la pratica del buio

dalla prefazione di Claudio Damiani

Tra le tante citazioni in esergo a testi e sezioni di questo libro di Giulio Mazzali (che testimoniano come egli si ponga umilmente anche come lettore oltre che come poeta) una mi ha colpito sopra tutte, di Margherita Guidacci, grande poetessa trascurata e ostacolata nel suo tempo, perché controcorrente, ma ora rinascente (a cui Mazzali ha tra l’altro dedicato delle pagine molto acute): “Patria dell’uomo è l’uomo e noi siamo tutti in esilio”. Ovvero: se la patria dell’uomo è diventata soltanto l’uomo, siamo tutti lontani dalla patria, cioè in esilio. Da qui parte Giulio, da questo esilio in cui siamo, da questa mancanza di luce e calore, che è ricordo di luce e calore, come una “rosa perduta nella notte”, che fa più male dell’arsura stessa del deserto che attraversiamo, eppure la portiamo dentro, e forse ci salva. L’esilio di Mazzali non è quello di chi gira ramingo di qua e di là, lui sta fermo, e osserva, scruta nella natura, nel mondo, nel tempo, nei libri dei poeti. Non c’è più il deserto novecentesco, di Montale e dell’ultimo Caproni (che pur sono all’autore riferimenti costanti), davanti a lui c’è la natura, perché lui torna alla natura, perché tutti torniamo alla natura, ci dobbiamo tornare, siamo costretti a tornarci. […]

Diario

IV

Sento spezzarsi le vite
al bianco della neve,
perché i rami non sono
sempre uguali, la neve
pesa, rompe le cortecce.

Guardo il mondo allora,
pensando a un corrimano
al profumo di ginestra,
perché l’aria non disperi
perché tutto sia salvezza.

L’uomo del mio tempo

III

Precipita nel buio
lo spettacolo del vuoto:
la notte nel cuore dell’uomo.

Alla finestra

Mi chiedo se c’è ancora
una speranza,
se il cielo è tutto qui,
nei ritagli che la luce
disegna nella stanza.
Se le braccia sono braccia
oppure ali, in attesa di volare.

Batte la pioggia

Batte la pioggia, il vento non smette
di annunciare il volo degli uccelli,
ma quando arriva il tramonto
è lieto sospiro, l’alba un sorriso
che scalda l’inverno.


Giulio Mazzali è nato a Velletri (RM) il 20 giugno 1979. Vive a Cisterna di Latina, dove lavora come insegnante negli Istituti Superiori. Ha esordito nel 2018 con la raccolta di poesie dal titolo Tempora (L’Erudita), ottenendo riconoscimenti di merito e recensioni su riviste e blog specializzati. Nel luglio del 2020 una sua selezione di editi è stata inclusa nell’antologia dal titolo Tramontana (Aletti Editore). Nel 2022 ha pubblicato per le Edizioni DrawUp la sua seconda raccolta, La forma nascosta della luce. Dal settembre 2022 è collaboratore della rivista De Cultura Magazine Artes, edita dalla Fondazione De Cultura.
Nel 2023 e nel 2024 ha partecipato alla rassegna letteraria Velletri Libris introducendo con letture di poesia gli incontri serali. Suoi interventi sono stati pubblicati su Laboratori Poesia e sul blog La poesia e lo spirito.


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