Sergio Bertolino, Resistenza e sparizione (Avagliano, 2023) Postfazione a cura di Giancarlo Pontiggia


Resistere al paesaggio, far sparire il dolore.
In questa raccolta in versi Sergio Bertolino si traveste nella goccia che scava lenta la pietra del silenzio. Rabbia, inquietudine. La parola viene messa a servizio del cuore e delle immagini che spesso tormentano l’autore (“Sono solo e vado a caccia./ Sono il suono. L’idea fissa”).

Divisa in quattro sezioni, la voce assume diverse tonalità e forme stilistiche. Nella seconda parte denominata “Calata”, assistiamo a un fervido abbraccio in dialetto calabrese. In questa occasione, Bertolino si lascia andare al richiamo di una terra tanto amata quanto abbandonata; prendendo i versi di Franco Costabile (“Calabria,/ casa sempre aperta.// Un arancio/ il tuo cuore,/ succo d’aurora.// Calabria,/ rosa nel bicchiere”).

Una poetica asciutta e sincera quella di Sergio.
Forte è l’eco di una bellezza rudimentale – senza colpi di grancassa – essa sedimenta in ogni angolo misterioso e taciturno.
Un testo ricco di suoni, natura, e un ricerca quasi spasmodica per la quiete che, però, non viene mai trovata. Ad alimentare la voce di Bertolino è proprio questo senso di irrequietezza, reso possibile soprattutto grazie alla sua spiccata sensibilità (“Io sento che dovrò sacrificarmi gli occhi/ perché uno sguardo mi salvi/ e dica nulla mi succede”).
Versi liberi e fluidi, dettati da quell’amore che a volte si fa resistenza, altre, ci accoglie come una tenera radice.

Patrizia Baglione