*
3
A cosa è valso essere
brava ubbidiente ordinata?
Perché quelle cornicette
erano così importanti per voi?
Perché i fiocchi gli astucci
il grembiule la pagella?
Ora che sono riuscita
a stare nei margini,
a farvi contenti,
sento soltanto
la doppia mandata del sistema
che io stessa rendo più forte
e inespugnabile
col mio servizio.
*
22
Salvifica, olimpica indifferenza!
È tutta la vita che la cerco
più della sazietà e del piacere.
E più, molto più della salute,
cerco la superiorità al dolore.
Questa vena di morte,
questa nobiltà che si libra
sull’umano affaccendarsi,
questo silenzio, quest’assenza
questa distanza
dal corpo dall’altro dal senso,
da dove viene?
Dal mio essere una quaglia,
che si finge morta
nella teca del serpente.
*
25
Tutto è fuga dalla sofferenza
ogni cosa può servire alla bisogna
anche la fatica, anche un lavoro ingrato,
perfino un’altra sofferenza.
L’importante è avere un’interruzione
della fame, della sete, dell’irrequietezza
non sentire più quella coscienza soffocante
insopportabile di essere presente
di capire di sentire.
E perciò vale tutto.
Leggere scrivere uccidere e fare figli,
ogni gioco pensabile vale:
pregare lanciarsi con l’elastico drogarsi,
e, per un attimo, essere un tutt’uno
tra se stessi e il tormento di essere sé.
Ma siccome noi siamo smisurati,
nulla può colmare l’abisso che conteniamo,
e, dopo un istante, nuovi appetiti insaziabili
si affacceranno alla nostra anima
senza che sappiamo ricostruirne il perché
e di nuovo saremo criceti
nella ruota dell’insoddisfacibilità.
*
27
Ciò che nascondo è la rinuncia.
Vince,
come credessi più di tutto
alla mia debolezza.
Invece di combattere, chino il capo.
Se mi accusi,
il silenzio diventa un vuoto
per le tue parole ‘ariete’
entra pure senza sfondare.
Perché sprecare soldati nell’assedio?
Non mi ribellerò
non reagirò.
Accetto la prepotenza,
subisco la violenza,
mi rassegno alla diagnosi.
E per contro,
mi aspetto il bene, testardamente,
anche questo nascondo,
una certa idiozia.
Leggo.
Guardo la vita senza parteciparvi,
come una senza invito
sulla soglia di una festa.
*
50
Me ne sto con le mani
nelle mani
e lo sguardo nel vuoto
pensando che mia madre
era una diga
e adesso
catastrofe
la mia valle è allagata.
Però l’acqua fluisce
come mai prima.
Sempre fonte di vita
anche dopo la morte.
*
Anna Segre, Onora la figlia, prefazione di Manuela Fraire e postfazione di Cecilia Lavatore, Interno Libri, 2025

Anna Segre è nata a Roma nel 1964. Medico, psicoterapeuta e scrittrice, ha pubblicato i libri di poesia: La pioppa (Rebellato, 1970), Monologhi di poi (Manni, 2005), La distruzione dell’amore (Interno Poesia, 2022), A corpo vivo (Marietti 1820, 2023), Breviario dell’assenza, con Alessandro Assiri (Puntoacapo, 2025) e Onora la figlia (Interno Libri, 2025). Tra le altre pubblicazioni: Lezioni di sesso per donne sentimentali. Racconti (Coniglio, 2006), Judenrampe. Gli ultimi testimoni (Elliot, 2009, 2019), Il fumetto fa bene. Letture come terapia (ComicOut, 2018), 100 punti di ebraicità (secondo me) (Elliot, 2018), 100 punti di lesbicità (secondo me) (Elliot, 2018).
Foto di Sandra Baruzzi
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