1371656_569045336486976_701620448_n“La Poesia è un’arte profonda e delicata, va nutrita e curata come un fiore giorno per giorno, non va trascurata.
Il mio incontro con la Poesia è stato improvviso e potente. Ho iniziato a scrivere dopo un grave incidente stradale. La Poesia è entrata come una luce nella mia anima e non mi ha più abbandonato.
L’ho amata, l’ho voluta e desiderata, ho cercato di capire la sua immensità, studiando e dedicandomi ai poeti che hanno segnato la storia con le loro opere.
La poesia va appresa dai grandi maestri, poi la sensibilità e l’istinto guidano l’ispirazione individuale.
Personalmente concepisco la poesia come un dono, un privilegio che mi è stato affidato dal destino, una missione da svolgere con amore e passione, una sorta di risveglio quotidiano dei sensi; è quella libertà che rimodella anima e corpo negli elementi della natura. Scrivere in versi diventa necessità, un reinventarsi continuamente.”

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DI QUIETE

Sono le soste del sole nel mare
a caricare il tempo di quiete
lungo le schiene del litorale.
Potessero le palme baciare le fronti
del cielo
mischierebbero quel verde asciutto
al silenzio che migra come i gabbiani.
Pazienti le acque si mostrano docili
alle afe che addormentano
i passi dell’aria.
Lo scoglio accoglie
il tocco caldo dell’onda
che dolce asseconda
l’eco di sale alla riva.
Tutte le cose si ricolorano
di un muto rossore
e pacate nella radice
ascoltano l’azzurro
che nudo muove l’infinito.

* * *

IL SENSO DELLA NEVE

E’ il senso della neve
a scolpire tra le cime
candori mansueti
come ciclici biancori
lievitati sulla rupe.
Rompe l’eco del silenzio
l’inverno che assale
di ghiaccio le altezze.
Rimane un tonfo sacro
di sole
a lucidare rigide nocche
di roccia.
Non ha fretta il dirupo
che ospita le ghiaie del gelo
e gli embrioni di primavere recise.
Nei marmi velati
in puro vuoto di poiane
spetta al midollo dell’aria
dialogare con le impronte
del mondo.

* * *

VIVO E’ IL TEVERE DI SERA

Vivo è il Tevere di sera
nel lampo dei marmi
nelle ingenue smorfie
della luna.
Il vociare si alza dall’isola
lungo argini speziati di frastuono
e continua nei vicoli
di Trastevere
tra luci imperfette delle strade,
nel tiepido colore di folle curiose
estranee allo splendore del tempo
che eterna purezze
nel cuore della pietra,
nel volto delle chiese
che indossano calde la storia.
Non ha meta il mio sguardo,
si perde nei furori della città
che si rinnova,
dentro l’altezza di un biancore
che evoca il fantasma
del santo lontano.
Dalla sponda destra del fiume
dal ponte gonfio d’estate
invento il chiarore dell’aria
e tocco di sereno
la polvere della notte.

Michela Zanarella è autrice di poesia, narrativa, testi teatrali, supporto stampa di ELFA Promotions, realtà di promozione artistica. Nata a Cittadella (PD) vive e lavora a Roma, dove svolge la sua attività collaborando con varie testate giornalistiche on web.
Ha pubblicato sette libri “Credo”, “Risvegli”, “Vita, infinito, paradisi”, “Convivendo con le nuvole”, “Sensualità”, “Meditazioni al femminile”, “L’Estetica dell’Oltre”. Ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali ed internazionali. La sua poesia è tradotta in spagnolo, romeno, francese, arabo.

sito ufficiale: http://www.michelazanarella.it/