*
© – fossile
metti una mano qui come una benda bianca, chiudimi gli occhi,
colma la soglia di benedizioni, dopo che
sei passata attraverso
l’oro verde dell’iride
come un’ape regale
e – pagliuzza
su pagliuzza,
d’oro e grano trebbiato –
hai fatto di me
il tuo favo di luce
una costellazione di api ruota sul tiglio
con saggezza inumana, un vorticare di intelligenze non si stacca
dall’albero del miele
……………………– sarebbe riduttivo dire amore
questa necessità della natura –
………………………mentre un vuoto anteriore rimargina
tra fiore e fiore senza lasciare traccia:
……………………………….usa la bocca, sfilami dal cuore
il pungiglione d’oro,
la memoria di un lampo che ha bruciato la mia forma umana
in una qualche preistoria
dove i pazzi accarezzano le pietre come fossero teste di bambini:
……………avvicinati, come la prima
tra le cose perdute
e quel volto si leva dalla pietra per sorridere ancora
24.5.13
*
Θ – per alba
l’anima mia è un dio umano,
un uccello d’altura
che ogni notte nidifica nel chiaro
del tuo petto
come un endecasillabo perfetto
(cosa) bianca e copiosa, ala sottile – rosa
e roveto, cenere – parva
tra stelle profuse,
bianco sangue
di spugna tubolare
nel bianco planetario, bianca tigre
seduta ai bordi della bianca strada senza dolore
l’anima mia cresce dalle tue ossa
come una rosa da una lingua viva
– a stille,
a emorragia
– dal tuo alfabeto
inimmaginabile
ma è da questo corpo,
dalla sua silenziosa mietitura
che viene il verbo,
questo pane assoluto
che ti offro, questa bellezza
viva, fatta per te
*
۩ – età dell’oro
dico di quando, per la troppa gioia
d’essere amati, cadiamo
sulla terra oh!, viva carne
che perderai la voce
nel pianto, dico di quando
ispirati, noi costruiamo con martello e chiodi lo scenario
e il fossile di un angelo stacca
le ali dalla calce
dei muri, a fondoscena. dico di quando
io abbracciavo in te tutta la vita: la tua
e la mia, che brillavano unite da una gioia preistorica
nella notte, che accadeva da ovest
sulla campagna. dico di quando
tu ritornavi vergine per me
in una trasparente emorragia di luce – oh!, cosa
straordinaria
di natura ordinaria – oh!, vita
tutta intatta, tutta
disordinata, prima che l’amore
pulisca
tutto, all’indietro
tutto, la vita intera
9.10.13
*
ancora e ancora
io celebro il tuo passo di uccelletto, la tenera, la disperata
distrazione del capo, mentre mi stendo sopra la rovina,
faccio scudo al tempio
con questo corpo che non è più vita nella tua
vita, e tu vieni
e fai parte del silenzio, mentre quella si sporge dall’ombra,
la vedi?
come affiora dal nero della terra
il continuo, il sommerso nonnulla del dolore umano
e vorrebbe soltanto le tue mani, le braccia da lavoro che tu
apri
ancora, sotto uno spicchio fragile di sole, a consolare
una bambina di tanto tempo fa
3.1.14
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Ÿ – albero, fossile
verrai nutrita
a lungo, avanti
nel tempo della vita, dai frutti
di un melo preistorico. in un futuro aprile, t’innalzerai
con la spina dorsale spinta
da una linfa nuova,
ricorderai la dolcezza dell’albero che non voleva morire e
ributtava e rifiorirà, ogni volta
che lo tagliavi. girerai indietro
la testa, allungherai la mano, la bella mano che con tale
dolcezza accarezzava
i rami aperti del melo
e mangerai. allora tornerò nella tua bocca con la leggerezza
della luce. e ancora,
al calor bianco del nostro tempo estivo, mangerai
la mela che ha pescato
al fondo del tempo, il frutto rosso e gonfio
come un’arteria, che scorre
dalla mia vita alla tua vita,
ma lontano, ma sotto, là dove non arriva la ragione,
nei luoghi inarrestabili. dimentica
l’albero. non pensare più a niente, soffiami via. che resti
solo vita per la tua vita,
24.8.14
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Maria Grazia Calandrone, Serie fossile, Crocetti-Feltrinelli, 2020

Maria Grazia Calandrone è nata a Milano nel 1964, vive a Roma. È poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, insegnante, autrice e conduttrice Rai, regista per «Corriere TV» di videoreportage sull’accoglienza ai migranti e Sarajevo. Tiene laboratori di poesia in scuole pubbliche, carceri, DSM. Premi Dessì, Europa, Lerici Pea, Metauro, Montale, Napoli, Pasolini, Trivio per la poesia; Bo-Descalzo per la critica letteraria; Pozzale, Sila, Vittorini, ScriverePerAmore, semifinale e finale Premio Strega per la narrativa. Ha pubblicato i libri di poesia Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005), Atto di vita nascente (LietoColle, 2010), La vita chiara (Transeuropa, 2011), La scimmia randagia (Crocetti, 2003), La macchina responsabile (Crocetti, 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti, 2010), Serie fossile (Crocetti, 2015, Crocetti-Feltrinelli, 2020), Gli Scomparsi – storie da «Chi l’ha visto?» (Pordenonelegge, 2016), Il bene morale (Crocetti, 2017), Giardino della gioia (Mondadori, 2019), Fossils (SurVision, Ireland, 2018), Sèrie Fòssil (Edicions Aïllades, Ibiza, 2019), le antologie Questo corpo, questa luce (Almutawassit Books, Beirut, 2020), A vida inteira (Editora Urutau, São Paulo, Brasil, 2022), Frymë njerëzore (Fenix, Tiranë, 2023) e Seed and other poems (Agincourt Press, NY, 2025), i romanzi Magnifico e tremendo stava l’amore (Einaudi, 2024), Dove non mi hai portata (Supercoralli Einaudi, 2022) e Splendi come vita (Ponte alle Grazie, 2021), Versi di libertà – Trenta poetesse da tutto il mondo (Oscar Bestsellers Mondadori, 2022), Brilha como vida (Relicário Edições, Brasil, 2022) e Il canto delle donne (Robinson Repubblica, 2025). Porta in scena il videoconcerto Corpo reale. Ha curato la rubrica di inediti «Cantiere Poesia» per «Poesia» (Crocetti). La sua opera è tradotta in oltre venticinque paesi.
Foto di Maria Moratti
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