In realtà, non ho ancora capito cosa sia la poesia.
Nei precedenti post dedicati alle mie liriche in questo intenso diario che è “La rosa in più” (e per i quali ringrazio di puro cuore i preziosissimi Daìta Martinez e Salvatore Sblando) avevo scritto che per me è l’espressione di un contrasto, ad esempio tra ciò che sento e ciò che so, tra parola e silenzio, tra concreto ed impalpabile, tra luce e buio, tra vita e morte… e che il poeta sostanzialmente è uno che vaga in quel “tra”. Ne diventa il medium.
Dicevo anche che la considero come una sorta di “realtà aumentata”, una possibilità di ampliare il proprio spettro percettivo e che sono sempre stata affascinata dal legame strettissimo, ancestrale, tra parola, voce e musica.
Oggi posso aggiungere che la poesia non è mai rimasta confinata nel mio mondo interiore: ho studiato per essere una cantante e l’ho sempre vissuta come atto politico e impegno sociale. Lei mi ha puntualmente seguito, sul palco come in strada, tra i manifestanti.
Adesso, sarà per l’avanzare dell’età o per una sopravvenuta epifania, sento che per me sta diventando soprattutto ricerca di intimità, di essenzialità, del centro profondo di ogni cosa. Sta diventando una scelta di silenzio perfino, di rifiuto di ciò che si percepisce come finto o retorico.
Fin qui il mio resoconto. Chissà, forse alla fine tutto ciò che c’è da scoprire sulla poesia è che non siamo noi a fare lei, ma è lei a fare noi.
Mai senza una luce
Chi ha disciolto
il tuo cobalto, mare?
Cosa decide il brivido
sul tuo dorso d’onde
e vuole che penetri, eterno
il pube scuro della scogliera?
Ditemi, anemoni, chi vi ha vergato
che vi ha posato, uno
per uno sul salmastro delle stoppie
aprendovi gli occhi ai voli migranti!
Lo sapete che a me, invece
han tornito mani per uccidervi?
Non so, cielo, tu come sopporti
la ferita immedicata del sole
come tolleri le scorribande di nubi
il ricordo dei tagli del vento.
Né perché partorisci muto vetri di stelle
e mai ci lasci senza una luce.
Paz
L’ora si è zittita
stesa nella calura
Chiudi quegli occhi
lascia sbalzare il cuore
dalla logica in corsa
Baci come farfalle
poi come ciliegie
Svestimi i pensieri
con bottoni di carne
e un’edera di mani
(Caroselli di voglio
bussano alla fronte)
Nel nodo di respiri
raccoglimi, spargimi
Nell’acqua della sete
fatti onda, marea!
Àncora e ancòra
inarcami dentro
fino al grido più bianco
Apri gli occhi, adesso
guarda le parole
come son rimaste indietro.
I vulnerabili
Avevo cambiato dimensione
scoperto che potevo toccarti
(E quindi) ero sparsa, graffiata
in mezzo all’impensabile
con tutti quei gesummaria
antichi, affranti alle pareti
i sensi a vorticare
nel gorgo del soffitto
(dormiveglia con la mia tigre
in una gabbia di rose)
tra il coerente e l’insensato, sporchi
d’una purezza insopportabile
tra un ruggito e un miagolio
rimparando a (r)esistere
io pallida dall’anima buia
tu fiero specchio, mio inverso
E a un tratto capii
cosa ancora ci battesse
al posto del cuore…
FAME! Nera, urgente,
sacrosanta, bastarda
insaziata fame!
(occhio d’una spirale
in cui tutto è sospeso)
Ma giungerà l’eco in questa stanza
Vedremo le parole cadere
prima che il suono lasci l’aria
Tu non mollare, scalcia!
Non credere alle frontiere
È la carne l’unico confine.
Paola Puzzo Sagrado vive in Sicilia e lavora per una Fondazione a scopo sociale. Grafica, copywriter, poeta e cantante, è stata segnalata al «Premio di Poesia giovanile Mario Gori Città di Ragusa» nel 2001, finalista al Concorso «Siciliana-Mente Regione Siciliana» nel 2015, finalista al «Premio Nazionale di Poesia Città di Chiaramonte Gulfi» nel 2014, nel 2017 e nel 2019. Nel 2018 ha ottenuto il Riconoscimento di Merito per la raccolta inedita di poesie «L’universo accanto» al «Premio di Poesia e Prosa Lorenzo Montano».
Ha partecipato a diverse antologie tra cui «Parla come navighi – Antologia della webletteratura Italiana» (Ed. Il Foglio) e ad altre numerose pubblicazioni ospitate su blog dedicati alla letteratura.
Nel 2007 ha pubblicato la propria raccolta «Il diavolo piange» (Ed. Il Filo) che è stata tradotta in spagnolo e riedita in Messico con il titolo «El diablo llora» (Ed. I Lumi) nel 2019.
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