10dba6e7-b022-44df-9209-bb722fdc4e3fPoesia è la danza delle parole, la musica delle sillabe, il rimbalzo dei suoni nei corpi. Poesia è vivere, respirare, incontrare il presente. Poesia è vivere in una dimensione profonda dove la voce razionale tace e le emozioni trovano un modo nuovo per stare insieme che non conoscono ancora. Poesia è apertura all’indicibile, tentativo di esplorare il mistero. Poesia è politica. Poesia è abbandonarsi al non sapere entrando nel flusso dell’essere. Poesia è girovagare, entrare nella foresta senza paura, non cercare risultati, esiti, vie di fuga. Poesia è lasciarsi trovare, percorrere il viaggio fra l’ignoto e il noto. Poesia è amare le domande più delle risposte. Poesia è silenzio.


Ho un cane di carta
si chiama Totò
Fra il pelo nero
una macchia bianca
muove la coda
vuole giocare
ti sfiora un braccio
lo vuoi accarezzare?
Oggi ha mangiato
crocchette di sogni
acqua di fiume
righe stellate
dolce è lo sguardo
fragile il petto
se tocco il costato
mi pulsa il cuore
e gli occhi buoni
diventano liquidi

*

Dov’è il mio zainetto?
Mi dici tranquilla
è sopra al sicuro
sì ma dov’è il mio zainetto?
Dici in un armadio
chiuso a chiave
sì ma dov’è il mio zainetto?
Mi dici in spogliatoio
lo prendiamo dopo
adesso non serve
sì ma dov’è il mio zainetto?
Dici serena
ora non pensarci
concentrati
sì ma dov’è il mio zainetto?
Non hai ancora capito
che lì dentro abito io
e questa che parla
è una scatola vuota
anche se colorata

*

Belli i tuoi occhi blu
ma cosa è blu?
Dei miei, uno non conosce nulla
l’altro vede forme e colori
non legge i numeri sui tram
non vede contorni
però trova le posate sulla tavola
e i calici di vino
immagina
colora
la mia idea di mare
è profumo e rumore,
ti guardo
perché sento la voce
ma sei una macchia rosa
non porto il bastone
non voglio spiegare
ti prendo per mano
mi lascio portare

*

Non lo voglio
questo corpo brutto
che sempre mastica
per non sentire
più mi abbuffo
più mi vergogno
più non lo sento
non lo voglio
è mio
io-mio-me
“da domani sarò a dieta”
ma se dico di no
alla torta fatta in casa
magari ti offendi
e allora sì
nascondi il cioccolato
la carne dura in frigo
che a volte azzanno
mi gela i denti
non scalda il cuore
cuore lontano,
ferito
morto
annegato nell’olio
che unge i pensieri
sempre troppi
e sempre quelli
la fame d’amore
non sazia mai
insegnami
a mettere una mano sulla pancia
e sentirla floscia
ingombrante
senza ribrezzo
finché non le vorrò bene
non potrò lasciarla andare

*

Non ho gambe
per correre
e saltare
non ho braccia
per stringere
e ballare
non ho arti
ma un cuore grande che
vede, tocca, sente e sa
il naso è antenna
la bocca l’universo
gli occhi i pianeti
le orecchie pennelli
ho un’anima blu
e un arcobaleno
che danza dentro
mi guardi
ma io sono intero
tu?


Francesca Rosso giornalista, scrive, studia e danza. Laurea in Lettere, dottorato sulla danza di Bollywood e master in Mindfulness, ha pubblicato nel 2008 “Cinema e danza, storia di un passo a due” (UTET Università), nel 2011 “Zuppe, zucche e pan di zenzero, la cucina mostruosa di Tim Burton” (Il Leone Verde), nel 2016 “La danza nel cinema di Bollywood” (Aracne), nel 2019 il romanzo “Non più, non ancora” (Golem edizioni), nel 2021 “Mindful Cooking. Cucinare in consapevolezza per dare più gusto alla propria vita” (Il Leone Verde). Collabora con La Stampa, insegna yoga accessibile e meditazione. Conclude sempre le lezioni di meditazione leggendo una poesia. Danza odissi, stile di danza classica indiana dell’Orissa e balla tango.


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