Il tempo sociale è scandito dagli eventi storico/economici e dall’arte che non è solo la deduzione e la scaturigine del contesto, ma anche il segno concreto del riflesso/reazione allo stato delle cose. Ogni volta che pronuncio te di Salvatore Sblando, silloge di poesie edita La Vita Felice, 2014, è un esempio che rivela i sentimenti e i pensieri di un’epoca documentabile, la nostra, fotografata, in versi, nelle atmosfere nostalgiche e disincantate del vivere contemporaneo.
L’autore osserva, nei panni di un poeta/lettore/operaio/impiegato/bambino/anziano, il senso delle comunicazioni/relazioni tra gli esseri umani intese non solo come inconsolabili solitudini alleviate dal sentimento dell’amore che provoca dolore fisico e mentale quando è nostalgico, ma anche come luce e completezza quando è corrisposto e autentico. Al di là del valore denotativo del testo è riscontrabile un significato storico, culturale, dialettico, politico e letterario, infatti la poesia è una forma di arma potente capace di fronteggiare il sistema formale delle cose e la semi-malinconia che irrompe quando corpo e anima non filano la stessa tela. La poesia sa imporsi e argomentare in forma ironica o sarcastica, sa privilegiare gli aspetti delle piccole conferme, le semplici e impalpabili sfumature della materia rinnegando regole e discipline, provocando gli schemi predefiniti. Questa dimensione in cui, in modo palese, si mette in evidenza la ri-orchestrazione della strada dell’amore e del suo ideale per raggiungerla, diventa consapevolezza congenita di tutta la silloge che racchiude microstorie e frammenti di riflessioni personali quasi a delineare un unico monologo teatrale. continua lettura