Dalla prefazione di Rossella Scherl

“Passo a due” è parto d’amore, atto creativo soffiato su labbra immobili per ridare respiro, pensieri, voce a una “fimmina forte” nei giorni consapevoli del sé che sbiadisce. Raccontare i propri affetti è strada in salita che richiede tempo, scelta coraggiosa che matura lottando contro incertezze, rinvii, voglia di rinunciare. Ma l’urgenza del narrare è forza viva, paziente … Dora, da quando è diventata sostanza di atomi invisibili, è presenza più viva che da viva, pulsa nelle tempie, immagine che irrompe nel quotidiano con gesti familiari che riverberano parole inlingua madre radicate alla terra. Naviga nelle vene, per mesi, anni, finché trova il respiro che ossigena, la voce che dà voce, e il pensiero si fa traccia che incarna, genera poesia che diventa prosa, prosa che diventa poesia, un fiume di tenerezza in cui tuffarsi. Doris e Dora due voci che si alternano dialogando senza dialogare, pagine di diario scandite in un tempo narrativo binario. La nipote e le date del calendario, la nonna e i giorni della settimana legati ad altro. Doris e il suo sguardo da poeta che accarezza emozioni e sentimenti; che esorcizza lontananze e assenza scrivendone […]

               28 novembre 2022

Mi punge l’odore dell’infanzia.
Dora si è nascosta nel caffè.

              Venerdì, nebbia ovunque

Mi sembra di essere trascinata indietro, vivo sempre completamente immersa nei ricordi, ma a me sembra che il passato sia presente e, anzi, il presente mi disorienta. Mi muovo in cucina cercando il frigorifero accanto alla finestra, perché fino a qualche anno fa era quello il suo posto, ma adesso si trova sulla parete di fronte e, per fortuna, trovarlo lì mi restituisce al presente. Mi sono abituata a questa sensazione, a volte ne rido, a volte mi rattrista, altre volte me ne sento avvinghiata.
Non conosco più il tempo, è sempre più liquido, viscido, sfuggente.

Tiegnu a malatia du scuordu

                10 dicembre 2022

Fioriscono le rose anche a Dicembre, ma non io.
Non ho ancora capito se mi cambiano i giorni, le nuvole, il mare, gli alberi, le voci, le cose che vedo, i libri, i sorrisi, le lacrime, i languori, gli amori. Io non lo so dove vanno a finire i minuti, le impressioni, i battiti del cuore, i brividi, le folate di vento. So che quando vedo i vecchi telefoni vorrei sollevare la cornetta e parlare a te.
Lo faccio adesso, con ordine, mi guardo, mi dimostro che esisto, sono qui, fatta di carne, sangue, mare e nuvole e mi disordino e penso a tutte le cose che so.
So che l’acqua sa parlare, so che le nuvole sanno danzare.
Mi fido della rana che gracida preghiere, dell’ortensia che si ostina a fiorire. Mi fido dei brividi e dei lividi.
Io non voglio imparare la misura dell’amore, non voglio apprendere la distanza dalle mie sensazioni, non voglio imparare a distinguere le sensazioni dalle emozioni, non voglio studiare le persone, non voglio studiare le situazioni, non voglio apprendere le buone maniere, non voglio imparare a usare il coltello, voglio che altri mi sappiano incidere nel cuore segreti che saprò tacere.


Dalla postfazione di Stefania Giammillaro

[…] “finché ci sarà un respiro od occhi per vedere/questi versi avranno luce e ti daranno vita”, così William Shakespeare concludeva il suo famoso Sonetto 18, che prende anche il titolo “Dovrei paragonarti ad un giorno d’estate?”, probabilmente scritto nel 1590, dove si esemplifica al meglio il
senso di immutabilità che la scrittura rende all’eterno, o meglio, a ciò che viene reso tale dall’amore: “L’uomo per sé vuole le cose eterne/e non sa come dirlo all’altro/che non ha capito niente” (da “Ruscello vivo è l’amore che corre” di Alda Merini). Anche Doris lo sostiene: “Scrivo per riportare in vita i miei morti./Si torna tra i vivi senza saperlo”. E nello scrivere frammenti della sua storia ci invita ad un ballo, un Passo a due, che si fa coro, immaginifico dialogo tra lei e la nonna Dora, due anime racchiuse in un’unica voce. È la testimonianza di un memoriale che ricorda il frutto maturo della gramigna e somiglia all’uva spina, alle ginestre, alle sedie impagliate, all’odore delle chiese, alle rose selvatiche, ai soffioni, ai fili d’erba, al fumo dei camini, alle cose che passano. Un memoriale che restituisce vivo il ricordo attualizzandolo nel presente, che già non è più, evocandolo nel futuro, che mai sarà ancora. La radice di Dora si fa così origine di un per sempre, in una saggezza tramandata a piccoli passi tra azalee, passiflora e talee … Doris e Dora danzeranno nell’immortalità di una domanda senza risposta: Si annida o si annoda l’amore? Mantenendo la natura del come deve essere ogni cosa venuta al mondo, mettendo un punto ad ogni perché. Danzando, si guarirà dalla malatia du scuordu e non ci sarà dimenticanza che collochi il frigo in un altro posto, che bruci il caffè non si sa più quante volte perché sarà come rinascere ogni volta di nuovo anche in juorni appizzati senza voler fare niente perché i morti basta continuare a guardarli negli occhi per sentirli vicini. «Iò u sacciu ca ta nanna ti sta strincennu stritta stritta» in una danza senza fine.


Doris Bellomusto si è laureata in lettere classiche presso l’Università della Calabria, insegna materie letterarie presso il “Liceo G. Pascoli” di Barga (LU), dove vive dal 2011. Non ha mai dimenticato né i suoi studi classici né le sue radici meridionali. Dalle sue inestinguibili nostalgie sono nate le raccolte di poesie Come le rondini al cielo (Tracce, 2020), Fra l’Olimpo e il Sud (Poetica, 2021), Nuda (Ladolfi, 2022), con cui vince il secondo posto al Premio Nabokov per la sezione di poesia edita 2023.
Suoi testi poetici inediti sono presenti in blog e riviste online, alcuni testi già editi sono stati ripubblicati all’interno dell’antologia Riflessi, rassegna critica della poesia contemporanea (Edizioni Progetto Cultura, 2023) con nota di lettura a cura di David La Mantia. È autrice del testo Ti abbraccio, Teheran, illustrato da Tiziana Tosi (Le Pecore Nere, 2023), Il libro risulta tra le opere selezionate all’interno del Progetto Gutenberg in Calabria per la XXI edizione Paure/Speranze. Autrice dell’albo Arianna sempre illustrato da Tiziana Tosi e pubblicato nel 2024. Direttrice della collana di poesia Foglie, nel 2024 pubblica la prima silloge A corpo libero. Esercizi di poesia per Le Pecore Nere, con cui vince il secondo posto al concorso “Le Ragunanze” per la sezione di poesia edita.

https://www.tralerighelibri.com/product-page/passo-a-due


Scopri di più da larosainpiu

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.