hanane

La poesia è il mezzo tramite il quale sono riuscita a esprimere al meglio i pensieri e i sentimenti. È un gioco di equilibrio tra parole, suono e forma e questo esercizio di ricerca si riflette anche nella mia vita personale. Trovare le parole per esprimere i sentimenti per me è sempre motivo di grande emozione, perché vuol dire riuscire a sviscerare nel profondo gli aspetti della vita quotidiana.


 

Quale sia il confine
bisogna essere rondine.
Tentare un disegno
appesa al mattino,
scrivere le urla delle mie ore
per dimenticare il tremolio della pelle.
Bagaglio leggero quello della solitudine
che seduta al confine del tempo
oscilla fra il vero
e il nulla.

Esistere è scrivere del pomeriggio
nelle ore del mattino.

*

muta il vuoto sfacendo i giorni
scendi dal mio silenzio
dubbio

dimentico d’avere un futuro
e pulito il momento dalla confusione
ti scopro stringere
i resti del mio nascere
sui battiti di mia madre

*

Mi accorgo,
al sollevarsi dell’inverno,
che dentro di me vago straniera
mentre i giorni
mi chiedono di brillare.
E mi faccio vaso
per le vostre parole
che cadono dure come pietre
e brillare non oso.

Gracile,
in riva al fiume,
in attesa di riparo
isso la mia bandiera bianca
mentre l’immagine di me muta
e come vento
mi sento dappertutto
e in nessun luogo. 

Dispare infine
ogni cosa. 

*

Riflette il sole sul mio corpo
e la mia non è pelle,
ma infiniti granelli di sabbia.
Maghreb
nel mio corpo il segno del tuo esistere,
fra i capelli il nero delle sere
e negli occhi il vivo della gente.
A piedi nudi correre,
cadere e rialzarsi
giocare e piangere
su quell’erba e quella terra.

Annusarla.

Assaggiarla.

Quindi vengo da qui?
Dal luogo in cui il sole riflette il deserto,
dove i tetti son piatti
per far entrare le stelle
e il tempo è dettato dal canto dell’adhan?
Quindi, sono figlia della sabbia
che trattiene acqua in profondità
e delle stelle che di notte non tacciono?

Per trovarmi nonna
sono tornata da te
in quei lunghi e liberi corridoi
nelle sere d’estate.
Sono tornata a casa tua
per sentire l’aria
quando correvo libera
e ancora non sapevo cosa fosse casa.
Hai irrigato la mia pelle
e con gesti materni
mi hai insegnato a confluire in oceano.
Oggi ho capito nonna,
non posso avere una sola casa
giacché sono figlia di infiniti mondi
e universi,
tutti nati in quel campo d’ulivo
dove libera
mi lasciavi esistere.

Mi hai partorita infinite volte,
come il deserto
con i granelli di sabbia.

*

del tempo
sento i secondi fluire
senza fretta e infinita
si stende sulla città
l’attesa di te
e del tuo leggero sorridere

del buio sento la calma
del ritorno in me
e con la porta chiusa
rannicchiarmi e svestire
la mia resistenza

della solitudine
sento il firmamento
come una Vergine
la mia preghiera si innalza al cielo
per compiere
il perdono di me



Hanane Makhloufi
Nasce in Marocco e si trasferisce a Torino con la famiglia negli anni 2000. Ha studiato economia e statistica all’Università di Torino. Scrive da quando ha imparato a dieci anni. La sua produzione letteraria varia dalla narrativa alla poesia. Ha partecipato a diversi concorsi tra cui: Tra un fiore colto e l’altro donato nel 2017, Concorso Guido Zucchi nel 2019, Concorso Giorgio Edizioni nel 2021. Rendez vous è la sua prima raccolta di poesie pubblicata da Europa Edizioni 2021.


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