Urto mezzosecolare

La bufera che trabocca sulle spalle
fin giù sfarinando i libri
raccolti alle pendici marine,
la forza della vastità sabbiosa
a fronte del tempo che sa.
Migrati nell’abbondanza del mare
orientiamo il sentiero dei padri
al senso salino del fogliame.
Troppe cose lasciate cadere,
indumenti laceri, pretese di gesti
e furori che non serve riprovare.
La cenere sfaldandosi rimescola
antiche ombre che nemmeno scolpite
il tempo ha saputo lanciare
a questo riserbo decennale.
E le pietre dove sono capitate

***

Dentro il confine non si può stare, ma allungandosi
sui bordi s’incontra la timidezza del mondo, e la no-
stra vetusta crudeltà si scioglie nella solitudine. Iso-
larsi non è grave, tra valli e colline il verde è profondo
e la realtà assomiglia di più al vero che non è.
Ci sarà pure un passo in più sopra l’aria del mare,
quell’immagine comprensibile che vediamo sul Bo-
sforo.

***

2018-2020

Rifarsi l’ombra, nei gesti la forza
dal folto d’anime concrete
fra passanti devoluti all’astinenza del mondo.
E calpestando, calpestando le disfatte fumate di
cenere, benché cercando il piede della signora non si
sappia a quale lezione assistiamo.
Intorno, a distesa d’occhio intorno e intorno i carghi
arrembati non saranno più scopo.
Silvia non distrarti, veleggia veleggia…

***

Cosa nasce dopo di noi, le api
sorvoleranno il filo del confine
portando la memoria
occasionali fedeltà alle cime degli alberi
e la consueta rovina delle generazioni.
Chi nasce dopo di noi sognerà l’oltremare
e forse le malattie spariranno,
mani straniere per antichissime rovine.

                   *** 

Le api viaggiano, ma viaggeranno? Sbagliamo, in
mezzo alle onde e alle particelle, come non sapessimo
che coscienza e intelligenza si scontrano deflagrando.

***

III

Una pace spietata non sopravvisse
nell’altro mondo, il nostro era
da tastare nei segni per un lavoro
ben fatto mentre noncuranti
ai flagelli perdevano passanti nel nulla.
Su queste colline tue
animano radici i nascosti.
E che stacchino le sponde
dal vizio antico del girovagare
sulla schiena.

***

Questo spazio scontroso di particelle e onde, possia-
mo immaginarlo senza motivo mentre la storia non
si cura dell’immaginazione. Non potremmo essere
più diversi e aspri del mondo al suo ultimo pensiero.
In questa periferia faticosa, niente è gentile mentre
tutti guardano la destinazione degli oggetti violenti.
Insistiamo sull’Agnello.

III

Dal sollievo al sollevarsi, in ogni
gesto tuo rinveniamo la venuta
al mondo, certe volte una ballata
o conseguente elegia dov’era la strada
immutata dalla guerra, e forse le sirene.

Radicale, e pure morbida, l’ombra
rimane ai piedi del folgorato monte
non più lontana della vetta riunita
al cielo uguale di tutti, d’improvviso
schierato e posto nell’alto folto.

***

Avremo un tempo in cui i boschi saranno irricono-
scibili. E, sotto ai mari, ugual sorte. Sulle lingue di
terra molti avversari, deboli nelle loro credenze. For-
tezza, alle nostre età, non ci fece straparlare, trepidi
nell’anima e in nome ci siamo aggiunti all’epoca. Per
vedere, spazio da vedere, ancora.

***

Secolo aggiunto

Forse siamo, senza saperlo, i resti di un’Apocalisse.


Nota di Anna Ruchat. Non sono gli orienti buddisti di Giulia Niccolai e nemmeno “estranee polverosità”, gli Orienti in cui Elio Grasso ci traghetta con il suo libro più duro e forse più elegiaco. […] In queste liriche verticali e orizzontali (che nulla concedono alla prosa) si ripete la dinamica astratto-concreto, cifra del poeta, ma questa volta in uno sballottamento di onde, in un mare in tempesta, e le parole non ci salvano, anzi ci dis-orientano, ci scarventano alla deriva di quel mare che ringhia sui confini.


Elio Grasso è nato a Genova, dove vive. Tra i suoi libri di poesia: Avvicinamenti (Ripostes 1983), L’alleanza della neve (Laghi di Plitvice 1996), La soglia a te nota (Book Editore 1997), L’acqua del tempo (Caramanica 2001), Tre capitoli di fedeltà (Campanotto 2004), E giorno si ostina (Puntoacapo 2012), Varco di respiro (Campanotto 2014), Lo sperpero degli astri (Macabor 2018), Novecento ai confini (Campanotto 2021), L’angelo delle distanze (nuova edizione, Puntoacapo 2021). Nel 2015 il romanzo Il cibo dei venti (Effigie). Traduzioni: E. Carnevali, Ai poeti e altre poesie (Via del Vento 2012). T.S. Eliot, Four Quartets (Raffaelli 2017), W. Shakespeare, 60 Sonetti (Raffaelli, 2022). Scritti sulla poesia: Anni di poesia. Recensioni e interventi 1985-2019 (Puntoacapo 2020). Per molti anni ha lavorato nelle redazioni delle riviste “Anterem”, “Tracce”, “Steve”, “Arca”, “Capoverso”, attualmente è redattore di “Pulp Libri” e collaboratore di Puntoacapo Editrice.