
Dalla prefazione di Isabella Bignozzi:
Ogni poesia, con sforzo cartesiano, si può pensare abbia un’impalpabile sede eletta nelle geometrie immaginative e spirituali dell’universo: coordinate esatte del sentire e del saper dire del poeta; univocità che si genera irripetibile, per forze che sospingono e incalzano o al contrario detraggono e alleviano: nel crocevia di molti innesti e vettori, la poesia col suo palpito trova dimora, si adagia e respira. Irradia.
Il modo di Francesca Serragnoli di essere nella parola è peculiare: la si riconosce ai primi battiti d’ala del verso. Unicità che s’impreziosisce, nell’avanzare del suo percorso creativo, di una coerenza inscritta progressivamente in sé stessa, trovando attraverso le stagioni un baricentro sempre più puro, ortogonale all’immagine ripida, inattesa, di nitore perfetto. Vertici distillati da una struggente capacità di accorgersi: di creature e cose piccolissime. Le immense cose benedette di povertà.
E, all’interno di questa attitudine, un’abilità metaforica che va alla limpidezza tramite sinestesie persino stranianti: iperpercettività felice, di chiarezza anteriore, svincolata da rigori semantici o armature intellettive: deliziosa illusione, pur fulminea, di conoscibilità. […]
Il tuo sorriso
stringe una spugna
di mare caldo sul ventre
non sai quando apri e chiudi
cosa sia
cadere in quell’acqua
che ti cade dalle mani.
*
Sono l’ultima ad andare via,
l’ultima a rimanere
quando apri e chiudi la finestra
siedo in una panca di vento
alzo gli occhi dalla terra al cielo
come chi segue il volo di una rondine
rimango come quelli che vagano
nelle stazioni, nei bar
siedono come i clochard.
Quando apri e chiudi la finestra
il mio cuore entra ed esce come l’aria
e come l’aria ferma
nella notte
è l’ultima ad andar via
l’ultima a rimanere.
*
Vorrei ricevere la pioggia
immobile come l’airone nel campo
lasciare l’acqua scendere
l’acqua di essere qui
una cosa nuda fra terra e cielo
non essere nulla che il volo
che la preghiera
della preghiera essere l’ombra
ricongiungersi, riposare lì
sentirsi cadere rinascere volar via
Francesca Serragnoli (Bologna, 1972) è laureata in Lettere Moderne e in Scienze Religiose. Ha pubblicato le raccolte Il fianco dove appoggiare un figlio (NCE, 2003; Raffaelli, 2012), Il rubino del martedì (Raffaelli, 2010), Aprile di là (LietoColle-Pordenonelegge, 2016), La quasi notte (MC, 2020). È stata tradotta in varie lingue, suoi testi sono apparsi in antologie estere e in volume in Argentina, Spagna e in Romania.
https://internopoesialibri.com/libro/non-e-mai-notte-non-e-mai-giorno/
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