La poesia per me è una forma di “sintesi additiva”, come il titolo della mia raccolta.

In fisica, per sintesi additiva, si intende il fenomeno attraverso il quale i colori luce primari si combinano tra loro per formare la luce bianca. Dunque, per me, la poesia è sovrapposizione di luce, una ricerca di esattezza e perfezione attraverso le parole, qualcosa di impalpabile, leggero, ma abbagliante. Penso sia anche per questo che prediligo componimenti brevi, in cui mi assicuro che ogni parola sia precisa e accurata.

La luce della poesia è rivelatrice, ma anche imprevedibile e mutevole. Sin da bambina mi sono sempre sentita un tramite, uno specchio che riflette un’ispirazione misteriosa e spesso capricciosa, che non sembra originare da me e che non riguarda solo me, ma che mi porta spesso a esplorare mondi diversi dal mio.

Ogni poesia è come un frammento di specchio che cerco di donare al mondo, sapendo che ognuno vi vedrà riflessi universi differenti.

Essere poeta significa accettare che le proprie poesie cesseranno di essere tali, per diventare proprietà di tutti, donate agli altri con generosità e gioia, anche se significa separarsi da una parte di sé.

Dopotutto, quando la luce rivela, inevitabilmente genera anche ombre. È una dualità a cui nemmeno la poesia può sottrarsi.


15 Marzo 2017

Agenda

Ho stilato la lista provvisoria

della mia irrealtà aumentata:

 

  • parole incompiute
  • attività a vuoto
  • l’elenco della spesa
  • incombenze da procrastinare
  • desideri inderogabili
  • poesie sospese sull’orlo di un

____________________________________enjambement

 

La leggerezza è un compito scomodo

quando il futuro è un verbo al gerundivo.


*

 

24 aprile 2014

Palinsesto

Vi è memoria confezionata ad arte

per ogni vuoto della pagina

 

Ricordiamo fino ad immaginare

e immaginiamo fino a ricordare,

lusingando idee reticenti

a confondere scena e canovaccio.

 

Dimentichiamo

più di quanto crediamo di ricordare;

 

incontriamo più Poesia

di quanta sappiamo scriverne.


*

 

Agosto 2019

Indaco

Io non amo con il cuore,

Non con passione furiosa

O necessità del desiderio;

 

Io amo con la mente,

Con intima gentilezza,

Con la commozione della scoperta.

 

E se per il mondo

L’amore deve bruciare rosso,

Che io sia per te profondo indaco.

 


Carlotta Pederzani è nata a Cremona il 2 dicembre 1994. Ha conseguito la maturità linguistica, è laureata in Psicobiologia e neuroscienze cognitive e ha recentemente ottenuto l’abilitazione professionale come psicologa. Fin da piccola, inizia a cimentarsi con piccoli componimenti. A tredici anni, con la poesia “Dare senza chiedere”, partecipa alla prima edizione del “Premio Bertoletti”, classificandosi al primo posto.
La prima pubblicazione, datata 21 marzo 2010, edita da Lietocolle, nella collana Solodieci poesie, si intitola proprio “Dare senza chiedere” e contiene poesie scritte tra i dieci e i quindici anni. Nel gennaio 2011, a sedici anni, partecipa alla manifestazione “Ritratti di poesia” presso il tempio di Adriano a Roma. Ha partecipato inoltre alla manifestazione “Liber’Arte” a Colle Ameno (Bologna) e al concorso under 29 nell’ambito del “Poesia Festival 2011”, che vince. Suoi testi sono raccolti in diverse antologie presentate alla manifestazione romana “Più libri più liberi” e al “Salone internazionale del libro” di Torino. La sua silloge “Sintesi additiva” (La Vita Felice, 2013) è stata tra le cinque finaliste del premio letterario “Città di Massa” 2013 e ha ottenuto il secondo premio al XXXIV Concorso letterario “Città di Moncalieri”.