
noi Veneti non usiamo altri verbi
se non il passato prossimo
per parlare di un tempo
per questo
l’inchiostro dei miei ricordi
non asciuga mai
*
ci credevamo invincibili
nelle nostre strafottenti armature
da una mesata anche più
roteando vocii e calici sull’uscio per fumare
ingollando cibo industriale senza tenerne il conto
tanto è tutto compreso fuorché gli abbracci
*
salvami salvati salviamoci
dall’egoismo dalla supponenza
dall’anima sigillata dall’autoreferenza
sovrapponi la tua debolezza sulla mia
così sia
*
il rientro
il tavolo in granito
quali pareidolie avrà?
stessi volti stesse ombre
da trovare rapide
o nuovi fotogrammi
animeranno altri film?
dimenticherai quindi
odori di urea e alcol
con bucce d’arancia
chiodi di garofano?
riprenderai al guinzaglio
le memorie remote e quelle nuove?
*
SPUNTA PER IL VIAGGIO VERSO OVEST
una ciambella da gonfiare con la bocca
e la giuntura che ti graffia l’eritema
un libro con il dinosauro che salta fuori
e tu fai grrr e la faccia cattiva
tre spille sopra il bavero di jeans
e un pacchetto azzurro pallido di Gauloises
l’ultimo numero di Ciao 2001
con il poster dei Van Halen nella pagina di mezzo
la sciarpa fintoBurberry dei banchetti del mercato
i Ragazzi di Via Paal e un po’ di lacrime
che poi alla fine muore Nemecsek
uno zaino vuoto da riempire di silenzi
e riporci le scarpe quando camminerai
dentro te stesso
Claudio Dal Pozzo nasce a Verona nel 1967.
Di stampo umanistico, dopo gli studi classici del liceo, si laurea in giurisprudenza e management pubblico.
Lavora dal 1991 presso l’Università di Verona, dove attualmente coordina i servizi dipartimentali di Scienze Giuridiche.
Fin dalla sua prima adolescenza si appassiona all’arte, soprattutto a quella della parola: inizia da fanciullo a scrivere poesie e, a partire dai diciott’anni, recita in diverse compagnie teatrali veronesi fino al 2004.
La sua ricerca poetica, oltre a seguire la normale evoluzione che porta un ragazzo alla maturità, attinge a tematiche e a lessici contemporanei.
Saltuariamente partecipa a reading di poesie.
Recentemente:
Nel 2021 partecipa al XXVII Premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” (2021), Taggia (IM), risultando tra gli autori selezionati per la sezione “Premi speciali”.
Nello stesso anno riceve la segnalazione d’onore per la raccolta inedita “Spunta per il viaggio verso ovest”, nell’ambito della XXXV edizione del Premio Nazionale “Lorenzo Montano” (2021) – Anterem, Verona; con la medesima raccolta risulta vincitore della VII edizione del Premio Editoriale Nazionale “Arcipelago itaca”, Osimo (AN) nella sezione “Opera Prima”, con pubblicazione integrale della silloge per i tipi di detta casa editrice.
Nel 2022 risulta tra i quattro vincitori nella sezione poesia inedita del XXVIII Premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” (2022), Taggia (IM); si classifica al secondo posto nella sezione poesia inedita della XL Edizione del Concorso Nazionale di Poesia in lingua italiana “Umbertide XXV Aprile”, Umbertide (PG); risulta tra i finalisti nell’ambito della XXXVI edizione del Premio Nazionale “Lorenzo Montano”– Anterem, Verona, sezione “Una poesia inedita”, con l’opera “Calligramma”; risulta tra i finalisti della XXIII edizione del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano”, sezione “Poesia inedita”; è tra i vincitori dell’VIII edizione del Premio Editoriale Nazionale “Arcipelago itaca”, Osimo (AN), nella sezione “Silloge Breve”, con la raccolta “Suite per solo uomo in divenire”.
Nel 2023 con la breve silloge inedita “Photo exposition” riceve il Gran Premio della Giuria nella sezione “Insieme di poesie” del XXIX Premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” (2023), Taggia (IM); fa parte della Giuria della XXXVII edizione del Premio Nazionale “Lorenzo Montano”– Anterem, Verona; si classifica al terzo posto nella sezione poesia inedita della XLI Edizione del Concorso Nazionale di Poesia in lingua italiana “Umbertide XXV Aprile”, Umbertide (PG)
Note di lettura e suoi testi sono presenti in antologie, riviste online e stati recentemente tradotti in spagnolo dal poeta Antonio Nazzaro, per il “Centro Cultural Tina Modotti”.
Verso la fine del 2014 comincia a sperimentare un diverso linguaggio artistico inserendo su tela, ancora prima dei colori, materiali diversi. Il suo è da subito un approccio materico e astratto, capace di comunicare tutta la sua complessità, dove forte e chiara è l’influenza di pittori contemporanei e astratti.
Con un stile in continua evoluzione, e che va via via personalizzandosi verso una propria cifra, cerca di comunicare e di trasmettere l’energia dei pensieri, delle inquietudini e delle emozioni che lo avvolgono.
Suoi lavori sono presenti in collezioni private a Milano, Verona, Napoli, Moldavia, Rimini.
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