Nota di Marco Amore
Emmanuele Iannucci è un amico d’infanzia. Uno dei pochi con cui io abbia stretto quel raro tipo di complicità intellettuale che ha come terreno comune la lettura. Purtroppo, all’inizio del nuovo millennio, in un paese di provincia con meno di tremila abitanti, leggere era un’arte poco praticata nella cerchia delle nostre amicizie, e questo non cambiò nemmeno negli anni dell’adolescenza, quando io ero un entusiasta studente di ginnasio, e lui, invece, era rimasto a fare i conti con un’improvvisa tragedia familiare: la prematura perdita della madre. Quell’evento non soltanto scosse le fondamenta emotive della sua esistenza, ma innescò una lunga prigionia mentale, un tormento psichico che lo avrebbe confinato in una gabbia invisibile per tutto il percorso formativo. La poesia a seguire, che potrebbe essere scambiata da molti per un madrigale a un amore perduto, è intimamente legata a questa vicenda, e ritrae una Donna Sospesa, una nuova “Eveline” joyceiana e, contemporaneamente, la madre; l’immagine speculare di se stesso vista attraverso l’enigmaticità dell’archetipo femminile. È a questa figura che si rivolge l’autore: una costruzione modellata dalle disillusioni della società e dalle assenze che hanno lasciato un vuoto dentro di lui. Quando la leggo, avverto la fragilità e la tensione di passato ancora troppo attuale: un filo sottile che sospende il lettore tra memoria e realtà.
In fondo, la scrittura — quella autentica — è un modo per sopravvivere a ciò che ci spezza, per dare voce a ciò che altrimenti resterebbe taciuto. È per questo che ho scelto di raccogliere le sue poesie in un unico volume, con la speranza che possa illuminare questo suo lungo “momento di penombra”.
***
Penombra
È tanto che non parlo di te
il volto,
il sorriso,
la voce,
avvolti nel ricordo
di quando tutto si reggeva
su una slackline.
Canti nelle foglie del campo,
nel grigio della nebbia
rivedo la tua chioma selvaggia.
Sento il rintocco
dei passi incerti
della tua anima
senza meta.
Sei presenza onirica
e anomalia visiva;
una finestra
che non sai mai
su cosa si aprirà.
Forse non ho il coraggio
di scrivere la parola fine
accanto al tuo nome,
di seguire
l’eco del tuo silenzio
oltre
il profumo
di fiori
nella pioggia.
I keep to walk alone
I keep to carry on
This chain is very tight
Scopri di più da larosainpiu
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.


Intensa… Si percepisce il dolore, la sofferenza, la felicità, la nostalgia… Il tutto in queste poche righe di scritto sentito.
"Mi piace""Mi piace"
Intensa… Si percepisce il dolore, la sofferenza, la felicità, la nostalgia… Il tutto in queste poche righe di scritto sentito.
"Mi piace""Mi piace"