Screenshot 2024-10-09 (08.46.41)

A tutti quelli che sono stati compagni di strada e
al bivio della vita sono scomparsi dalla vista.
Ai miei genitori, a mia moglie, ai fratelli, agli
amici, poeti e a tutti quelli che ho amato e amo.



sono un bambino
affacciato agli occhi
di un vecchio
per giocare col mondo

a gennaio
basta un giorno di sole
e il limone fiorisce
era quel raro profumo di zagare
che volevo regalarti in un verso

talvolta nella solitudine
davanti a me
viene a sedere
una donna di sabbia
che le onde del tempo
non hanno sgretolato

ci conoscemmo di sfuggita
nel cortile del ginnasio
t’incontrai che gettonavi
“only you”
mi fermai con te
con “passion flowers”
e “diana”
eri abbronzata
passeggiammo per
corso vittorio con un cono
di cioccolata e nocciola
il frastuono del traffico
aveva un ritmo di cha cha cha
le colombe nel tramonto
erano d’oro
per molti giorni
come un malato
di notte alla finestra
cercai i tuoi occhi
in un cielo blu reale
non t’incontrai
né al jukebox né sulla spiaggia
a luglio la luna
è una lampada immensa
le falene e gli amori
girandovi intorno
si bruciano le ali

silenzioso come un segnalibro
tra le pagine di un libro
mi nutro di noci e mandorle
della memoria
do luce ai dagherrotipi sepolti
nell’oblio
monete scordate nella tasca
di un vecchio jeans
non trovo più l’anima
tra le cianfrusaglie sparse
per la stanza
provo a ricomporre me stesso
mi chiedo se la memoria è verità
o mento al mio specchio

nel dormiveglia
il fonografo i 78 giri di mamma
quando le note di
“c’era una volta nel bosco”
uscivano dalla tromba
come usignoli e pesciolini lilla
il vinile era amico degli uccelli
che si posavano sulla voce
e suonavano il violino
sul filo del telefono
c’era un’aria segreta di cipria
un alfabeto morse
di messaggi non spediti
di sguardi impigliati
nella veletta di un cappello
di parole invischiate
sulle labbra come pettirossi
le pagine dei salani sapevano
d’acqua di colonia
di amori custoditi negli occhi
come teche di podaliri

ogni anno il mezzadro mi portava
all’albero di ciliegio
con una tacca segnava la mia statura
nei meriggi il tempo
riposava sotto un ulivo
con un fazzoletto rosso sulla faccia
la casa con tutte le finestre aperte
beccheggiava come una barca che tira le reti
da nord straripava aroma d’origano
al tramonto il vento metteva le scarpe nuove
ticchettava nel baglio come a una festa
ti sentivo sulla pelle
viaggiavo sul dorso del vento come un aquilone
non sapevo chi eri
ti immaginavo venire come una sirena
svegliatasi dal letargo dalle grotte marine

è dolce camminare
nel sole del tramonto
quando l’erba
comincia a bagnarsi
le melagrane si aggrappano
agli ultimi raggi come note
che non vogliono morire
le statue del cimitero
avvolte nelle ombre della sera
tardano a destarsi
battono appena le palpebre
un volto di bambino
annerito dal tempo
fonde gocce di rugiada in lacrime

da un armadio sgangherato
pendono
gli abiti dell’adolescenza
sulla spalla della giacca di tweed
è rimasta impigliata la tua
risata come una foglia
tra le pagine di un libro
l’estate con piedi di capra
s’arrampica per le rocce
per il bosco delle acacie
i nostri baci hanno legato
un nastro rosso
torniamo a casa come due
colombe
delle mie spighe e delle tue
facciamo una sola farina

gli amori brevi
sono
come le cicale
che svuotano
il guscio
nel folle frinio
di un meriggio

non sei vecchio
se riesci ad infilare
il filo
nella cruna del verso


Emilio Paolo Taormina è nato a Palermo nel 1938. Sue opere sono state tradotte in albanese, armeno, croato, francese, inglese, portoghese, russo, greco, te desco, spagnolo, ebraico, polacco.
Ha pubblicato molti libri di poesia e sei romanzi, tra cui Archipiélago, ed. Plaza & Janés, con testo a fronte spagnolo di Carlos Vitale. Barcellona 2002, La stanza sul canale, Palermo 2005, Lo sposalizio del tempo, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni, 2011, Le regole della rosa, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni, 2014, La cengia del corvo, edizioni del foglio clandestino, 2016 e con testo a fronte spagnolo di Carlos Vitale, ed. peccata minuta, Barcellona 2016 e con testo a fronte in armeno di Hiacob Symonian, Erevan, 2016, Cronache da una stanza, ed. l’arciere del dissenso, 2017, Palermo, Gelsi neri, ed. la linea dell’equatore, 2018, Parnassius apollo, ed. l’arciere del dissenso, 2018, Il giardino dell’elleboro, ed. la linea dell’equatore di Fabrizio Orlandi, 2019, nel 2020 Il sorriso del tulipano, nel 2021 Ore piccole e nel 2023 Poesie scritte all’aria aperta (tutte e tre con Giuliano Ladolfi). Dopo Il fonografo a colori del 1970 ed. Siculiana, Palermo, ha pubblicato molti quaderni e libri con il logo l’arciere del dissenso e la Forum quinta generazione di Giampaolo Piccari.
Da cinquanta anni non partecipa a premi letterari.
In prosa ha pubblicato: Elvira des Palmes, Palermo 1991 (ristampa Giuliano Ladolfi, 2022), La pioggia di agosto, Marina di Patti, 1993, Il giusto peso dell’anima, Palermo, 1999, Inchiostro, Sesto San Giovanni. 2011, Passeggiata notturna, ed. l’arciere del dissenso.
emiliopaolo@taormina-bendrien.it


Scopri di più da larosainpiu

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.