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Annotazioni
Ecco, dunque, il tuo quaderno di spine
è minuto, sai, rispetto a quello d’altri
non farne un vanto, né un oggetto raro
portalo con eleganza, con discrezione
non lo stanerai con la lama d’acciaio
con gli agglomerati di nuove molecole
ti sta parlando del lupo ferito
curvo sulle zanne
gli occhi d’allarme
inchioda col martello i bracci della croce
che siano proporzionati, perpendicolari
leviga il legno scuro, percorrine le vene
spiana con la lingua i margini scheggiati
lava mille volte i piedi dalla polvere
e poi avviati, e guarda bene avanti
la schiena diritta, le ossa che bisbigliano
non ti lagnare, c’è pace nell’ultimo raggio
il crepuscolo assopisce care le foglie
sbiadisce la furia bionda del grano
un tepore verde sale da teatri d’erba
che piegano al tintinnare dei sistri.
Ecco, dunque, il tuo compito è questo
è più minuto, sai, di quello d’altri
non è vanto, né oggetto raro
ma solo una ferita gelida di luce
la tua più preziosa tenerezza
ora fatti calice
grembo d’ombra
è il tuo corpo che chiama casa.
*
Il cercato incontro
Affollare gli specchi
aprire crepe sotto i passi
tenere in tasca il proprio dolore
come un pugnale
questo l’allarme quieto
la possibilità incrinata
amara
che scoperchia il nero niente
in ogni cercato incontro.
*
Le mani
Dentro un vagone in corsa ci guardavamo le mani
avevamo la trasparenza di un’ora antica distesa
una sequenza di immagini noi due
i sorrisi piegati in avanti come girasoli
io piccolo animale ormeggiato a te
affidato il mio corpo al tuo grande
mio piccolo malato involucro
l’innocente premura dell’istante
un giardino d’inverno, un tepore di salvezza
la notte che ci vuole nudi e uniti ancora
nel più lontano amore che non conosce i discorsi
che non sa le parole.
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La legge dell’acqua
Il battere della pioggia sul vetro
foresta svelata intima foresta
la notte nel modo più indifeso, la fronte in disparte,
la discesa nella rotta, in bilico,
le gambe piegate nella legge dell’acqua
stelle nel nero il fuoco
il dolore di una musica piano
una sospensione vuota di sonno e di affetto
ti scrivo fragile di parole senza vergogna
fedele di tenero estremo amore.
*
L’amore degli umani
Essere toccati
in quel punto indifeso e segreto
dove depone il suo bene la parola esatta
che ci fa immobili in un battito da dentro
nella nostalgia profonda della cura.
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Isabella Bignozzi, Memorie fluviali, nota di Pasquale di Palmo, MC edizioni, 2022

Isabella Bignozzi, nata a Bologna nel 1971, vive e lavora a Roma. È odontoiatra, autrice di numerosi articoli medico-scientifici di rilievo internazionale. Ha pubblicato i libri di poesia Le stelle sopra Rabbah (Transeuropa, 2021) e Memorie fluviali (MC edizioni, 2022); i romanzi Il segreto di Ippocrate (La Lepre, 2020) e Cantami o diva degli eroi le ombre (La Lepre, 2023). Una sua prosa inedita è stata finalista alla 35^ edizione del Premio Lorenzo Montano. Suoi racconti, prose e contributi critici sono apparsi in varie riviste letterarie. Dirige la rivista online “L’Astero Rosso – luogo di attenzione e poesia”.
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Molto gradite, tutte, ma “LE MANI” che meraviglia!
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