*

Passione

«Sotto le vostre lampade di ghiaccio
nascete, vi accoppiate, gesticolate senza
suono, scalate briciole, sparite
soffiati via dalla scena. Ma quelli
a cui getto il mio filo di fuoco, marionette
divine, ardono il mondo nel midollo,
l’apparenza in sostanza e questa in nuova
fantastica apparenza; nella loro
supernova improvvisa o metàstasi tenace
fondono i vostri limiti e modelli
in vita estrema, in vera guerra la falsa pace».

*

Giorni nostri

Perduti nel fondiglio del non senso
sanguinoso o scoccati come note di flauto
da un silenzio di pietra ad un silenzio di stella –
i giorni nostri, giorni di creature divise
da corpi estranei (dal proprio corpo,
greve scafandro all’anima sirena)
da infrasuoni, ultrasuoni, dalle parti in commedia
fraintese, improvvisate o sconosciute:
giorni accesi da secoli e millenni
di stracci e di pietà sopra arroganti rovine,
diamanti indecifrabili versati
in ogni cuore alla nascita, e lenti
in carbone di lingua comune trasmutati.

*

Poetica

Allora devi scendere
nel silenzio paziente d’acqua e zolla
e risalire nel brusio fogliante
di steli e braccia e duomi costellati;
allora devi spandere
l’anima nelle vene della pietra
fino alle pietre dure,
affilare il tuo acciaio in cruna d’ago, cucire
la carne ai sogni delle creature,
i ghiacci ai fiati.
Allora sei la cera nel sigillo,
alta sul tuo morire.

*

Adagio con fuoco

Non sollevare, ascolta
la dolce acuta polvere degli anni
limarti il cuore e accenderlo in cristallo –
l’ansia che scava di sospiri il petto
disciogliersi in certezza come il sale
della memoria in acqua lungoazzurra d’oblio –
sull’alveare antico della bocca formarsi
per voli nuovi altro miele perfetto –
ascolta la paura deforme, il rauco male
mutante che galoppa nelle vene fiorite
del giardino crollare distrutto come tuono
nel temporale; guarda svettare la tua sera
in marmo o neve al fervido raggio di primavera.

*

Scampo

A volte la prima ferita
mi assale, mi prende la vita:
la luce del giorno si oscura,
e l’anima, troppo matura
per nascere ancora, giù cade,
si sbriciola lungo le strade
d’acciaio rovente del mondo;
la cella dove mi nascondo
ha mura di carta improvvise,
crollate, bruciate, divise
dal tetto, che buio sprofonda
in una vertigine d’onda…
Mi salva il minuscolo legno
di questa parola che ho in pegno.

*

Maura Del Serra, L’opera del vento. Poesie 1965-2005, prefazione di Daniela Marcheschi, Marsilio, 2006

Maura Del Serra è nata a Pistoia nel 1948. Ha insegnato Letterature Comparate all’Università di Firenze. Poetessa, drammaturga, critico letterario e traduttrice (dal latino, tedesco, inglese, francese e spagnolo), ha raccolto le sue poesie nei volumi L’opera del vento. Poesie 1965-2005 (Marsilio, 2006) e Tentativi di certezza. Poesie 1999-2009 (Marsilio, 2010). Successivamente ha pubblicato Scala dei giuramenti. Poesie, aforismi e altro 2010-2015 (Newton Compton, 2016), Bios. Poesie, haiku, distici 2015-2019 (Le Lettere, 2020), Ali straniere. Poesie, haiku, distici, 2016-2021 (Newton Compton, 2022) e La parte azzurra del fuoco. Poesie 2022-2025 (Newton Compton, 2025). Ha dedicato numerosi volumi e saggi a poeti e scrittori italiani ed europei e ha pubblicato quindici testi teatrali in versi e in prosa. Fra gli autori da lei tradotti: Q.T. Cicerone, W. Shakespeare, M. Proust, R. Tagore, G. Herbert, V. Segalen, S. Weil, V. Woolf, K. Mansfield, D. Barnes, E. Lasker-Schüler, V. Ocampo, R. Kelly. Per la sua attività ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali. Suoi testi poetici, critici e teatrali sono stati tradotti nelle principali lingue europee.


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