*

Si può scavare nella scena del giorno
come l’occhio nel verde
basta un maestro piccolo, una guida
alla volta, uno che è linea di montagna
ramo di salice, lavanda, fatti così
perché lo spazio insegna a conquistare
il cielo dietro e più lontano
è libera pazzia che cerca ancora
e scava in fondo a sé, finché mi avvista.

*

Ma pensare, pensare è affrancarsi,
mentre che sogna addormentata nella terra:
in te che mi riguardi e sei
quello che sono
distendo questo mio corpo fedele
nato per raccontare della luna
quando va via da sé
quando senza più noi va da nessuno.

*

Come è duro salvarti
rinchiuso nella stanza celeste a girare col vento

il buio qui consuma
il suo nero totale ci riporta
vicini al grande giusto del nulla

ma edifico con te quest’atmosfera d’ombra
un aprirsi ogni volta più cieco
mio il ritmo
tuo il vuoto
tu che mi tieni in vita
io che ti tengo.

*

io amo chi siede
con accanto la sua cosa muta
e quando va a dormire
la contiene

come sapesse dove riposa tutto il peso

tutti questi passaggi della mente
che si spartiscono un’accensione

chissà quale fiammata

senza cui vivere è glaciale

*

Ma se quelli raccolti intorno a un fuoco
i rapiti da una così lontana cosa da non essere lì
se quelli che sono qui perché son corsi
dietro un’immagine che li ha trapassati
prima di andarsene
e dunque noi che sentiamo le voci
venire dalla notte
con le nostre parole e altri accenti
il loro insieme barbaro che sa le storie delle pietre
degli oceani
noi tradotti nel luogo sconosciuto per essere lacune
d’altri luoghi
segreti vivi che si pentono di non poter tacere

                                                                    alba ti alzi
                     cos’hai da raccontare che non sia
quello che porti nelle tue cellule di sole.

*

Silvia Bre, La fine di quest’arte, Einaudi, 2015

Silvia Bre è nata a Bergamo nel 1953 e vive da molti anni a Roma. Per Einaudi ha pubblicato i libri di poesia: Le barricate misteriose (2001), Marmo (2007), La fine di quest’arte (2015) e Le campane (2022), entrato nella cinquina finalista del Premio Strega Poesia. Sempre per Einaudi ha tradotto tre volumi di poesie di Emily Dickinson: Centoquattro poesie (2011), Uno zero più ampio (2013), Questa parola fidata (2019). Tra le altre traduzioni, Il canzoniere di Louise Labé (Mondadori, 2000), Il giardino di Vita Sackville-West (Elliot, 2013), Esercizi di potere di Margaret Atwood (Nottetempo, 2020) e Fuoco e ghiaccio di Robert Frost (Adelphi, 2022). Per Nottetempo ha pubblicato il poema tragico Sempre perdendosi (2006) e per Vallecchi Firenze il saggio Mistero (2022).


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