Cos’è per me la poesia? Questa domanda mi fa sempre pensare alle 38 scherzose e surreali definizioni che Carl Sandburg scrisse nel 1928 nella raccolta Good Morning America, tra cui una in particolare: “La poesia è un’eco che chiede ad un’ombra di danzare”.
Sembrerebbe la definizione di un qualcosa di delicato ed appena percettibile, eppure la poesia è anche un potente vettore di suono e di significato, oltre che di mistero.
Arrivo così alla conclusione che la poesia, per me, è essenzialmente l’espressione di un contrasto. Contrasto tra ciò che sento e ciò che so, tra parola e silenzio, tra concreto ed impalpabile, tra luce e buio ovvero, in definitiva (ma chi ha certezza che sia definitiva?), tra vita e morte.
In quel “tra” emergono per contrapposizione – ma con tutta un’infinità di sfumature – passioni, coesistenze, lotte, rese, paradossi… e beh, il poeta sostanzialmente è uno che vaga in quel “tra”.
Spesso si perde, ma quella è un’altra storia.
DIRE DUE PARTENDO DA ZERO
Blu coccinella, rosso da scialare
a cenni ipotetici di sfumature violente
già amare un canto, senza saperne la voce
scambiare cinque lettere per meta esotica
di persistenti desideri da spiaggiare
Fregarsene della metrica, a quel punto
per ribadirti un concetto impopolare:
ciò che possiedi è tutto in una gabbia
d’organica materia ossea, fratturata
da un’anima troppo incline a divagare
Disamalgama crudele che fraintende
il particolare annegato nel totale
per vedere quanto stai per perdere
ti basta rincontrare due occhi fermi
Sciocca pareidolia sentimentale!
*
AMORI TORRENZIALI
Baciami
da tanto non respiro
fa caldo e, in curva, insacco aria
Narcisa, la luna
ripassa nel suo miliardo di specchi
Snervata, fisso il muro dietro il mio
Sulle unghie un intento di smalto
sto, ad ali aperte
annidata al tuo braccio
sfarzosa farfalla al tuo ago
Luce da un altro mondo sei
ma gabbia spietata in questo
Qui l’amore non dà resto:
prende tutto ed è quanto
Facsimili di promesse
su comodi prati di federe
suonano meno assurdi
ignorando verità più vaste
nell’intimo persistere
d’un senso di cicliche chiusure
di scollamento tra ciò che è
e ciò che so
Nulla dura, tutto è eterno
i paradossi avranno soluzione
ma non qui, non adesso
Verrà la pace, il silenzio, il sollievo
Sarà come addormentarsi al sole
con la brezza fresca.
*
PENSIERO STUPENDO
Tutto accadde negli occhi
ma lì soltanto.
I miei, feretro dello sguardo assente
percorrevano l’alveo delle tue vene
sfociavano nel delta azzurro dei polsi.
Annegavano controluce
tra lacrime, miele, mani
e una corona d’oro
al posto del sole.
Morendo, amavano il rosso
che gettavi sulla mia tela.
Già lo sapevi che ogni altro colore
lì, sarebbe parso grigio.
Paola Puzzo Sagrado vive in Sicilia e lavora per una Fondazione a scopo sociale.
Grafica, webdesigner, poeta e cantante, è stata segnalata al «Premio di Poesia giovanile Mario Gori Città di Ragusa» nel 2001, finalista al Concorso «Siciliana-Mente Regione Siciliana» nel 2015, finalista al «Premio Nazionale di Poesia Città di Chiaramonte Gulfi» nel 2014, nel 2017 e nel 2019. Nel 2018 ha ottenuto il Riconoscimento di Merito per la raccolta inedita di poesie «L’universo accanto» al «Premio di Poesia e Prosa Lorenzo Montano».
Ha partecipato a diverse antologie tra cui «Parla come navighi – Antologia della webletteratura Italiana» (Ed. Il Foglio) e ad altre numerose pubblicazioni ospitate su blog dedicati alla letteratura. Nel 2007 ha pubblicato la propria raccolta «Il diavolo piange» (Ed. Il Filo) che è stata tradotta in spagnolo e riedita in Messico con il titolo «El diablo llora» (Ed. I Lumi) nel 2019.