copertina

Nella penombra dell’anima: dalla prefazione di Franca Alaimo

La nuova collana La rosa del guardare per la casa editrice catanese “ilglomerulodisale” debutta con un libro sorprendente, segnato da una personalità impetuosa e irruente (qual è quella della sua autrice Lara Pagani) che, tuttavia, in nome della perfezione estetica, lavora con ostinato entusiasmo sulla lingua per liberarla da ogni esagerazione sentimentale o da picchi di soggettivismo, trovando nell’audacia di molti accostamenti lessicali, nella novità con la quale rielabora figure topiche (quale quella mitologica di Clizia) e nella ricerca di un ritmo personale, gli strumenti per restare sé stessa nell’obbedienza alle ragioni della poesia. Ne consegue spesso una sorta di alternanza fra disvelamento e nascondimento, che determina quell’ambiguità di senso, che invece di infastidire, incuriosisce con il suo potenziale di varietà interpretative offerte dalla novità degli incastri tra significanti e significati. I temi di questa poesia si intuiscono non con quella sensazione fuggevole di disvelamento di qualcosa, ma proprio con l’azione suggerita dall’etimo del verbo latino intueri del guardare dentro, in profondità, interrogando simboli e metafore. […]

Come la rondine del Principe Felice
la fine che mi aspetta è un posticino
vicino a Dio. Qualche differenza
c’è, in effetti: non sono migratrice
per natura, il mio principe dentro e fuori
è infelice come nessun altro al mondo.

*

Ti sbocciano viole sulla schiena. Nulla
esiste che riesca a scalfirti, a strapparti
dall’ingorgo matto delle stagioni: nulla
tranne l’ametista che scorre dalla pianta
del tuo piede alla radice dei capelli. Solo
tu puoi recidere stelle, svernare chi sei –
sovvertire la corolla delle possibilità.

*

Dei tuoi dolori non fare parola –
tirare dritto fosse l’ultima prova,
l’ultimo incendio della tua figura:

anche questo sei tu, pianeta rosso
per orbite e per anelli che splendono
al dito, nera cometa e sventura
di tutte le solitudini, tu –

passi e gli angeli si piegano, girano
le viti del pianto. Dai tuoi dolori
brucia una risata – dal mento d’oro
spunta al cosmo l’inedito profilo.

*

Il filo che ci lega non è rosso.
Non stringe, non fa male eppure
lascia sui quattro polsi un lungo segno
invisibile. La scia di una cometa
al confronto mi pare una bugia.

*

Anno scorso, dicono, una donna
si è spacciata per me. Mi somigliava
parecchio: aveva quel modo vagante
tutto mio di deludere, rideva
tremenda ai vetri come faccio anch’io
talvolta con la mia povera voce.
Quest’ingannatrice voglio trovarla
e baciarla sulla bocca: quanto amore
mi ha risparmiato, quanto male.


Lara Pagani è nata nel 1986 a Lugo (Ravenna), dove vive e lavora. È laureata in lingue e letterature straniere. Suoi inediti sono apparsi su alcune riviste online, tra cui Atelier, Poetarum Silva, Larosainpiu, Limina Mundi, Le parole di Fedro, Bottega Portosepolto e Di Sesta e di Settima Grandezza. Le viti del pianto è la sua opera prima, ilglomerulodisale, 2024.

Libro di poesie di Lara Pagani “Le viti del pianto”


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