*
Dapprima il cielo di un biancore opprimente,
poi nuvole in caduta libera
a caccia di cime di alberi
(o sono loro stesse a correre incontro
alla decapitazione?)
Il gelo fende la foresta di pomposi faggi
annunciando la tempesta che arriverà
con il suo accento da delatrice.
Poseidone dalla faccia vermiglia
ridispone con un soffio le ombre degli alberi
allontanando la strada di casa
e provocando così
dentro e fuori la grotta della notte,
una nuova e incontestabile
guerra fratricida.
*
Nostra lingua
Irrimediabilmente giacciono sull’asfalto,
come nidi abbattuti, gli intonaci scrostati
della casa latina.
Umide lingue ne hanno fiaccato la tenuta
trasformandola in una casa d’argilla,
una casa di frontiera in cui non vige più
l’antico benvenuto, sostituito da un nuovo,
balbettante idioma che ne rallenta la memoria
e lo scorrere del sangue.
Perfidi uccelli ne attraversano le mura
in nome di una vagheggiante posterità.
Alta, assurda, assente
(e dissimulando noncuranza)
lei si limita a tamburellare con le dita
sul freddo marmo dell’immaginaria balaustra.
*
Mentre la luna si sta accomiatando
dopo una notte così così,
voci che non sono che ronzii
sperduti nel cavo degli anni, affiorano
difficili da riconoscere.
Voci simili a un antico sonoro
che chiamano giù,
nelle bisbiglianti acque del sonno.
*
L’uomo confuso
II
Cerca senza trovare nulla
oltre le alte finestre
e lungo il corridoio
dove staziona uno stormo di corvi neri e grevi
come una interminabile notte di calma piatta
su Gerusalemme.
L’uomo confuso ha imparato
la lezione peggiore: la felicità
è un disincanto, un pedale irritante
in si bemolle il cui rintocco
punteggia ogni momento.
Nulla è come appare.
Un estraneo dal respiro affannoso
con cui si è frettolosamente confidato
lo riempie di indizi ardenti
sulla possibilità di una seconda,
provvida occasione.
Per lui, frasi smozzicate e perdute
agli angoli della bocca.
Tutti i cinque sensi si ribellano:
il maestro sul podio è un impostore.
*
Un pomeriggio stagnante di fine agosto.
Non si sentiva niente, tranne il latrare
lontano di un cane.
Arrotolati i tappeti, riposti i libri,
nella bruna lucentezza delle stanze
mi pedinava l’ombra tormentosa
della partenza.
La sua nera silhouette tuttora incombe
sull’alto davanzale.
*
Tiziano Broggiato, Sorvoli, Luigi Pellegrini Editore, 2023

Tiziano Broggiato è nato nel 1953 a Vicenza, dove risiede. Tra i suoi libri di poesia: Parca lux (Marsilio, 2001), Anticipo della notte (Marietti, 2006), Dieci poesie, Nuovo almanacco dello Specchio n. 3 (Mondadori, 2007), Città alla fine del mondo (Jaca Book, 2013), Preparazione alla pioggia (Pequod, 2015), Novilunio (Lietocolle-Pordenonelegge, 2018) e Sorvoli (Luigi Pellegrini Editore, 2023). Tra i premi più significativi che gli sono stati assegnati: Montale, Unione lettori italiani, Sandro Penna, Città di Como, Paolo Prestigiacomo. Ha curato le antologie: Canti dall’universo. Dodici poeti italiani degli anni ottanta (Marcos y Marcos, 1988), Lune gemelle (Palomar, 1998), il libro di testimonianze Le città dell’anima. I luoghi dei poeti (Luigi Pellegrini Editore, 2017) e I padri della parola (Luigi Pellegrini Editore, 2022).
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