*

IV.

Ho fatto da padre a mio padre
forse ci siamo invertiti di posto
per capire se almeno così
poteva funzionare

io lo ho tenuto fermo di forza nel letto
quando cercava di alzarsi ma non ci riusciva
lui ha provato a colpirmi
mi sono lasciato insultare e
l’ho pulito quando ormai da pulire
restava soltanto la pelle attaccata alle ossa

e poi un giorno mi ha detto
io per te non avrei mai fatto questo
non so davvero non so
però da qualcuno devo avere imparato

*

III. VIENE BUIO PRESTO

Il tavolo con i piatti sporchi della cena
una bottiglia di vino bevuta a metà
e io penso a quando giuravamo
di restare insieme per sempre
                           abbiamo mentito
                           l’eternità non esiste
amare è un verbo che ha senso soltanto al presente
così prima che tu possa sparecchiare
allungo la mia mano per stringere la tua
come i bambini che non vogliono dormire
                            perché hanno paura
                            di non svegliarsi più

*

VI. NEL GIORNO DEL QUARANTANOVESIMO COMPLEANNO

Adesso sono sulla punta della vita
da qui si vede lontanissimo
in ogni direzione

mio nonno che dorme sulla poltrona
con un gatto marrone sulle ginocchia

il pallone calciato verso la porta dell’autorimessa
una volta su trenta si infila nel sette
e io divento Anastasi

i seni piccoli di mia madre sotto la vestaglia
quando si piegava per rifare i letti e poi tu
quando ho visto il tuo corpo per la prima volta
ho pensato che finalmente
il mondo mi aveva perdonato

i figli che i miei figli
adesso dicono di non volere mai
e speriamo che uno almeno sia bambina

io che invecchio peggio di te e allora
per strada dovrai
ricominciare a tenermi per mano
tutto adesso è qui

la cura con cui mio nonno sceglieva le parole
è diventata il mio silenzio
un pallone sgonfio da calciare in giardino
tutto adesso è qui

e come un arto amputato
sento già il calore della mano
che ancora non mi hai dato

*

VII.

Sono composto come tutti al settanta per cento di acqua
otto per cento di qualche altra molecola destinata a decomporsi
      almeno lo scrivono i libri di biologia su cui ho studiato
cinque per cento di rabbia che è il mio peccato originale
dieci per cento di amore che poi ha le stesse radici della disperazione
                                           ma preferisco dire amore
dieci per cento di lutti
cinque per cento di gioia che è il sorriso con cui mi illumini tu
due per cento una serenità congenita e incurabile
                                      non ho fatto le somme
se tutto insieme fa più del cento per cento
si spiega perché da anni sto qui a dibattermi in me stesso
e non mi basto mai

*

IX. KETTLER

Quando i bambini erano piccoli
mi piaceva da pazzi portarli alle altalene
salire su quella accanto a loro
con il pretesto di tenergli compagnia
e dondolarmi in quel modo che stringe il fiato
quando all’apice del volo ricadi verso terra
ma non la tocchi mai

adesso no
non devo più accompagnare nessuno
ma le altalene in giardino non le ho mai smontate
                                         non ho più scuse
                                         non cerco scuse
vediamo se sono cresciuto abbastanza
per affrontare la gioia da solo

*

Francesco Tomada, Affrontare la gioia da soli, Pordenonelegge-Samuele Editore 2021

Francesco Tomada è nato a Udine nel 1966 e vive a Gorizia, dove insegna Biologia e Chimica nelle scuole superiori. I suoi testi sono apparsi su numerose riviste, antologie, plaquettes e siti web in Italia e in altri paesi, e sono stati tradotti in una quindicina di lingue straniere. Ha pubblicato le raccolte L’infanzia vista da qui (Sottomondo, 2005), A ogni cosa il suo nome (Le Voci della Luna, 2008), Portarsi avanti con gli addii (Raffaelli, 2014), Non si può imporre il colore ad una rosa (Carteggi Letterari, 2016, anche in traduzione greca), Poesie 1995-2014. Un’auto-antologia (Collana “Autoriale”, Dot.com Press, 2016), Questo è il mio tempo (Scalino di Sofia, 2016),  Affrontare la gioia da soli (Collana Gialla Oro, Pordenonelegge-Samuele Editore, 2021). Ha curato un’antologia sulla produzione letteraria della Provincia di Gorizia dal 1861 ad oggi. È coinvolto in diverse iniziative di divulgazione della cultura. Fa parte della redazione del lit-blog “Perigeion” e della rivista “Smerilliana”.