*

nell’ora in cui si destano sirene
di fabbriche sopravvissute
ogni pensiero si spegne.
navi fendono i bacini
sradicano fondali e celesti zone dei verdi.

le viscere della terra dei fuochi pulsano
                                          sulle mani dei demiurghi
un’aurora ingannevole desterà chi dorme
solo dai riflessi scorgo l’incendio senza scampo
della vita dilapidata.

*

le tue ceneri
alle bocche di porto
strappate alla salsedine
vengono sospinte dalle vele affamate
verso poche braccia di terra
verde incosciente

sola
la calamita della bussola
riposa nell’urna
che rammemora la città degli addii, l’ombrosa Lugano
e la diaspora che si scriveva col sangue
sulle mani.

appena qualche battito d’ali sulle bricole affogate, ascolta,
ecco le voci di bambini, vibrano
inseguendo i silenzi dell’ora

lapidi come leggii macchiati
                                          di muschio iridato:
resine, grumoli di papaveri, stelle, candelabri
che schiumano luci giallastre.
cipressi incastonati
parlano con le pietre deposte da mani pietose

per i tracciati di ombre, vociferano
i fogliami, scorze di cortecce
luccica di sale
                     il marmo.

*

Frasi musicali
abrasi appunti dove l’aspro
addolcisce le labbra,
il perdersi dei tocchi.

*

Di nuovo rassegnata ai brividi cardinati dai paesaggi
scorgendo ciò che si azzarda a rimanere,
dove il tempo smemora.
È il tocco che fissa ciò che resta.

*

Lasciami le ciglia disegnate
a mano sulle palpebre riscritte
dal sangue polveroso ritratte
custodite dal fiato più fitte.

Sprigionate dalla grafite
sull’orizzonte, tra le dita inscritte
più a lungo d’azzurrite scalfite,
in fonemi e sillabe trascritte.

Dove fluiscono orme, sonorità
disgiunte in fiere volute
néi, lobi, anse di voci, animosità

di profili ritagliati luminosità
rimembrate altrove, taciute,
del nulla preposizione di beltà.

*

Alessandra Pellizzari, Faglie, prefazione di Elio Grasso, Puntoacapo, 2017

Alessandra Pellizzari è nata a Verona nel 1967 e vive a Venezia. Storica dell’arte e insegnante, ha pubblicato le raccolte di poesia Lettere a cera persa (Lietocolle, 2005, con prefazione di Andrea Zanzotto), 12 testi per l’antologia 12 Poetesse italiane, (NEM, 2008, con testo critico di Francesco Carbognin), Intermittenze, libro d’artista con una partitura di Saverio Tasca (Bozzetto Edizioni, 2010), Mutamenti (Campanotto, 2012), Faglie (Puntoacapo, 2017, con prefazione di Elio Grasso) e Nodi parlati, edizione bilingue con la traduzione in inglese di Patrick Williamson (NEM, 2019). È presente con alcuni testi nell’antologia La mano scrive il suono, curata da Eliza Macadan (Eikon, Bucarest, 2014). I suoi testi sono ospitati in numerose riviste e blog.


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