ed il buio con la sua voce esile, in fuga, eppure salda nei suoi valori. E, non a caso, Forza è il titolo della sezione conclusiva. Gli aggettivi divengono centrali ed illuminanti, ma talora cedono il posto alle cose, ai corposi sostantivi di cui si riempie il testo, talora ampliandosi in modo doppio, quasi alla maniera futurista. Il loro uso detta i movimenti del tessuto poetico, conferisce senso alla silloge … Ma è un altro il punto più caratteristico della poesia di Movimenti. Il suo definirsi sempre in negativo, il definirsi, come in Montale, sempre come ciò che non vogliamo. È come esistere negando l’esistente, è come essere incapaci di conoscere davvero se stessi … nel mondo di Movimenti tutto tende a ripetersi, a tornare, a cristallizzarsi ed insieme a sfaldarsi. Perché Emanuela è diventata adulta. E del mondo degli adulti ha compreso le contraddizioni, le difficoltà, le brutture. Che sa superare, con la parola poetica, che si fa viaggio. E salvezza.>>



Padre

Mi manca
l’odore di tabacco spento
sul posacenere grigio tristezza
l’odore di pane e padre sul mio viso ingenuo
bambina
il tintinnio della felicità delle chiavi di casa
quand’egli rientrava nella mia solitudine
al riparo dall’ultima ombra materna.

Mi mancano
i suoi versi incastonati nel cielo
il luccichio lieve della sera
che scioglieva la neve
dei giorni orfani di pace.

Padre mio,
il cielo qui
è ancora al suo posto
ed io viaggio – ancora
tra gli spazi delle dita
__________________intrecciate alle tue.


Ennesima notte

È così che scendi su di me,
ennesima notte.
Ti appoggio sul mio seno
e mi addormento
come goccia di luna
nel buio
sereno.

 

Madre I

E tu madre, quale madre hai potuto?
Un sole mai morto, nei globuli bianchi
d’un sangue riverso e muto
su dolorose vie
di fiori perduti.
E le tue rughe, madre?
Pieghe di preghiera
sulla via dei quotidiani rimedi
tutte le pose senza posa
senza posa il cammino di un addio
per il germoglio dell’Eterno Amore
nel vuoto spiraglio
di una figlia mai perduta.
Io non mi perdo madre,
quale madre, non ho potuto
senza madre in madre
madre di vita io
ogni posa senza posa
e pace in terra
a questa tua figlia di buona volontà.

 


Emanuela Mannino è docente di scuola Primaria. Ha pubblicato per la poesia: Sole ribelle, Versi di bellezza e di resistenza (Ensemble, 2020); Eppure (Controluna, 2022); Erotanasie – Fantasie d’amore e morte – poema a due voci con Giannino Balbis (Macabor, 2023). Una sua poesia A piedi nudi fa parte del disco Old folk for new poets (New model label, 2021). Un’altra poesia è presente nell’antologia Negli occhi bambini – Poesie e voci per ritrovare il mondo dell’infanzia (Scrivere Poesia Edizioni, 2022). Per la narrativa ha pubblicato un micro-romanzo nel collettivo: Tina-Storie della Grande Estinzione (Aguaplano, 2020); un racconto in Congiunti – Racconti della pandemia (Ensemble, 2020); un racconto nell’antologia Cartoline dalla Sicilia (L’Erudita, 2023); una fiaba natalizia nell’antologia Un magico e prezioso Natale. Piccoli racconti per bambini di tutto il mondo (Macabor, 2023). Scrive per Le Finestre de L’irregolare, per Circolare Poesia, e fa parte della comunità Versipelle.

 

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