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Sono nata a pugni chiusi
e a pugni chiusi
rimango a fare muro alle stagioni.
Vorrei poter andare via con l’aria
come i turisti che sciamano leggeri
dentro la sera ferma dell’estate.
Ma stringo sempre meno, tra i capelli
raccolgo tutta l’acqua che non piove
e quando i fuochi impazzano mi pianto
contro le linee accese dei destini
come l’ultimo boato senza luce.

*

Tutti i miei anni identici li lascio
in fila nei cortili e sui balconi
come i giocattoli che a fine pomeriggio
rimangono per prendersi la notte
e passano i mattini ad asciugare
e perdono colore a poco a poco.
Ogni volta che mi fermo faccio casa
in ogni casa faccio i miei cortili
di noia abbandonata che rimane.
Forse possiamo vivere soltanto
in queste due nature senza pace
chi in ogni cosa abita e chi passa
da sempre
chi fa il vento e chi fa il muro.

*

Quando tu vuoi la calma dell’aria
come un’estate che a lungo si trattiene
in un attimo rovescio il cielo.
Sono una stagione che si rivolta
ce l’ho in faccia come un inganno
quest’aria aperta da città di mare.
Invece sono sempre stata questo
una piccola belva di bufere:
la verità delle città di mare.

*

Sono io la rondine bianca
la perfezione dello scherzo di natura
che non si vede finché non si posa
l’eccezione che sparisce contro il cielo
dentro la frenesia di tutti i voli.
Nessuno la crede capace
di arrivare dove tutte vanno
nessuno ferma il suo impazzire chiaro.
Sembrava solo quella che s’illude
l’intrusa scappata da un balcone
che non tocca la fine del mare.
Guardate come compie il suo cerchio
senza il marchio della disperazione
la rondine passata nell’inverno
quella che può resistere alla neve
che dorme bianca vicino a te.

*

Come è difficile per me e per te
lasciare andare via la giovinezza,
non ci riusciamo a romperla in un colpo
è la fatica di ogni cosa che muore.
Le nostre prove infinite di volo
posati accanto come bambini
che aprono gli occhi dentro piccoli addii.
Non è arrivata ancora una stagione
che non ci abbia colti di sorpresa.

*

Isabella Leardini, Una stagione d’aria, Donzelli, 2017

Isabella Leardini è nata nel 1978 a Rimini, dove vive. Ha pubblicato i libri di poesia La coinquilina scalza (collana Niebo a cura di Milo De Angelis, La Vita Felice, 2004), tradotto poi in Spagna (Ediciones de la Isla de Siltolá, 2017) con la cura di Juan Carlos Reche, e Una stagione d’aria (Donzelli, 2017); il saggio Domare il drago (Mondadori, 2018); l’antologia Costellazione parallela. Poetesse italiane del Novecento (Vallecchi Firenze, 2023). Le sue poesie sono presenti in diverse antologie,  in Italia e all’estero, tra cui Les Poètes de la Méditerranée (Gallimard, 2010) e Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Insegna Scrittura Creativa all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dirige il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e cura le collane Vallecchi Poesia per l’editore Vallecchi Firenze.

Foto di Daniele Ferroni