Accade
Accade
cadere sulle fragili ginocchia
di ciò che non s’era previsto
o rotolare male
contro le sponde di un inciampo.
Essere colto di sorpresa,
munirsi di armature poco adatte:
accade.
Arriva sempre in ritardo alzarsi
e rimontare,
nel fronte della sopravvivenza,
sul cavallo,
rimuovere la salma degli sbagli,
scorgere un ancoraggio accidentale,
rendere grazie al mondo.
*
E scivolare via
Le nuvole sfilano
col bianco che ciondola stordito
contro i rami.
In fondo alla tasca dei noccioli
c’è un segreto;
spunta come un colletto di camicia
dal polso dei balconi, delle lucertole rapaci,
dei vuoti di memoria delle scale.
A volte la campagna radicante manda un grido,
senza clemenza s’intrufola fra i muri,
tocca la curva delle voci dei bambini
con le dita.
E scivolare via dai buchi del distrutto
è partorire dal tuo corpo un altro tempo,
è rovesciare la traversa delle assenze
e rivestirne il sottobosco del rimasto
lungo i tronchi.
*
Resto fedele
Il mattino cade,
come un insetto si posa sulla mano,
lascia nel cuore una collisa risonanza.
Trovo in natura quello che cercavo:
la nuvola arzilla
sul bordo di un ramo stagionato,
l’arte della convalescenza
a custodire il nucleo originario.
Resto fedele ai muri,
indistinguibile dal rosmarino
e dai papaveri dei campi.
Un’altra barca di stanchezza
viene tirata in secco sulla riva.
Qualche progetto sguazza dentro l’afa,
qualche altro,
mimetizzato fra i polmoni delle foglie,
torna a casa.
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