
L’io frantumato, dalla prefazione di Franca Alaimo
<<La scrittura poetica di Lucia Triolo accade sempre in presenza della ragione anche laddove certi deragliamenti semantici sembrerebbero indirizzare ad una alterità immaginifica. Essi, invece, a fronte di una lettura oggettiva che tenga conto di una determinata e coerente impostazione strutturale, rimandano ad una postura filosofica di fronte all’accadere delle cose e ad una strategia espressiva che non mira ad alcuna visionarietà quanto piuttosto ad un’ironica e dolente disgregazione dell’essere.
Poesia e filosofia, del resto, sono state spesso messe in correlazione, sebbene la prima si esprima secondo una modalità singolare a cui non sfugge l’acuta e tagliente sensibilità dell’autrice con il suo accumulo di metafore e allegorie, in cui, come la poeta suggerisce in un verso, “il tragico soppianta / l’ironia”. La questione messa in campo da Lucia Triolo, ovverossia quella di un’impossibile unità identitaria in cui riconoscersi, è tra le più risonanti e complesse nella Filosofia e nella Letteratura dal Novecento in poi (nutrita come fu dall’avvento della scienza della psicoanalisi) … Il suo non è il silenzio pre-verbale, innocente cercato da molti poeti, ma una mancanza di senso, un disincanto radicale che non lascia alcuna fessura capace di accogliere la luce della speranza. Questo mondo che la poetessa palermitana rappresenta come un corpo smembrato e lacerato, pur mettendo in dubbio il senso ultimo della scrittura, non ne inficia la ricca e sapiente tessitura espressiva, confermando la qualità intellettuale lucida e robusta dell’autrice>>.
Il giaccone nero
sapevo poco delle
mie adiacenze
mi coglievo di sorpresa dentro
il giaccone nero
la cerniera inceppata
su una mollica di pane
dalla crosta spezzata
mi coglievo di sorpresa
a raccogliere
tutto quel pane ferito
Giorno per giorno
affittavo il mio io
giorno
per giorno
occasionalmente
pronta a pagarlo anche
a rate
talvolta lo pregavo di
non prendere
altro treno
di lasciarmi sognare
Buio
Con un sobbalzo
amo il mio buio e lo temo.
Non trovo le cose, le atmosfere
nemmeno me.
Non è più di così
nell’istante brevissimo in cui
tocco la fine
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Lucia Triolo è nata e vive a Palermo, nella cui Università ha insegnato Filosofia del diritto. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: L’oltre me (G.A. Edizioni 2016); Il tempo dell’attesa (Edizioni Il Fiorino 2017); E dietro le spalle gli occhi (La Ruota Edizioni 2018); Metafisiche Rallentate (Bibliotheka Edizioni 2018); Dedica (Edizioni DrawUp 2019); Dialoghi di una vagina e delle sue lenzuola (La Ruota Edizioni 2019); Debitum (Prometheus Edizioni 2021); Sulle pendici dell’altro (Macabor Editore 2022).
Suoi testi sono reperibili in diverse riviste di settore come <<Luogos>>, <<Bouquet>>, <<Frequenze poetiche>> e in autorevoli antologie.
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