Scrivo nella speranza di contribuire “alla costruzione di una società libera e giusta, cosciente ormai di potere progredire solo nella pace e nella concordia fra i popoli”.
Le trame che caratterizzano la mia scrittura sono: “l’incessante studio sulla parola, il rispetto per la materia scelta come mezzo espressivo, uno spinoso lirismo”; tant’è che i testi compongono “un canovaccio, una storia con un fil rouge che è l’uomo, il bene e il male, i complessi rapporti che ne seguono, il cui percorso spazia nella storia, nella cronaca, nel passato e nel presente, nelle mille ambivalenze del reale, nelle sue contraddizioni”.
L’assioma Dialetto = Mondo è l’icona che apre alla lettura della mia poesia, l’assunto ovvero che l’essere siciliano è la dimensione in cui i fatti della mia poesia avvengono e che il dialetto è lo strumento che tale dimensione realizza. Ciò posto, la scelta del sistema di comunicazione non può che essere dettata a priori: il sentire siciliano. Il che significa esprimersi con forme, con spirito, con immagini profondamente siciliani e non già con scialbe traduzioni dall’Italiano, significa affrancarsi dal preconcetto che il dialetto debba unicamente rivolgersi alle piccole cose, al folclore, al ricordo; il che significa inoltre, nel mio caso, rendere vibrante testimonianza del mondo di oggi nella articolazione dinamica del dialetto di oggi.
La mia scrittura punta alla pulizia del segno, alla coerenza ortografica, alle prescrizioni grammaticali e sintattiche e, nel “proporre moduli espressivi inconsueti e impegnativi, schemi variegati fino alla corrosività, insoliti nell’ambito della forma, delle strutture semantiche, del metodo di esprimere i contenuti”, intende, altresì, investire sulla qualità della parola, sulla centralità della parola coniugata alla perizia della sintesi, sul peso specifico di ognuna di esse, sulla attitudine loro a “cogliere i nuclei più vitali del travaglio di pensieri e di sentimenti e discriminare la realtà dalle apparenze, la concretezza dai verbosi astrattismi”.
Il linguaggio pulsa di locuzioni autenticamente siciliane, s’ammanta di una rifondata contemporaneità (e frattanto mette in risalto l’antico vigore, la specifica pregnanza semantica, il nobile lignaggio del dialetto siciliano), perfeziona la mia emancipazione lirico-formale, esprime assoluta aderenza alla mia Weltanschauung.
Talento, allora, consapevolezza, “sudati studi” che si combinano al fine di “trasformare l’esperienza in coscienza”, laddove “l’ispirazione”, per dirla con Charles Baudelaire, “non è altro che la ricompensa dell’esercizio giornaliero”.
Virdi russi janni e azzolu
Chiovinu
pinni
nna lu me sonnu
appuntuti
a chiummu
a cui pigghia pigghia:
marciapedi virdi
arvuli russi
tappi janni cca e ddà.
Merguli merguli
lu trubberi azzolu.
Verdi rossi gialle e azzurra: Piovono / penne / nel mio sogno // appuntite / a piombo / a colpire chi capita: // marciapiedi verdi / alberi rossi / macchie gialle qua e là. // Di mille smerli / la tovaglia azzurra.
Pi tia, pi mia
Pi tia
mirletti e sita
jimmi calati
biddizzi e cosi duci.
Pi mia
robbi scirati
na punta
bistemii e cauci ‘n culu.
Ci capi tuttu nna ssu lettu
o lu lanzu t’assuverchia?
Per te, per me: Per te // sete e trine / inchini // bellezza e dolciumi. // Per me // logori stracci / la polmonite / bestemmie e calci in culo. // Ci entri tutto in quel letto / o ti rimane fuori l’alterigia?
Pupu di zuccaru
Quannu chiovi
ncuttu ncuttu o leggiu leggiu
siddu la matina
amminazza acqua macari
mi staiu ‘n casa,
beddu asciuttu,
taliu a cui passa.
Mpirmiabili e paracqua,
scazzetta nun ci ponnu:
mi scantu troppu
chi mi squagghiu.
Pupo di zucchero: Quando piove / fitto fitto o lieve lieve // se al mattino / minaccia appena di piovere // me ne sto a casa, / bello all’asciutto, / osservo la gente che passa. // Copricapo, impermeabile e ombrello / non mi rassicurano: // ho troppa paura / di sciogliermi.
Marco Scalabrino è nato nel 1952 a Trapani, Italia.
Lo studio del dialetto siciliano, la poesia siciliana, la traduzione in Siciliano e in Italiano di autori stranieri contemporanei, la saggistica sono tra i suoi principali interessi culturali.
