*

ora è solo attesa
srotolare di corda tra le dita
contare i nodi, osservare con cura i segni
e in ognuno credere prossimo l’approdo

*

leggere ancora leggere non capire non credere
possibile rinunciarti col sorriso più spavaldo
sollevata sopra la piena che copre le cime degli alberi
misurata a contagocce a tappi a misurini
centoventi per cominciare poi di trenta in trenta
dicono manco te ne accorgi finché un giorno
leggi e lo vedi che la luce l’attraversa
che sta andando e non toccherà nemmeno terra
ma per capire dovrai leggere e ancora leggere
nelle pieghe della pelle gli occhi le pagine saltate
per disattenzione e leggerezza

*

vivi come il sole a mezzogiorno
immagine del brillare del tempo
che esplode che esplode nel mentre
vivi come lo straniero che tace
che non mostra i denti non getta il riso
ci incontriamo ma non per soffocarci di piume
ci incontriamo ma non per raccontarci parole
se pesa dunque sapere ciò che sai confida
che non brucerò il nido che non perderò la strada
perché sotto al fuoco che vaga la terra è immobile

*

tous les bruits désastreux filent leur courbe
questa dunque sarebbe la strada non l’abbandono
non il silenzio dei ritiri delle mani che sfiorano i libri
fatti trovare pronto quando il lago straripa dillo al mondo
non dare al male un avversario da colpire ma
scompari col corpo nelle parole leccale sono asciutte
levigale con le mani non armarti d’altre armi
ama come pioggia anche se l’argine non regge

*

se camminando raggiungi le rocce è la metafora di un riparo
dove forse già sei e vigile e calmo
non come la preda ma il desiderio davvero è la luce
riconoscilo è scaldarsi allo sguardo che riconosce
se camminando raggiungi un ramo è la metafora di un rischio
cadere è un attimo è tutto così scivoloso a partire dai nomi
ti ripeti che la vita non sta in queste né in quelle pagine
ti ripeti che la vita non sta in queste né in quelle pagine
se camminando raggiungi la vetta è la metafora della gloria
o della morte

*

Giuseppe Nava, Le attese, prefazione di Paolo Giovannetti, Vydia editore, 2021

Giuseppe Nava è nato a Lecco nel 1981 e vive a Trieste. Ha pubblicato Esecuzioni (d’If, 2013; premio Mazzacurati-Russo), Nemontemi (Prufrock Spa, 2018), Le attese(Vydia editore, 2021, prefazione di Paolo Giovannetti; Premio Gianmario Lucini 2020) e Guida (Battello stampatore, 2022). Suoi testi e traduzioni sono presenti su varie riviste e siti, tra cui InPensiero e Nazione Indiana. È stato uno dei curatori dell’antologia L’Italia a pezzi (Gwynplaine, 2014). Collabora come redattore alle riviste Bollettino ’900 e Charta Sporca.


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