
Scrivo perché c’è il mare, perché c’è mia figlia e c’è la musica che cantiamo insieme. Scrivo dei campi e dell’aria fresca del mattino, di Mancanza, Tempo e ciclamini; scrivo di rotte inverse e ascolto. Soprattutto ascolto.
Dentro la testa scrivo tutto il tempo.
Ogni verso, ogni senso, ogni spazio, ogni gesto, ogni volto hanno una storia nascosta che mi sembra di intravedere, di cogliere tra i resoconti di una traiettoria sbagliata, tra i legami istantanei e indissolubili creati dagli sguardi, nel silenzio di una carezza, nell’assenza di una ragione che è essa stessa ragione, e mi fa alzare ogni mattina, e mi fa rendere grazie per il caffè e l’odore del sole, e mi fa borbottare e ridere da sola mentre mi preparo per uscire.
Che dichiarazione di poetica è questa, strampalata, squinternata, fuori moda?
Forse è come vivo io, come ogni giorno sono e divento.
Invecchio, e questo da una parte mi spaventa, dall’altra mi esalta.
Mi diluisco nelle cose, rallento, inspiro.
A volte sono più piccola di una formica, a volte pungo come una vespa. Sono pigra e quindi mi impegno il doppio. Ho paura, ma poi penso che non tentare è peggio di tentare, allora mi butto.
Così sono, così ho, così scrivo. A volte cerco di essere migliore. A volte perfino ci riesco.
Tra le ciglia
(tre poesie inedite)
1.
Nella notte a volte un pensiero
che fruga nel petto
corrisponde a un assolo di cane,
e al pari rovescia nel buio
sete e ricordi di recenti,
già antichissime evenienze –
ancora lì, a guardarsi da fuori
in minuti come oceani
e frastuoni di foglie
tra le cime di altri dialetti,
altre stagioni;
lì, in un esterno chiaro,
con tv accesa e bucato
appena steso, guardarsi
spettatore non partecipe,
vece e voce fuori campo
con radici lontanissime
lì solo corpo, solo ombra lì;
con radici dai tiranti così fondi
che il fondo ha inghiottito
ogni inizio
e risputa la sola scorza
di un’appartenenza primordiale
a posti, consuetudini, colori,
a una bici senza pedali,
a un vetro crinato, a un orto:
e su ogni cosa il mare.
Così quell’attesa in un impiedi
sospeso sulla scala
fissando il volo circolare di un airone,
quell’attesa che brucia lontano
sbuccia a volte il riposo
e si fa alba di un sonno crudo,
con un risveglio di inquietudini
spinte presto indietro da manine sul volto,
così lievi e gentili
che il presente arriva immediato,
arriva imperioso
e tutto fa.
2.
Mio grande assassino amore
anche in assenza tu mangi il mio corpo
e mi occupi come si occupa una frontiera,
di taglio nel petto, colmando crepe tra i riflessi
Sei tu che abbeveri farfalle tra le ciglia
e contamini ogni mondo di meraviglia
Sei tu che scarni, strappi e snudi
e discolpi e rendi e rimetti
con un solo lancio, dritto al centro
il nome esatto della gioia.
(alla figlia)
3.
c’è una vita che vive
nel riflesso della vita,
opposizione di specchi
e frammenti, porte
aperte su altre porte
aperte su altre porte
nella poliedria di un istante
che multiplo si compie
– mentre si alza un braccio
di là qualcuno lo cala,
mentre qui si corre
di là qualcuno frena,
un così e il suo retro,
abisso alare, teatro nudo
spettro –
all’opposto della parola c’è l’urlo,
del guardare il distogliere,
dell’ascoltare sempre l’urlo
– mentre ogni opposto,
di là dal vetro,
tace.
Nel tempo che sottrae
la misura della festa
rimane un’idea disegnata
feste fa
e chissà se tra gli opposti
si staglia ogni passato,
se ogni opposto
nel suo riflesso incontra
tregua, rifugio,
commiato.
Alba Gnazi è nata e da sempre risiede, tolto un periodo di circa cinque anni in cui ha vissuto a Pisa, nella provincia di Roma. Insegna nella scuola pubblica dal 2001.
Sue raccolte edite sono: Luccicanze (Cicorivolta Editore, 2015; con prefazione di Antonino Caponnetto); Verdemare – Cronologia inversa di un andare (La Vita Felice Edizioni, 2018); In quel minimo che cade (Il Convivio Editore, 2021; con postfazione di Franca Alaimo).
Sue poesie, racconti, traduzioni, recensioni compaiono in diversi siti, riviste, antologie, lit-blog, (Atelier, Poesia del nostro tempo, La Rosa in Più, Poetarum Silva, Poeti del Parco, L’Estroverso, etc.).
https://www.ibs.it/in-quel-minimo-che-cade-libro-alba-gnazi/e/9788832745122
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