
imbarca cassetti e cortili
alla distanza ancora
di sbieco le stanze nei loro
canti ad angolo cieco
discinta sottrae tutti i nomi
non ci sono altri modi
alla lente di riduzione non
siamo protetti dall’addio
manca poco – l’ombra non ha confini da qui – un corpo estraneo – un altro udire e dire – tra le braccia – per nulla e tutto – ovunque – ogni volta non detta
*
essere la folla di noi stessi la terra malferma che disbosca i suoi eccessi con gli occhi abbeverati degli inverni
nel vento che sfibra l’erba il respiro si inventa la notte veglia il silenzio apparente delle stelle
i marciapiedi risalgono la ressa / nei solchi seminati in superficie / l’epica incessante fuori luogo / non a caso appassiscono apocalissi / gli abissi parcheggiati sui fondali
*
che le parole siano cardi
per verità infondate
fra seduzioni e azzardi i conti
non tornano
per distrazione ad alto
volume in bilico
lungo il foglio in nudità
reciproca all’erta
piuttosto a
buon mercato
dimenticarsi tra le pagine aperte – nelle crepe di un nome – non per forza di cose – a precipizio oppure nell’abbandono – o per forza – oltre le nostre forze
*
[…] Siamo, tutti noi, questa pagina disorientata di vita? L’una e l’altra? Una che si apre al desiderio e alla parola, l’altra che arretra verso l’ignoto e il silenzio. Una che vive di esposizione all’altro e di rischi, l’altra che si nutre di insufficienza e mistero. Inscindibili. Un foglio scosso dalla precarietà del vivere, illuminato da qualche tratto di bagliore. Riusciamo a farvi vibrare un sentire felice? A farne fulgore, oltre le gradazioni di una luce altalenante tra l’impermanenza e il calore? …
Forse esiste una terza pagina del foglio, quella assente, quella di un sentire felice. Una pagina che potrebbe dare forma a quello che alla vita appare confuso. Affrescare con tratti di fulgore il corpo precario e ferito dell’esistere. Farne intuire l’intero. Dipingere la luce ancora bagnata. Osare scrivere di felicità.
estratto dalla prosa Osare scrivere di felicità
Laura Caccia (Varallo Sesia, 1954), laureata in filosofia presso l’Università agli studi di Torino, con una tesi di estetica, relatore Prof. Gianni Vattimo, segue il laboratorio d’arte di Varallo Sesia con il Maestro Lino Tosi e si dedica per diversi anni alla pittura. Il passaggio alla poesia avviene con Asintoti (Opera prima, Anterem – Cierre grafica, 2004).
Nel 2012 si aggiudica il Premio “Lorenzo Montano” per la raccolta inedita con D’altro canto (Anterem edizioni, 2012). Nel 2013 il secondo premio “Renato Giorgi” con l’inedito Versi alveari. Sempre per la silloge inedita, nel 2011 è finalista al Premio nazionale di poesia “Arcipelagoitaca” con Levociinsorte, nel 2022 è nella terna dei finalisti al Premio nazionale “Elio Pagliarani” con La terza pagina.
Sue raccolte o poesie sono state musicate da Francesco Bellomi, Alessio Sala e il Conservatorio Bonporti di Trento/Riva del Garda, da Cosimo Colazzi e Motocontrario Ensemble. Sue poesie sulle riviste “Anterem”, “Le voci della luna”, “Osiris Poetry” e, on line, su “Anterem Carte nel vento”, “Blanc de ta nuque”, “Trasversale”, “La dimora del tempo sospeso”, “Punto2punto0”. Sue note critiche di presentazione e recensione di raccokte poetiche contemporanee, edite ed inedite, su “Anterem Carte nel vento”, “Trasversale” e su vari siti a cura degli autori recensiti, oltre che in alcune pubblicazioni degli stessi. È presente nell’antologia “Blanc de ta nuque II”, a cura di Stefano Guglielmin (Edizioni Dot.com.Press, 2016).
https://www.bookeditore.it/libri/la-terza-pagina/
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Magníficos.
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