
È l’improvviso la cifra che nomina passo passo l’inconscio rendendolo sensibile, a pennellate e a intrecci inattesi e così accadere nella parola, farsi in essa intimo fiato necessario all’esistere.
È respiro il verso, lo si accompagna mentre nasce tra le doglie, il cordone lungo del segno a donarsi al bianco, al foglio, al recidersi oltre la simbiosi e divenire. La dimensione dell’ascolto si pone come preludio intrinseco, esercizio strenuo per restare vigili nelle dissonanze del tempo e poter accogliere la voce mentre si fa parola, corpo del suono, semanticità tanto più aperta quanto più essenziale il nome, fisicità che attraversa dimensioni di incalcolati armonici e il verso che attende allo scoprirsi strumento, ventre di risonanza.
Come una narrazione d’amore in senso ampio, Poesia scardina le logiche e i dati di realtà; rarefacendosi, l’Io lirico vive nei correlativi emotivi che destrutturano per attingere al desiderio, alla mancanza, all’infinito del cercare.
si misura l’erba
che arrende alla falce
e tu non vedi
il mio passo nello stelo
scalzi petali lasciano
il melo, sfiorano
verdi al colpo reclini
– mattanza a distesa,
dogmi assiepati nel buio
latrare, ma i cani
sono tutti scappati, lo sai
dormo alla luce
vivo il disgelo
rispondo a una campana
il silenzio dell’abete
il metro del suo sguardo.
*
di quale luce tu che scorri
nel mio tempo e accadi
ora che il fiume raccoglie
la distanza giusta nell’amore
– proporzione sacra
il respiro, il mutuo specchio –
balugina tra gli occhi
una candela, ombreggia
i sassi delle sponde
scalda la piena del silenzio.
*
si dovranno rivedere
folle di volti, cartapeste
scavate tra il chiasso
– io cerco negli stracci di vita
i fori intagliati, gli occhi
sopra le voci, i boccioli spersi
d’aprile, il lento fiorire
i tuoi fogli a dirmi che il rosso
è vero e vero l’azzurro
il silenzio se nel buio canta.
Erika Signorato (Verona, 1971) deve la propria formazione agli studi classici e musicali, ai luoghi amati nel profondo (Trieste, Vienna, le Dolomiti), alla famiglia che tanta parte riveste nel continuo dialogo esistenziale. Vive a Treviso e da anni si dedica all’insegnamento del pianoforte e di Musica nella scuola. Immersa nell’esigenza della scrittura poetica fin da giovanissima, solo di recente ha iniziato a condividerla. Sue poesie e raccolte hanno riportato segnalazioni e riconoscimenti in occasione di premi e concorsi letterari; singoli testi risultano presenti in riviste, blog, reading e antologie. Per Delta 3 Edizioni è stata pubblicata la silloge In levare (2023). La memoria del sale per puntoacapo Editrice è la sua seconda esperienza editoriale.
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