PACILIO DELLA POESIA DICE
Obiettivo della mia poetica è la verifica e la diagnosi del mondo esterno e oggettivo della stratificazione della realtà in correlazione con la valutazione del vissuto emozionale, con cui è in stretta sintesi: la connessione tra la dimensione psicologia e quella sociologica è una delle caratteristiche della mia ricerca letteraria. Potrei dire, addirittura, che sono sempre di fronte a una parola in movimento che incide sulla pelle e sul foglio l’antico respiro che anima le creature del mondo. Più volte ho ripetuto che per me la poesia è un atto maturo e responsabile di continua esplorazione del micro/macrocosmo e di verifica delle proprie tensioni verso gli altri. È una disponibilità allo stupore, una continua sperimentazione della bellezza e della condivisione della vita e della morte. La poesia è sempre stato un luogo di esperienza, di incontro, di elaborazioni e modificazioni che partono da un atto di fede e di speranza.
LA SUA POESIA CI DICE
***
Sputa i suoi drammi
coi colpi di tosse
per gioco, per amore
scorie sottili nelle mani esibite
è latente lo scontento sulle spalle.
Gli imperfetti sono gente bizzarra
lasciati nell’arena, non so dire esattamente,
come un silenzio, un ghigno.
Ho pensato che Dio ama l’insicurezza
e le sfumature dei dirupi.
Io mi trovo qui dove non si torna indietro.
***
L’assenza ha una forma quieta
_______dischiusa, indecifrabile, bianchissima
_______un tumulto di cellule nella gravità delle spalle
fino a riaprire un rumore spezzettato
fermato nell’ansietà del chiarore tra due costole
nello stesso istante piegate alla redenzione
mansueta. Sembra possibile la partecipazione
la prima appartenenza fuori da queste cose
in cui metto le mani, un bicchiere, un rosario,
un libro, tante voci e mai la tua.
***
Si mantengono così gli autunni passeggeri
gli sforzi pericolosi e senza amore
_______fatti di capigliature arrangiate
_______giovinezze spettinate, sognanti e rossicce
tenerezze dischiuse, vissute per anni
________nel volo delle rondinelle sciocche e felici.
Che strano effetto saperti audace
quando soppesavi l’anticipo della natura
i mesi settembrini, le speranze nelle piume
ritornate selvagge ogni volta incuneando
gli anni, l’attesa dello sciame irresistibile
esiliato nel cuore, nel greto della voce
in cui si rifletteva un’altra fibra pallida.
_______Chi può dirlo dove ti ho mischiato, cullato,
doppiamente rotto, vestito e ricomposto
_______nascosto in un fazzoletto di lino, piegato e profumato.
DICONO DI LEI E DELLA SUA POESIA
Eugenio Borgna su “Gli imperfetti sono gente bizzarra”.
[…] non leggevo da tempo poesie contemporanee di questa dolorosa arcana bellezza e di questa meravigliosa attonita grazia. Le ho lette, l’una dopo l’altra, affascinato e commosso dalle immagini, dalle metafore, dalle invenzioni linguistiche, dagli snodi tematici, dalle intuizioni di quella che è la voce segreta e lancinante della sofferenza psichica […] lei ci dona testimonianze inaudite e indimenticabili. Non posso se non ringraziarla, di cuore, di questo libro che ho letto, e che rileggerò senza fine. Quasi qualcosa del pensiero poetante di Georg Trakl […]
Davide Rondoni, prefazione di “Gli imperfetti sono gente bizzarra”, La Vita Felice, 2012.
Poche opere di poesia mi hanno colpito recentemente come questa raccolta di Rita Pacilio. […] Il libro è visionario e intimo, ma in forza di una speciale qualità di composizione e di concentrazione, evita tutti i rischi che si incontrano in un corpo a corpo così stretto con l’abisso. Voglio dire i rischi del ripararsi, del coprirsi dietro la letteratura, i luoghi comuni, lo stereotipo. Ci vogliono molti anni di consuetudine con tale corpo a corpo. […] Ci vuole una consuetudine disarmata, casta, povera, che abbia visitato le ombre […] No, qui, la voce di Rita Pacilio viene da un luogo intimo e indifeso. […] Il libro è un viaggio di conoscenza, non un affresco patetico. Sia detto non solo per rispetto al lavoro della poetessa e agli abitanti delle stanze che ha attraversato, ma della poesia intera, attuale e passata, che in prove come questa trova conferma e rilancio della sua vocazione: poetare e conoscere sono lo stesso movimento. […] Rita Pacilio mostra in questo libro una qualità di misura e di potenza emblematica che la accosta ad alcune voci della migliore poesia italiana. […]
Raffaele Urraro su “La venatura della viola”, Ladolfi, 2019.
[…] Certo, il richiamo alla leopardiana “social catena”, alla solidarietà universale contro lo strapotere della Natura, sembra ovvio, ma Rita indica in quell’insieme la necessità non solo della umana solidarietà, ma anche di combattere contro la malvagità degli uomini, contro il negativo dei loro comportamenti e contro i danni che essi provocano alla nostra casa comune. […]
Rita Pacilio cerca un linguaggio poetico come strada alternativa alla degradazione umana. È proprio nel linguaggio poetico quella che io ritengo la più importante connotazione della vita del poeta: la parola originale, nella quale si invera la “libertà” come forma del vivere non condizionato da ciò che risulta incompatibile con noi. E il linguaggio di Rita corrisponde alla scelta ideologica, cioè alla struttura contenutistica della sua poesia. […]
RITA PACILIO E “POETI INFLUENCERS”
I poeti che amo leggere sono: Novalis, Giacomo Leopardi, Emily Dickinson, Anna Achmatova, Cesare Pavese, Anne Sexton, Paul Celan, Paul Claudel, Dino Campana, Annamaria Ortese.
Mi piace l’idea di donare a Rita e ai lettori di larosainpiù una poesia di Anne Sexton, da Tranformations, 1971, nella traduzione di Paola Silvia Dolci, Cinderella.
“…Poi giunse il ballo, come sapete tutti.
Era un mercato matrimoniale.
Il principe stava cercando moglie.
Tutti salvo Cenerentola si stavano preparando
e mettendo in ghingheri per il grande evento.
Anche Cenerentola implorò di potere andare.
La matrigna cattiva gettò un piatto di lenticchie
nella cenere e disse: raccoglile
entro un’ora, e potrai andare.
La colomba bianca portò tutti i suoi amici;
giunsero al richiamo tutte le ali calde della patria
e raccolsero le lenticchie in un attimo.
No, Cenerentola, disse la matrigna,
non hai un abito adatto e non sai danzare.
Con le matrigne, va così…”
Rita Pacilio (Benevento, 1963) è poeta e scrittrice. Sociologa di formazione e mediatrice familiare di professione, da oltre un ventennio si occupa di poesia, musica, letteratura per l’infanzia, saggistica e critica letteraria. Direttrice del marchio Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. Ha ideato e coordina il Festival della Poesia nella Cortesia di San Giorgio del Sannio. È stata tradotta in nove lingue. Sue recenti pubblicazioni: Gli imperfetti sono gente bizzarra, Quel grido raggrumato, Il suono per obbedienza, Prima di andare, La principessa con i baffi, L’amore casomai, La venatura della viola.
http://www.italian-poetry.org/rita-pacilio/
http://www.lavitafelice.it/autore-rita-pacilio-80764.html
https://m.youtube.com/user/ritapacilio
https://it.wikipedia.org/wiki/Rita_Pacilio