ORLO

Si dirà
di quando ci siamo smarriti
Di come l’abito
ha sepolto l’anima in alcune candele

Di quei piccoli lampi della nostra durata
che annacquarono i fuochi delle nostre ossessioni

Si dirà un giorno:
di un orlo disciolto negli occhi
in un mondo insicuro

Di come l’attesa
lasciò traboccare
nella dolenza banale
del nostro significato

il pianto

LIKE

Ci si misura
in un’era di costumi.
La distanza è in pollici.

Un dito d’energia, ci ha fottuto
pigiando il tasto
per l’iniezione rapida a Paradise Square.

Quando aspiriamo:
l’uranio sghembo d’una bomba antica ci tocca le tonsille.

Perché è forse più importante
pensare al futuro del piacere.
Versare soluzioni liquide
e alcool d’adamantio nel bicchiere.

Il domani si proietta
su uno schermo di nero assoluto

Nella totale desolante
epopea
dei nostri like

ZUCCHERO

Ho gioito del giorno
quando si è spenta la luce

Non ho volgarità per me di questa nebbia
se non un guado di tragedia da regalarmi
nelle fresche mattine

Ed è sempre stata la nostra buia tinta cenere
ad eguagliare il sole stesso e i suoi colori.

Quanta pazienza nel caffè della mattina,
quanta agonia in quello zucchero
che spesso viene a mancare

Contiamo un giro di vite in ogni ruga
benché le mani svincolano perfezioni
nella sola ricerca.

Il nostro volto, si tende in un tuffo nel buio
sciabordando su quella tovaglia
che ci insegna
il suo bianco spettrale

E non abbiamo ricordo dell’ultimo sogno
poiché ci illudiamo
di quello zucchero, che spesso viene a mancare

Come una strada che un giorno
forse
cesserà la sua
salita

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Cosa significa poesia? È una domanda che spesso mi sono posto in questi anni, qual è il significato della poesia? Il “contratto” nascosto che spinge un essere ad esternare il proprio inconscio attraverso le parole. Io credo che le motivazioni siano più di una e cronologicamente distanziate. Il motivo, come la poesia stessa in effetti, dopo attenta introspezione, non sono “oggetti” statici, né sono due realtà differenti. Il motivo, che potremo chiamare azione, e il risultato, cioè la Poesia, sono un unico Essere in divenire. Una mutazione continua della volontà stessa. Anni fa, avrei risposto che il motivo per cui faccio Poesia è l’Arte, l’estetica, il suono, l’Ego. Oggi, con maturata visione di questa volontà, rispondo cercando di dare un senso cronologico ed essenziale a questa Azione. La poesia è il continuum spazio temporale dell’azione stessa. L’apporto che Noi diamo alla poesia è nullo, non è quello di Creatori, ma bensì di esecutori di una volontà che si capovolge, che esiste fin tanto che è detta, per poi di nuovo mutare ed evolvere in qualcosa di diverso. Quindi la poesia non si rappresenta attraverso me, ma sono io ad essere rappresentato dalla poesia in ogni istante e in modo continuamente diverso.

Redent Enzo Lomanno (Vincenzo Lomanno), nato a Moncalieri nel 1976, vive a Roma. Ha cominciato a scrivere per svago, raramente, poi con sempre maggiore intensità. La poesia è per lui un qualcosa che va al di là di un semplice tratto: è una cura.

Nel 2012 ha fondato il movimento letterario Bibbia d’Asfalto – Poesia urbana e autostradale ( http://poesiaurbana.altervista.org/ ) , che ruota attorno al blog omonimo e ai social network, contando oltre un migliaio fra iscritti e lettori. Al movimento hanno aderito diversi autori italiani, insieme ai quali Lomanno promuove diverse iniziative finalizzate alla socialità e all’arte. Da quest’esperienza è nato il quadrimestrale digitale di cultura letteraria e artistica Bibbia d’Asfalto, edito da Matisklo. Suoi testi sono compaiono su vari blog letterari, antologie e riviste specializzate, tra cui Pastiche, Versante Ri pido e Almax Magazine. Collabora attivamente con 100 Thousand Poets for Change e con altre associazioni quali Sicilia.Punto.Poesia e Revolutionary Poets Brigade. Ha partecipato a numerose manifestazioni culturali e vanta molte performance dal vivo.

Nel maggio 2015 ha pubblicato ” Una Piuma a Babilonia” per Matisklo Edizioni

http://www.matiskloedizioni.com/unapiumaababilonia/