Half Light
Forse perché il vento d’inverno
da molte solitudini il fianco sospinge
con unghie di ghiaccio conficcate nella carne
– tenera, che ormai l’ora si fa tarda –
soffiando da Nord, da Sud, da Oriente e da Occidente
tra gli spiragli di una tenebra inquieta
O forse perché inverno ci raggiunge sempre
da lontano, come una perla che rotola piano
lungo un pendio nervoso di sorrisi tirati
senza perdere il suo uncino, cadendo soavemente
sulle ferite aperte, sull’anima sanguigna,
che asciuga l’acqua al sale e non pretende quiete
Forse per questo nostro andare senza tregua
con i piedi feriti, da molti venti accompagnati
verso un altrove che non è, che non sappiamo,
per poi girarci indietro e scorgerne la resa
che sempre è stata a un passo dalla schiena
come un vestito stretto in vita, corto al braccio.
Forse è così che l’ombra arranca a un metro
e noi costanti a trascinarla come un giogo
come un dolore innato sulle spalle arcuate
e nelle borse sotto gli occhi come un trucco
che non sveliamo mai, fino alla fine…
implorando in segreto la spina
e indossando la maschera bella.
Attesa
Mi nevicano sogni di ghiaccio sulla lingua
si sciolgono nel fuoco della gola in un momento
ti assalgono di spalle, sgranando un’altra aurora
si arrendono ruffiani al pasto dell’amplesso.
E tu hai portato in dote il bacio degli amanti
come se fosse un limbo di fiori immacolati!
ma c’era un segno sulla promessa schiusa
offerta come rosa sfogliata da spogliare.
[M’ama o non mi ama: giocare, non mentire]
C’è un attimo in cui cedi al volo che accarezza
poi chiudi porte a chiave per scriverci attraverso…
La vita è un soffio che si fa mare in tempesta
quando del vero resta l’orgasmo dell’attesa.
Sul taglio della notte
Il verso è una ferita
sul seno immacolato di una vergine
l’instabile atto di coscienza
primo a solcare inesistenti perfezioni
Ci si pensa immuni
tra l’anima spolpata e la carne unta al giogo
nascondendo i sillabari sotto il letto
scavando alle radici come cani
Ma in attesa s’acquatta la parola
con le sue crepe di silenzio scosse all’eco
scandendo al ramo cifre misteriose.
E poi si prega
piegati cavalcioni
sul taglio scintillante della notte:
ché la poesia si fa col sangue
e un vortice di vento fra i capelli.
——————————————–
Kaos e Armonia hanno sempre contraddistinto la mia vita. Armonia non intesa nel senso comune del termine, bensì compagna di quel Kaos positivo che, secondo Nietzsche, fa “danzare le stelle”, e quindi ricerca di incontro tra elementi apparentemente antitetici per ri-creare una nuova dimensione in cui gli opposti si abbraccino in una sintesi ideale dalle mille sfaccettature. Ma non è una poesia pensata la mia: nasce dal vissuto, dalla conoscenza, e si plasma nell’istintualità, nell’appassionata sperimentazione.
Da qui – e dal mio sangue zingaro – nascono l’aria, il fuoco, i miei elementi naturali. Elementi contrapposti che si alimentano a vicenda: la dimensione, eterea, lirica, e quella materica, carnale. Il fragile equilibrio tra queste due dimensioni dà vita alla mia poesia, che poi è anche la mia casa. Una casa in cui il vento soffia forte e il fuoco è sempre acceso.
Una definizione che mi calza come un guanto? “C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce” (Leonard Cohen, poeta, scrittore e cantautore)
Sangue misto (friulano, greco, slavo, turco, armeno), scrive fin da bambina alla ricerca improbabile di un equilibrio, di una casa, di una famiglia, che troverà solo attraverso la poesia.
Scrittrice e performer, pubblicista e dilettante fotografa, ha insegnato per venticinque anni e attualmente collabora con alcune case editrici in veste di editor e curatrice di antologie. E’ redattrice del sito Poetika, direttore creativo di Onirica edizioni e ideatrice del circolo artistico culturale Casteld’Arte. Organizza e partecipa a numerosi eventi e si dedica con passione alla videoarte. Diversi suoi testi, sia in prosa che in versi, sono presenti su riviste letterarie e in antologie di autori vari, edite da Giulio Perrone, Albus, Aletti, LDS, Liminamentis, Onirica edizioni, Le Voci della Luna. Recensioni e interviste sul web: Poesia 2.0, La voce del Nisseno, Difficiles Nugae, Viadellebelledonne, Femminart Rewiew.
Primo premio al XVI concorso internazionale, patrocinato dal Presidente della Repubblica, “Them Romano”, con il racconto Porrajmos-l’olocausto zingaro. Primo premio al concorso “Un monte di poesia” 2009 con la lirica Segreta, terzo premio al concorso nazionale “Poetando” con la silloge Rendimi l’anima, e tra i cinque finalisti del “Premio Massa città fiabesca di mare e di marmo” con la silloge Segreta nel 2011. Ha preso parte al romanzo corale al femminile Malta Femmina, edito da Zona. A settembre è uscito il suo primo romanzo breve C’è Nessuno per Onirica edizioni.
www.danielacattanirusich.it (sito personale)
http://www.oniricaedizioni.it/booksheet.aspx?id=24 (link alla silloge “Segreta”)
… meraviglia !!! …
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Dany hai degli incipit favolosi…” Mi nevicano sogni di ghiaccio sulla lingua” e ” Il verso è una ferita” etc…tutto il resto è poesia…Un abbraccio.
Donato
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“Ci si pensa immuni
tra l’anima spolpata e la carne unta al giogo
nascondendo i sillabari sotto il letto”
leggo in questo passaggio le “necessarie” crepe che sono fuoco e vento e aria e fanno la parola “vivente”
ringrazio per la scelta di questi testi
elina
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Oh, ma quanto son svanita… mi sono accorta solo adesso dell’articolo! Grazie di cuore a Daìta, che mi ha voluta qui e a Salvatore, ospite squisito.
E poi i commenti di Maria, Donato, due degli artisti che più ammiro di più… Grazie di questo impagabile regalo!
Con affetto e stima
*danj
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Grazie a te, Elina, non ti avevo letta prima… Mi hai fatto il “ritratto” in una riga… :-)*
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Madonna e Zingara, Dolce e Ribelle,Cielo e Mare, Aria e Solemah! ciò che brilla è sempre e comunque una Stella…E.M.
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Le esplicitazioni poetico/concettuali mirano a soffermare mente e sguardi sui limiti dei livelli di coscienza che si diversificano nel mondo e a più strati. E’ la relazione della tendenza post moderna della poesia: ‘qui mi ritrovo e qui voglio stare’. Certo è un ponte di ferro la nuova comunicazione, una poltrona scomoda, una forma corporea inscindibile dal ‘tu’, dal ‘noi’, dal ‘quando’ … il ‘tempo’ si fa metafora e le forme retoriche diventano esperienze di vita….va bene…paradossalmente la sinuosità sintattica corrisponde allo slittamento dei sensi … io il volto della poesia lo vedo sempre …
ciao Daniela…
bello esserti/ci
tua Ri
(Rita Pacilio)
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nonostante queste costruzioni quasi perfette e ricercate, nelle parole nel tono e nella musicalità, e quasi impensabile credere che non ci sia l’anima di danj dentro, l’anima e tutta la fatica e il dolore di strapparsela di dosso e riversarla su un foglio per guardarla, placata, almeno per un momento. Bravissima.
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