*

Se l’estate non ci viene incontro
fra breve
ci ritroveranno decimati
su questa punta di mezzanotte
dove animali dalle pelli ignote passano
badando a non toccarci. Passano
anche gli elicotteri e si allontanano
di poco, per riflettere. Chi
crederebbe ai nostri occhi?
Per cinquanta minuti una galleria del vento,
disse anche l’ultimo dei sopravvissuti;
ed io, scampata
perché scivolo meglio sui crepacci
sul cuscino immateriale che si gonfia
e si sgonfia nel cuore
e mi solleva, ho in nodo
una spalla slogata: afferrare
per sempre treni e navi fuori tempo, allargare
lo spazio per le vertebre spezzate.
E il cielo?
che da tempo ci copre con dolcezza, questo,
radar sull’arcipelago che trema, è lo stesso
che toglieva il respiro, in altalena.

*

NUBIFRAGIO

L’ultimo giorno d’innamoramento
ricordo, i bar deserti sul battello
feriale, il primo
della stagione di navigazione.
Niente di qui d’estate si discosta
dai freschi interni, i cassettoni a specchio
dei corridoi, a sud.    Ore come
intervallo, solamente, solstizio.
Melograni hanno acceso le giornate
più fredde, ed arance. Ora è
ora, in niente può ingannarmi
il volto che ha
scolpito sulla schiuma della riva
orientale, i capelli
ricadono sul collo, nascondono
la fronte, proiezioni
sulle elezioni, primi raffronti col 2008.
Più crudele dei mesi è questo senza
tempo d’acqua e di pietra.
Infuria un nubifragio il parabrezza.

*

INNAFFIATOIO

Dev’esserci un motivo se fiorisce
tutto questo minuscolo balcone
qual oasi travolta da un tripudio
mentre io boccheggio tra un divano e un letto
e un lavoro d’infelice quotidiano ostaggio.
Qualcosa sfugge dunque all’ostinato
passivo dei miei calcoli. Non tornano
davanti all’evidenza che c’è coloratissimo
un ritorno: prima, vera e potente la feconda
stagione della mia fatica se ne infischia
e dal fondo succhia ridente al mio estenuato
innaffiatoio inconsapevole l’istinto
a non lasciarmi rovinare. Cosicché
mi ritrovo dai germogli e dai fiori
ad apprendere più forte dell’amaro
che mi spinge l’amore irrigatore
ben oltre quel ch’io ne voglia sapere.

*

STAGIONE

Dalle immerse, dormienti in questa
placida prima di stagioni oscillanti
tra due rive posa una
felicità lasciata stare, sotterranea
mattina che avanza tra pietra e fiore.
Muove accesa la sera afferrata
alla lettera, attraversa in altitudine:
è distanza, ha congiunto improvvisi
clima a clima, due sole parole
complete nel buio selvatico.

*

SENZA TERMINE

Oggi voglio piegarti le magliette, le calze
e tutti quegli asciugamani, stendere
le lenzuola, ora che la centrifuga è finita;
prima riordino la tovaglietta blu, lì c’è tutto,
come si affolla tutto e si confonde dove
si uniscono due oramai
fatti a forma di pane,
spesa, letto. Lì ingorga amore e
non c’è pace nel cassetto
in cui da qui getto lo sguardo
invano per riporre canottiere che tu
non troverai fuori dal tuo disordine: io,
nel mio, sto facendo cose di mattina, strizzo
dentro la tazza il filtro come tu
non vorresti, in compagnia del panettone
sopra la credenza, fuori tempo
come tutto ciò che io sono: ché un’ora
antica ha dirottato il corso e lo serra
in ostaggio, senza termine.
Chi poteva saperlo che il gigante
fosse in agguato ancora per
ghermirci, ma dormiva
per tutta quella notte quando
senza osservanza, procedure, nulla,
noi dentro noi
cademmo. Senza termine.

*

Giusi Busceti, Ufficio del sole, prefazione di Maurizio Cucchi, postfazione di Angelo Lumelli, Stampa2009, 2022

Giusi Busceti è nata a Milano, dove vive. Ha pubblicato le raccolte Sestile (Corpo 10, 1991), A nucleo perso (LietoColle, 2007) e Ufficio del sole (Stampa2009, 2022); le plaquette L’innaffiatoio (Signum Edizioni d’Arte, 2001), Due Scatti (Madam Web, 2005), Buio Selvatico, con un’opera dell’artista Andrea Capucci (PulcinoElefante, 2017). Suoi testi sono apparsi su riviste, antologie e opere critiche, tra cui Italian Poetry 1950-1990 (Dante University Press, 1996), Vertigine e Misura, a cura di Marco Ercolani (La Vita Felice, 2008), Chi ha paura della Bellezza?, a cura di Tomaso Kemeny (Arcipelago Edizioni, 2010), Perturbamento, a cura di Marco Ercolani (Joker, 2017), OmbraLuce (BVS Edizioni, 2019). Ha collaborato con le edizioni Corpo 10 di Michelangelo Coviello, dal 1999 al 2001 alla collana di poesia Niebo, diretta da Milo De Angelis e alla rivista Manocomete di Giancarlo Majorino. È ideatrice e curatrice di numerose rassegne e manifestazioni poetico-musicali realizzate dall’associazione culturale – di cui è presidente – Casa della Poesia al parco Trotter di Milano, che dal marzo 2004 opera per la conoscenza della poesia anche nelle periferie multiculturali e nella scuola.


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