dalla prefazione di Elio Grasso:
… << Le stanze componenti Tutta la terra che ci resta non hanno nulla a che fare con vecchi depositi, testimonianza di certezze preliminari riconosciute sconvenienti, troppo o troppo poco rivolte al naufragio esistenziale: per tutto il Novecento abbiamo assistito ai massacri corporali mentre la cognizione del tempo e dello spazio diventa una schiuma inaccessibile. Abbiamo rivolto lo sguardo, pertanto, all’attuarsi dell’ibridazione digitale con le sinapsi cerebrali, dando il via alla più rassegnata possibilità che mente umana abbia mai conosciuto … Sono innumerevoli le tracce elettroniche diffuse oltre l’atmosfera, dopo aver saturato gli incontri psichici, Rosa ne conosce le traiettorie, rivelandole nelle poesie che si trasformano, aggirando i fenomeni, in detector che faranno la storia … La scorza reale di una poesia cerca interlocutori, e spiega come il corpo può ruotare la spina dorsale e cogliere in pieno la natura stessa della creazione. Appaiono istruzioni complicate, così è complicato dare valore conoscitivo alla scrittura, e ai più turba persino sfiorare le parole per dirlo. Bisogna essere fedeli alla visione, e individuare subito il varco. >> …
Dentro una pozza di cielo
i pendagli degli alberi tremolano
in questo giorno che un calendario
ha nominato Primavera,
e risucchia in uno slargo acceso
tutta la terra che ci resta
Dove siamo, mentre la notte
entra sicura sulla destra e vira
al chiaro che svanisce? Dove vanno
le cose che si illuminano,
quando lasciamo un punto piccolo
di fuga per non dimenticare
di fiorire lungo la strada
del ritorno?
*
C’è un’urgenza che svolazza nella chiusa
del petto, in assenza di vento rimbalza
tra le fughe delle piastrelle: mancano
terribilmente, in questa desolata voliera,
i sembianti di chi fino a ieri era al centro
del campo visivo. È bizzarro come una stanza
contenga in sé una miriade di volti afoni
e uno solo che emerge dall’angolo, avanza
compatto, quintessenza di desiderio in 3D:
non basta – per distrazione – contare il numero
delle maioliche, le gradazioni dei loro riflessi;
al fondo dell’iride una capinera spiega le ali
e cerca un declivio, un richiamo, per lasciarsi
cadere nel vuoto, per misurare quella traccia
in tutta la sua vastità di ombra sonora
*
Perforando la fibra sintetica
che oscura l’orbita del sole
scendiamo a precipizio lungo
il rivo amniotico, con la brina
degli inizi addosso e le palpebre
incollate, portiamo l’impronta artica
di monadi inscritta sulla pelle,
il freddo come una condanna
così veniamo al mondo
– o scompariamo? –
soggetti all’azzardo degli eventi
fra scorie di arenile e uranio
improvvise fluorescenze, scheletri
antropoidi e Intelligenze Artificiali,
assomigliano alle falene Saturnia
e Cobra che infuriano le ali, confuse,
quando scambiano la luce al neon
per un destino luminoso d’astri
Silvia Rosa nasce a Torino, dove vive e insegna. Suoi testi poetici e in prosa sono presenti in diversi volumi antologici, sono apparsi in riviste, siti e blog letterari e sono stati tradotti in spagnolo, serbo, romeno e turco. Tra le sue pubblicazioni: l’antologia fotopoetica Maternità marina (Terra d’ulivi 2020), di cui è curatrice e autrice delle foto; le raccolte poetiche Tempo di riserva (Giuliano Ladolfi Editore 2018), Genealogia imperfetta (La Vita Felice 2014), SoloMinuscolaScrittura (La Vita Felice 2012), Di sole voci (LietoColle Editore 2010 – II ediz. 2012); il saggio di storia contemporanea Italiane d’Argentina. Storia e memorie di un secolo d’emigrazione al femminile (1860-1960) (Ananke Edizioni 2013); il libro di racconti Del suo essere un corpo (Montedit Edizioni 2010). È vicedirettrice del lit-blog “Poesia del nostro tempo”, redattrice della testata online “NiedernGasse”, collabora con il blog di letteratura “Margutte”, con la rivista <<Argo>> e con il quotidiano <<il manifesto>>. È tra le ideatrici di “Medicamenta – lingua di donna e altre scritture>>, progetto di Poetry Therapy che propone una serie di letture, eventi e laboratori rivolti a donne italiane e straniere, lavorando in una prospettiva psicopedagogica e di genere con le loro narrazioni e le loro storie di vita. Ha intervistato e tradotto alcuni autori argentini in Italia Argentina ida y vuelta: incontri poetici (edizioni Versante Ripido e La Recherche 2017). Tutta la terra che ci resta è il suo ultimo lavoro poetico (Vydia editore 2022).