Testi da Un posto all’ombra – Ein platz im schatten di Emilio Paolo Taormina
Traduzione in tedesco di Angela Hallerbach

dalla prefazione di Gianfranco Perriera

Emilio Paolo Taormina ha un dono, la capacità di animare la sospensione. L’immagine dei suoi versi è sempre icastica – con forti referenze naturalistico / quotidiane – e insieme tenerissima nella sua delicatezza che si concentra nella brevità. Un sussulto freme sempre al suo interno, la nostalgia del suo stesso provare a durare, la vocazione a richiamare alla presenza, all’appariscenza, chi e quanto, invece, corre il rischio di sfumare nell’assenza, nella sparizione. Nel luogo dove si scampa al tumulto, nello spazio dove si attende ospitati da una macchia di buio, all’ombra, come dice il titolo di questa nuova raccolta, si è adesso posto il poeta. Quasi volendo smentire il Montale che in Ossi di seppia invitava (e si invitava) a non rifugiarsi nell’ombra e a guardare le forme della vita che si sgretola. All’ombra, al soffuso lucore della sera Taormina ritorna, come un guerriero dopo tante battaglie, come un artista preoccupato di un’epoca che pare accecata e infuriata dalla perenne luce che su tutti gli schermi e su tutte le vie infiamma il rancore e il rumore. Ma dall’ombra non smette di guardare al mondo che va in frantumi. […]

guardo allo specchio
il mio volto
con la barba incolta
sulla fronte e le guance
le rughe sono mandrie
che transumano
tutto è diverso
è passato il tumulto
del tempo
gli zigomi sono estuari
di lacrime
i torrenti dopo tanto
scorrere di acque non so
se mi porteranno a casa

Ich betrachte im Spiegel
mein Antlitz
mit dem ungepflegten Bart im Gesicht
und den Wangen
die Falten sind Herden
die umweiden
alles ist anders
der Tumult der Zeit
ist vorbei
die Jochbögen sind Mündungstrichter
von Tränen
nach so viel Wasserflieβen weiβ ich nicht
ob sie mich nach Hause bringen

*

palermo
torri e cupole rammendano
calzini alle stelle che si
specchiano sulle basole
bagnate di pioggia come
bambine

Palermo
Türme und Kuppeln stopfen
Socken für die Sterne die
sich in den Pflastersteinen spiegeln
nass vom Regen wie
Mädchen

*

orione e venere hanno
una tristezza verde
le banderuole
senza un alito di vento
che tristezza
mi chiedo dove vanno
gli arcobaleni dopo le
tempeste
i sogni il mattino si celano
nel mercurio degli specchi
noi siamo prigionieri
del quarzo dell’assenza
Orion und Venus
haben eine grüne Traurigkeit
die Wetterfahnen
ohne einen Windhauch
wie traurig
ich frage mich wohin
die Regenbogen nach dem Gewitter ziehen
die Träume verstecken sich am Morgen
im Quecksilber der Spiegel
wir sind Gefangene
im Quarz der Abwesenhei

dalla quarta di copertina di Salvatore Sblando

Un posto all’ombra / Ein Platz im Schatten è una raccolta che si sfoglia come un quaderno vissuto, con le pagine ancora intrise di tempo, memoria e stupore. I versi di Emilio Paolo Taormina non cercano effetti, ma verità: piccoli atti d’amore quotidiano, frammenti di silenzio abitato, immagini che restano impigliate nella pelle come schegge luminose. C’è la Sicilia, certo – quella ruvida e dolce, fatta di ulivi, vento e case basse – ma c’è soprattutto l’uomo che guarda, che sente, che ricorda. Un poeta che non alza mai la voce, ma la lascia tremare nel punto esatto in cui il giorno sfuma nella sera.
La traduzione di Angela Hallerbach non è soltanto fedele: è complice. Accompagna la voce dell’autore come una carezza che non disturba il respiro del testo, ma lo amplifica in un’altra lingua, in un’altra casa. Questa non è solo una raccolta di poesie, è un luogo in cui tornare, un posto all’ombra, appunto, dove il mondo può rallentare e le parole tornare a essere un gesto, un abbraccio, una promessa.


Emilio Paolo Taormina è nato a Palermo nel 1938. Sue opere sono state tradotte in albanese, armeno, croato, francese, inglese, portoghese, russo, greco, tedesco, spagnolo, ebraico, polacco, bulgaro e rumeno.
Ha pubblicato molti libri di poesia e sei romanzi, tra cui Archipiélago, ed. Plaza & Janés, con testo a fronte spagnolo di Carlos Vitale, Barcellona 2002; La stanza sul canale, Palermo 2005; Lo sposalizio del tempo, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni, 2011; Le regole della rosa, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni, 2014; La cengia del corvo, edizioni del foglio clandestino, 2016 e con testo a fronte spagnolo di Carlos Vitale, ed. peccata minuta, Barcellona 2016 e con testo a fronte in armeno di Hiacob Symonian, Erevan, 2016; Cronache da una stanza, ed. l’arciere del dissenso, 2017, Palermo; Gelsi neri, ed. la linea dell’equatore, 2018; Parnassius apollo, ed. l’arciere del dissenso, 2018; Il giardino dell’elleboro, ed. la linea dell’equatore di Fabrizio Orlandi, 2019; nel 2020 Il sorriso del tulipano, nel 2021 Ore piccole, nel 2023 Poesie scritte all’aria aperta e nel 2024 Il tempo lungo (tutti e quattro con Giuliano Ladolfi). Dopo Il fonografo a colori del 1970 ed. Siculiana, Palermo, ha pubblicato molti quaderni e libri con il logo l’arciere del dissenso e la Forum quinta generazione di Giampaolo Piccari. Da cinquanta anni non partecipa a premi letterari. In prosa ha pubblicato: Elvira des Palmes, Palermo 1991 (ristampa Giuliano Ladolfi, 2022); La pioggia di agosto, Marina di Patti, 1993; Il giusto peso dell’anima, Palermo, 1999; Inchiostro, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni; 2011, Passeggiata notturna, ed. l’arciere del dissenso.

emiliopaolo@taormina-bendrien.it

 


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