E-mail: marco.scalabrino@alice.it
Ha pubblicato PALORI (Documenta 2000, Palermo 1997), poesie in dialetto siciliano; ha tradotto in Siciliano Nat Scammacca e pubblicato POEMS PUISII (Arti Grafiche Corrao, Trapani 1999); ha tradotto in Siciliano le sillogi Okusiksak e Leone Assiro di Enzo Bonventre pubblicate in POESIE SCELTE (Palma Editrice, Cecina LI 2000); ha tradotto in Siciliano testi scelti di Duncan Glen pubblicati in THREE TRANSLATORS OF POEMS by Duncan Glen (Akros Publications, Scotland 2001); ha tradotto in Italiano Feast of the Dead di Anthony Fragola pubblicato col titolo FESTA DEI MORTI E ALTRE STORIE (Coppola editore, Trapani 2001); ha pubblicato TEMPU PALORI ASCHI E MARAVIGGHI (Federico editore, Palermo 2002) poesie in dialetto siciliano con traduzioni in Francese, Inglese, Italiano, Latino, Spagnolo, Tedesco; ha scritto il racconto breve in dialetto siciliano A SUA DISPOSIZIONI, tradotto in Francese da Jean Chiorboli e pubblicato in Francia (Albiana – CCU 2002); ha tradotto in Italiano Eu vivo só Ternuras di Nelson Hoffmann pubblicato col titolo IO VIVO DI TENEREZZE (Arti Grafiche Corrao, Trapani 2002); ha tradotto in Italiano Bagunçando Brasília di Airo Zamoner pubblicato col titolo SCOMPIGLIARE BRASILIA (Editora Protexto, Brasile 2004): ha pubblicato CANZUNA DI VITA DI MORTI D’AMURI (Samperi editore, Castel di Judica CT 2006) in dialetto siciliano, con traduzioni in Inglese, Italiano, Portoghese; ha tradotto in Italiano Parto di Inês Hoffmann pubblicato col titolo PARTO (Samperi editore, Castel di Judica CT 2007); ha scritto un saggio su Titta Abbadessa pubblicato nel volume del 2007 ECHI IN TRASPARENZA a cura del Comune di Camporotondo Etneo (CT); ha adattato in Italiano la riedizione del 2008 di QUATTRU SBRIZZI di Salvo Basso; ha scritto un saggio su Vito Mercadante pubblicato nel volume del 2009 VITO MERCADANTE DIMENSIONE STORICA E VALORE POETICO a cura del Comune di Prizzi (PA); ha pubblicato LA CASA VIOLA (Edizioni del Calatino, Castel di Judica CT 2010) in dialetto siciliano, con traduzioni in Corso, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo e Scozzese; ha scritto un saggio su Maria Favuzza, pubblicato nel volume del 2011 MARIA FAVUZZA POETESSA SALEMITANA DEL ‘900 a cura dell’A.L.A.S.D. JO’ di Buseto Palizzolo (TP); ha scritto un saggio su Giovanni Formisano, pubblicato nel volume GIOVANNI FORMISANO POETA E COMMEDIOGRAFO (Edizioni Drepanum, Trapani 2012); ha pubblicato PARLEREMO DELL’ARTE CHE È PIÙ BUONA DEGLI UOMINI, saggi di poesia dialettale siciliana (CFR Edizioni 2013); ha tradotto in Siciliano Raisins with Almonds di Stanley H. Barkan, pubblicato col titolo PASSULI CU MENNULI (Legas, U.S.A. 2013); ha pubblicato NA FARFALLA MI VASAU LU NASU, adattamenti in dialetto siciliano di testi scelti di autori stranieri (CFR Edizioni 2014); ha scritto un saggio su Giovanni Meli, pubblicato nel volume GIOVANNI MELI LA VITA E LE OPERE (Edizioni Drepanum, Trapani 2015); ha scritto un saggio su Alessio Di Giovanni, pubblicato nel volume LA RACINA DI SANT’ANTONI (Edizioni Drepanum, Trapani 2016).
Ha collaborato con periodici culturali, cartacei e in rete, nazionali e internazionali, tra i quali LUMIE DI SICILIA http://www.sicilia-firenze.it, PAROLE DI SICILIA http://www.paroledisicilia.it, POIEIN http://www.poiein.it, TERZA PAGINA WORLD http://www.terzapaginaworld.com, ARTE E FOLKLORE DI SICILIA, PERLASICILIA http://www.perlasicilia.blogspot.com, RIVISTA ITALIANA DI LETTERATURA DIALETTALE, CENTRO STUDI SALVO BASSO http://www.centrostudisalvobasso.eu, EPUCANOSTRA http://www.epucanostra.it, POETI DEL PARCO http://www.poetidelparco.it, DIALOGO, INTERROMANIA http://www.interromania.com, ROSEBUD http://www.rinabrundu.com, VOCI DIALETTALI.
È stato componente della equipe regionale del progetto L.I.R.e.S. promosso dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, per lo studio del Dialetto Siciliano nella Scuola http://www.lires.altervista.org
Il mio commento! Conosco la poesia di Scalabrino da una vita, ho prefato due delle sue sillogi: “tempu, palori…” e “la casa viola”, abbiamo collaborato a 360 gradi, in armonia identità di vedute, cosa posso dire di questi inediti, che sono inediti anche per me?E’ la sua scrittura, la sua voluta oscurità, con un accentuarsi, mi è parso, di termini più ricercatamente dialettali.Del resto, mi sembra che lui stesso si sia esplicitato degnamente, opertanrto non mi rimane che fargli i miei complimenti.
"Mi piace""Mi piace"