
Un’immagine persiste. C’è buio nel vestito,
sei tu, non è la stoffa nera di cui è fatto
ma il tuo lato d’ombra, si appoggia
allo stipite, spuntano alcune roselline,
si arrampicano sul seno, sulle ginocchia.
Non cedi alla tristezza, continui a salutare,
a dannarti lo sguardo, a mordicchiare spine,
ho addosso l’oscurità ferita dei bambini,
non voglio andare. Ti sei fatta estranea.
Per distrarmi conto i fiori all’uncinetto,
la tua testa si allontana, hai deciso,
rinunci, non mi tieni a bordo.
Sarà spesso così per il resto della vita.
*
Sei stata tu, mamma, a dirigere l’orchestra
delle mancanze di autostima di famiglia
una polifonia di insicurezze seguiva
arresa le indicazioni dei tuoi gesti
– ricordo di essere stata strumento
di sostegno, riempiendo di accordi i vuoti
fra acuti d’ansia e bassi d’umore.
È stato un lavoro di squadra,
ogni carenza si è fatta in quattro
per mantenere indisturbata l’altra.
A questo serve la famiglia, mamma
a non guarire.
*
Questo significa che tu adesso
come allora sali le scale interne,
la voce percorre il mio spazio
come un sibilo, di colpo lo riapre
prima che spunti tu nello sguardo
di un me altro – avviene, sviato
si manifesta ma non è illusione
o esserci di malinconia,
realtà piuttosto, in qualche modo
due volte ora, come le ortensie
azzurre che si spostano di memoria
in memoria per conservare
l’indiscussa bellezza del presente.
Vincenzo Di Maro da Un dialogo: ‹‹la poesia di Cristina ha la letale eleganza del samurai, la grazia del fendente portato con cura. Ed è a suo modo esemplare, nel senso che lucidamente racconta vicende – concretissime e personali – di una famiglia borghese fin de siècle, che cerca, malgré tout, di tenere la rotta in mezzo al naufragio economico e morale di fine Novecento.››
Cristina Simoncini è nata a San Giovanni Valdarno (Arezzo) nel 1966. Vive a Terranuova Bracciolini. Ha pubblicato poesie su riviste cartacee (Il Foglio Clandestino, Nova), su alcune antologie e su molti spazi virtuali (tra le quali Avamposto, Limina Mundi, Larosainpiu, Circolare Poesia). Linea di mira è la sua prima opera poetica.
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