Fino a qualche tempo fa, non avevo bisogno di chiedermi cosa fosse la poesia per me, usciva semplicemente come una mia verità infondata, che si andava a srotolare su di un foglio bianco, quindi era perfettamente inutile per me sapere i motivi, ero appagato e svuotato.
Con gli anni invece la domanda me la sono fatta spesso, forse è una fortuna, e non posso che sostenere la teoria della “necessità psicologica” ovvero, il desiderio di raccontare agli altri come vedo il mondo e la nostra società, di conseguenza si è aggiunto un bisogno di ricerca e studio che prima non avevo, portandola ad essere di vitale importanza, cambiando il mio modo di scrivere.
Mi piace pensarmi un cronista d’assalto che anziché scrivere un articolo, parla del mondo e delle sue sensazioni “cantando “ una canzone senza strumenti musicali._____________________
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Exploit 2.1
Sento che soffri in pace dalle voci
e che stramaledetti angeli sputano
sulla tua testa che non ha più ripari
dagli altri intorno che pur sapendo
tacciono restando dietro una paura
di un sapere troppo affilato e vivo
che è la tua caratteristica incollata
fino alla tua tomba di rose rosse
e possono scendere tutti i cieli scuri
dei temporali verso sera
in un’estate livida di sciocchi ricordi
e non cambierà mai niente.
*
Non c’è stile lo so
non ancora già
ma Ti prometto
che salirà poco alla volta
in una vita a stelle e strisce
che non mette catene alle voglie
ma le tiene ben salde a terra
ad aspettare naso all’insù
goccia dopo goccia
la gioia della Tua pioggia
dimenticando l’ombrello della domenica
vi prego lasciatemi li sotto a bagnarmi !
non mi coprite, amatemi
anche quando brucia la fotografia
in quel camino immaginario
che non ho mai comprato
per quel sogno,
nel sogno
chi realizza i sogni?
troppi sogni, troppi segni, troppi pugni
non importa niente di niente
che ci sia un tizio sempre più furbo
sempre pronto a dire che non si può
scopare e scrivere tutta notte
ma lui, non l’ha mai fatto lui
e vomita sillabe senza sapore o forma
in assenza di multi-comprensione
dimenticando il calore dell’acqua
durante la pioggia della mia estate
persa nell’autunno dei miei piedi freddi
adesso mentre chiedo solo coperte
vi prego lasciatemi li sotto lo stesso
senza riparo ad aspettare naso all’insù.
*
Madre
Alcuni istanti prima del tuffo
ho visto il sorriso di mia madre
il terreno era fragile, scivoloso
con estrema dolcezza
l’eco delle parole
diventava terribile
e il suo aspetto operaio
senza sosta lavorava all’impianto
creando il solco,
profondo come il cuore
di un povero diavolo.
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Paolo Aldrovandi è nato a Mantova nell’agosto del 1974. Il suo lavoro lo porta spesso a viaggiare in solitudine dandogli l’opportunità, ma soprattutto la curiosità analitica, di guardarsi intorno confrontandosi con realtà sconosciute e persone che quasi certamente non avrà più modo d’incontrare e che proprio per questo attraggono il suo sguardo. La sua scrittura è cruda e reale, per meglio dire: quotidiana.
Partecipa a readings e attività culturali ed è membro del Collettivo Culturale WSF ( Words Social Forum).
Il nove novembre di quest’anno riceve il Secondo Premio al concorso Ambiart indetto dalla città di Milano, in qualità di concorso internazionale artistico letterario.
Il testo vincitore è: Exploit 4.2 a ricordo di Jack Kerouac.
Lo scrittore e poeta statiunitense di origini franco-canadesi, è stato l’autore che ha influenzato parte della poetica di Paolo Aldrovandi, il quale ha condotto nel corso di parecchi anni uno studio accurato, non solamente sul metodo, ma anche sulla filosofia di Jack Kerouac uomo e libero pensatore.
Ecco alcune delle riviste sul quale è possibile leggerlo.
http://www.lestroverso.it/?author=22
http://samgharivista.com/2013/08/02/lamore-in-tre-parti-di-aldovrandi/
http://versanteripido.wordpress.com
http://www.verbumlandianews.com
http://www.ass-cult-irumoridellanima.com
http://caponnetto-poesiaperta.blogspot.it
http://controcomunebuonsenso.blogspot.it
Riviste cartacee