La poesia ricopre un ruolo fondamentale nella mia vita; senza poesia non potrei vivere, come lettrice appassionata e, ovviamente, come autrice di testi.
Ognuno di noi è il destinatario della poesia e ne fruisce e ne gode interpretandola in modo personale e magari diverso ad ogni lettura, perché lo stesso testo poetico andrebbe riletto più volte, adattandolo al proprio stato emotivo.
C’è bisogno di portare poesia ovunque, nei più disparati contesti, ma soprattutto come forma di bellezza dove c’è più bruttura, penso alle carceri, ai riformatori, ai campi profughi, ai reparti oncologici degli ospedali.
Dal punto di vista stilistico, penso che ogni parola in un testo poetico dovrebbe essere minuziosamente selezionata, messa alla prova per rendere perfettamente un’emozione, una carezza, ma anche spesso un graffio sull’anima di chi scrive e di chi legge. Nessun testo poetico è infatti di proprietà esclusiva del suo autore, ma di chiunque, in un modo o nell’altro, abbia occasione di fruirne.
Ritorni
Ritorni come un dettaglio prezioso
nel puzzle che ho abbandonato,
come la prima traccia del cd lasciato
nello stereo, a chiedersi di noi.
Ritorni come le foglie sugli alberi
a rinverdire tronchi rimasti a lungo spogli
e non sai dire il perché del tuo ritorno
né quando giungerà netto il momento,
di un’altra ripartenza senza un lascito
e il bicchiere della staffa, lo sbuffo lieve
dell’ultima sigaretta, lo sguardo lungo
oltre le case e i giorni tutti uguali e attesi.
Ritorni come l’inverno quando piove
e il giorno si fa breve e io elaboro già,
distratta, la tua assenza, la fine schiusa
in ogni nuovo inizio. Tu canti e hai la voce
di ogni foglia e uccello pronto per la sua
migrazione e non c’è verso però che mi
trasformi e mi riporti a te, mi sciolgo
come la neve e attendo il tuo passaggio.
Il silenzio è neve
Il silenzio è neve,
che solo scioglie
il tempo dei ricordi
quando si inchina
il sole e lieve bacia
il mio orizzonte.
Non sporca il senso
distratto delle cose,
quando albeggia
nella tua finestra
e io stacco in un fiato
la mia ombra scalza.
Lo senti il freddo bacio
della morte, quando
il dolore serra ogni
punto di riparo e fuga,
quando il guscio è rotto?
Sono l’ultima goccia
che hai lasciato cadere,
il senso inverso del dire
senza suono né verso.
E se fosse
E se fosse l’inverno a esplodere
come uno scandalo, un raggiro
l’inevitabile navigare ai margini
delle strade possibili, superflua
la certezza che si vive come si ama
e che ad amare si impara.
Si fa virtù di un vizio, quel celare
il calore che ancora ci appartiene
e che la vita a stento ci trattiene
poi dal sublimare, circondandoci
di spine, dove deborda lieve
la parodia dei giorni brevi
e noi abitiamo altri paesaggi.
Viviamo, invece, di contaminazioni,
di vite fragili sussurrate appena,
scampate ai naufragi quotidiani.
Di radicale c’è soltanto il taglio
di ogni apocalittica visione,
di ogni paradosso e incoscienza,
che schiaccia agli angoli ristrettì
dalla notte chi ingoia solo pianto,
e se dici che è chic solo per farmi
arrabbiare, rido di chi non ha più
il coraggio di dare al pane e al giorno
la conferma che la meraviglia esiste
solo per chi non si accontenta di orli,
muri e confini, del sentimento definito
dal persistere di più di centomila ego
come frammenti sparsi invano,
il frutto di un’unica esplosione.
Valeria D’Amico è nata a Foggia, dove ancora oggi vive; è madre di tre figli e docente di lingua e civiltà tedesca in un istituto tecnico commerciale di Foggia.
Il suo amore per la poesia è iniziato molto presto, ma ha cominciato a dedicarsi con sempre crescente attenzione alla scrittura solo a partire dal 2014. Ha partecipato a numerosi concorsi ottenendo premi e riconoscimenti per le sue poesie, tra cui numerosi primi premi. Nel 2017 ha vinto il premio Ungaretti di Antologica Atelier edizioni, con la pubblicazione di una sua silloge dal titolo “La limatura del silenzio”, il primo premio per la sezione poesia inedita al concorso:” L’arte in versi” dell’Associazione Euterpe e il primo premio per la sezione poesia dedicata al tema della disabilità nel concorso “Albiatum”. Nel 2018 ha vinto il primo premio assoluto al “Premio Vincenzo Travaglini” a Fara San Martino, sempre per poesia in lingua italiana e il primo premio assoluto per la sezione poesia inedita in lingua straniera al concorso: ”L’arte in versi” dell’Associazione Euterpe, con una poesia in lingua inglese, nonché numerose menzioni d’onore in concorsi letterari nazionali e internazionali. La sua seconda silloge “Fragili miracoli“, Wip Edizioni, Bari, marzo 2019, ha vinto il secondo premio assoluto al concorso “L’arte in versi” 2019.
Recentemente ha vinto il primo premio per la sezione poesia inedita a tema libero nel concorso “La pelle non dimentica”, organizzato dalla casa editrice “Le MezzeLane”.
Sue poesie sono edite in numerose antologie di concorsi e pubblicazioni collettanee varie.