
“Così nelle parole è dire questo non definire
e raccontare e travolgere.”
Dare una definizione poetica suona in questo senso sempre alquanto approssimativo e destabilizzante, perché in fieri, anche nel corpus compiuto, la parola si fa suscettibile di possibilità, di capacità di visione; cresce nel soggettivismo dell’autore, ma necessita di un’oggettivizzazione e sebbene io creda la poesia ontologicamente necessaria, nonostante la visione anacronistica che rimanda a molti, ha a che fare con il dicibile e l’indicibile umano, con l’empirismo e non, con il vissuto e con quanto si anela, e come ossimoro, contempla vette, confini, auspica, si risolve, poi interroga, si richiude, apre a nuove domande. Poesia che è dialettica, pluralismo di voci, di vedute, ma che si fa duale ed infine univoca per l’autore. Nel soggettivismo poetico lo scavo è abnorme e si cala nell’intimo, filtra le sue forme, stravolge la sua quotidianità. Indaga. Poesia che è anche coscienza, e logos. Soprattutto per quel che concerne la personale visione poetica vanta un noi, che sconfina.
“Andremo”, questa visione pluralista spesso si pone in apertura o a chiusura, perché la poesia necessita dell’alterità, di uno scambio, di un Noi.
Ma poesia che può essere anche più intima e allo stesso tempo non risolversi, che è duale, e muove verso un tu che rappresenta il perno poi della narrazione poetica, il fulcro. La poesia come sovrastruttura della realtà, per certi versi non contemplata come portante, ma insita nella nostra cultura dai primordi, credo sia un bisogno connaturato all’uomo pertanto arduo tentare di definirla, giacché una definizione che per alcuni versa su diverse strade, su un diverso percorso, come è in fondo la vita, si fa riduttiva, ma se capace di smuovere gli animi, le coscienze, ha raggiunto già metà della meta.
Roma 11 Gennaio 2024
Enigmatico questo trascendere da tutte le occasioni
schiuse persino nell’ultimo bottone
di un bavero conservo te, né altre immagini
sono casa e muovono come foglie erose
dall’inverno queste mani che accarezzano
da sempre ogni tuo contorno, conoscono
languide le parole, ogni mio sguardo fanciullo
mentre fuori gela.
Così parlarti vorrei, dirti che mi animi,
di questi anni lasciarti pure breve il paesaggio,
e certe musiche che sanno di stornelli e le poesie,
sepolte in ogni dove, e poi schiuse al cielo.
E se distanti sono i giorni e le periferie
saranno canti
boccioli per queste ed altre primavere
future saranno, ci coglieranno nell’attesa
brulicante eppure a sera
nel riverbero
di chi non ci conosceva, eppure oggi
ci vede gioire accanto.
*
Per te donarsi, muovere nell’eterno fluire,
sapermi figlia, che ti somiglia un poco,
a cui ritorno, sempre.
Certe sere è come esserci, ancora guardare fuori,
scorgere oltre le cancellate il camino
e i tetti delle case, fare contorno
mentre la luna dall’alto luccica e ci irraggia.
Di tutte le stagioni sei la più bella
del tempo che è vissuto assieme
ancora, guardarti
e sapere così come ti so
guardarmi oggi che sono madre,
chissà che non sia simile
questo nostro propendere le braccia
questo schiudere gli occhi al sonno.
*
T’avessimo visto prima sorridere gli occhi
che sanno solo rendermi inerme, ancora chiedo
di quelle parvenze che furono i nostri sguardi,
mentre fuori spiove, e calano
sui pontili, sui terrazzi, parole che posano
e fotografano questi nostri giorni.
Spiove sul selciato del cortile da ragazza, sul sagrato,
che osservi e ignori, ai margini del paese, un brulicare
di gente, di carezze sommesse, un brusio
ricorda le nenie, il vociare indistinto della Terra.
Nella sera andremo allora per la strada indistinta,
andremo senza meta, l’importante sarà trovarci
saremo assieme tra gli uomini, conoscono
l’amore le tue braccia, le mie gelosamente
lo custodiscono.
Giada Giordano nasce a Roma nel 1989.
A tredici anni vince la Menzione d’Onore al Concorso Nazionale di Poesia “Un fiore per voi”, indetto dal Comune di Cervia.
Nel 2014 viene selezionata per il corso di scrittura creativa indetto da Rai Eri.
Nel 2015 vince il Poetry Slam al Roma Fringe Festival.
Suoi testi sono apparsi sulle riviste online e cartacee “Atelier online”, “Voce Romana”, “Euterpe”, “Patria e Letteratura”, “Poetarum Silva”, “Our Poetry Archive”, “Galaktica Poetike Atunis”, su “Arcipelago Itaca blo-mag”, su “L’Astero Rosso, luogo di attenzione e poesia”, su “Fara Poesia”, su “Poetrydream” di Antonio Spagnuolo, sul “Journal of Italian Translation” dell’Università di New York, sul “Periodico de Poesia” dell’Università del Messico e su “La Repubblica” di Bari. Un ulteriore componimento poetico figura negli Archivi del Centro Nazionale Studi Leopardiani. Alcune sue poesie sono state tradotte in spagnolo dal Centro Culturale T. Modotti. Un suo testo è apparso in occasione dell’Anniversario di Verso Libero.
Alcuni suoi testi sono in attesa di pubblicazione sulla Rivista Internazionale “Il Convivio”.
È risultata finalista in vari premi di poesia: Tea Poetry 2015, Premio Belli 2016, Premio Mario dell’Arco 2017, Premio Versus Sulmona 2017 e Premio Arcipelago Itaca 2017.
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